Daria Gorodisky, Corriere della Sera 04/11/2012, 4 novembre 2012
MURA, LA TESORIERA: «NOI UNA SQUADRA SOTTO DI DUE GOL. MA NULLA E’ PERDUTO» —
«In questo momento siamo come una squadra di calcio che è sotto due a zero mentre, mancano ancora trenta minuti alla fine della partita: abbiamo tutte le capacità per ribaltare il risultato e dobbiamo giocare fino alla morte, nulla è compromesso». Silvana Mura è stata tra i fondatori dell’Italia dei valori, di cui è deputato e tesoriera nazionale, è legata ad Antonio Di Pietro «da un’amicizia ventennale» e si dice «ottimista» rispetto al futuro.
Scusi, ma chi lo ha segnato questo due? Le inchieste su alcuni vostri amministratori, le accuse al vostro leader, la sua dichiarazione che il partito è morto e la svolta grillina? Insomma, sono gol presi o autogol?
«Bisogna distinguere. Le accuse a Di Pietro non sono altro che la riproposizione, enfatizzata, di vecchie campagne stampa attuate dai giornali berlusconiani; sono questioni su cui la magistratura ci ha sempre dato ragione e le carte ormai sono a disposizione di tutti. Quindi questo lo lascerei da parte».
Lei condivide l’idea di un’alleanza con Grillo? È un tema che lacera il partito.
«Lacerato, non direi; e, comunque, saranno gli elettori a giudicare. Di Pietro ha detto che, se dovesse fare il tifo per qualcuno diverso da noi, lo farebbe per il Movimento 5 Stelle. Il nostro capogruppo alla Camera Donadi ha una linea politica diversa da almeno quattro mesi, non è una novità; propone un’alleanza con il Pd che però non è nelle cose, perché il Partito democratico vota i provvedimenti di Monti che noi non condividiamo. E poi è anche il Pd a non volere noi: preferisce l’Udc».
Dunque vi rivolgete a Grillo.
«Non è un’alleanza, né una nuova linea. Siamo un partito giovane, in Parlamento solo dal 2006. E da allora siamo semplicemente coerenti con la nostra politica, mentre il Pd sta appoggiando provvedimenti che colpiscono i più deboli: sull’articolo 18, neppure Berlusconi aveva osato tanto».
Perciò?
«Io voglio giocare la partita sotto la mia bandiera. Le alleanze, le faremo sui programmi. Certo, condividiamo almeno l’ottanta per cento delle idee del Movimento 5 Stelle. La differenza è che loro vogliono protestare, fare opposizione, mentre noi vogliamo essere forza di governo: di nuovo, gli elettori che cosa sceglieranno? Noi, comunque, continueremo a fare politica nelle piazze, come stiamo facendo con la raccolta di firme per i referendum».
Le inchieste nel Lazio e in Emilia Romagna avranno un peso?
«Infatti abbiamo avviato un’operazione pulizia, e proprio per questo bisogna arrivare a una struttura più leggera di partito facendo vagliare dai cittadini sul territorio le candidature. Il problema è che siamo cresciuti troppo in fretta; la classe politica non è sempre stata ben selezionata ed è diventata troppo numerosa per quella che era la potenzialità di un nostro controllo capillare».
Come tesoriera, non si sente responsabile per i recenti scandali amministrativi?
«Io sono responsabile solo a livello nazionale per la gestione dei rimborsi elettorali, non ho alcuna possibilità di controllare le risorse regionali. E ho piena fiducia nella magistratura».
Daria Gorodisky