Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  ottobre 31 Mercoledì calendario

LA LIQUIDITÀ SCENDE A 20 MILIARDI DI EURO

In un solo trimestre la liquidità del gruppo Fiat si è ridotta di 2,733 miliardi, passando dai 22,748 miliardi del 30 giugno ai 20,015 miliardi del 30 settembre. La casa automobilistica guidata da Sergio Marchionne, hanno calcolato gli analisti del Credit Suisse, ha bruciato cassa nel core business al ritmo di 15 milioni al giorno. In tutto 1,4 miliardi di cassa consumata che hanno spinto Fiat a rivedere al rialzo le previsioni di indebitamento netto industriale per l’intero esercizio a 6,5 miliardi rispetto alle indicazioni precedenti di 5,5-6 miliardi.
Col senno di poi, si capisce perchè il gruppo ha ritenuto di far scorta di liquidità raggiungendo i livelli elevati che avevano attirato l’attenzione della Consob. Nel terzo trimestre non solo Fiat ha bruciato cassa, ma ha anche lasciato scadere un bond da 1,3 miliardi senza rifinanziarlo a causa presumibilmente degli alti costi. A luglio, infatti, era stato collocato un prestito quadriennale al tasso del 7,75 per cento.
Considerato che una parte della liquidità è vincolata in vista del completamento dell’acquisizione Chrysler – il tetto per l’acquisto della quota mancante, in unica soluzione, è attualmente di 5,25 miliardi di dollari – e che l’auto continuerà ad assorbire cassa in Europa, è logica la politica del mettere fieno in cascina seguita finora. Fiat, sottolineano gli analisti del Credit Suisse, è oggi di gran lunga il gruppo che mostra «il più alto livello in assoluto di cash consumption rispetto a ogni altra società sotto nostra copertura».
In dettaglio, la liquidità si è prosciugata in particolare sul versante Fiat. Al 30 giugno scorso la liquidità disponibile, includendo 1,95 miliardi di linee di credito non utilizzate, era pari a 12,124 miliardi. A fine settembre, senza attingere alle linee di credito summenzionate, la posta era scesa invece a 9,77 miliardi. La liquidità della sola Chrysler – incluso poco più di 1 miliardo di linee di credito non utilizzate – è passata invece nello stesso periodo da 10,624 a 10,245 miliardi.
Al 30 settembre l’indebitamento netto industriale del gruppo (esclusi i servizi finanziari) risultava pari a 6,7 miliardi, in crescita di 1,3 miliardi rispetto al secondo trimestre, per effetto della cassa bruciata da Fiat (1,4 miliardi) e del flusso di cassa positivo di Chrysler per 0,1 miliardi. L’indebitamento netto della sola Fiat è salito a 5,5 miliardi, quello di Chrysler è sceso a 1,2 miliardi.