Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore 31/10/2012, 31 ottobre 2012
ALITALIA-CAI RIDUCE LE PERDITE CON RICAVI «UNA TANTUM»
Nei primi tre anni di attività l’Alitalia-Cai ha bruciato 678 milioni di euro, compresi anche i costi riconosciuti a fine 2008 alla vecchia compagnia pubblica. A causa delle perdite il patrimonio netto consolidato a fine 2011 si era ridotto a 479 milioni, rispetto alla dote iniziale, pari a 1.169 milioni, dei quali 323 milioni messi da Air France-Klm, il primo azionista della compagnia «italiana», con il 25 per cento. L’anno scorso sono i debiti finanziari sono aumentati, da 908 a 1.034 milioni, al lordo della liquidità, migliorata da 96 a 129 milioni. Calcolando anche i debiti di funzionamento (commerciali, fornitori) il totale dei debiti del gruppo presieduto da Roberto Colaninno a fine dicembre era di 2.108 milioni.
I dati sono tratti dall’analisi della nuova «Compagnia aerea italiana» elaborata da R&S (Mediobanca). L’Alitalia privata nel 2011 ha ridotto la perdita netta consolidata, da 167,6 a 69 milioni. Il contributo decisivo alla riduzione delle perdite nel 2011 è venuto dal saldo positivo «costi e ricavi diversi», non inclusi nel fatturato netto, saliti a 139 milioni dai 79 milioni del 2010 e dai 13 milioni del 2009. Proventi robusti, per lo più pagamenti una tantum generati da accordi commerciali con fornitori e partner. Sono entrate non ripetibili, segnalate anche dal revisore, Deloitte. Gli analisti di Mediobanca hanno compreso tali proventi nella gestione caratteristica, che esprime pertanto un miglioramento, benché sempre in perdita: il risultato corrente prima delle imposte è negativo per 23,5 milioni, rispetto ai -109,6 milioni del 2010.
Invece «R&S» riclassifica tra i proventi straordinari il saldo positivo di 21,9 milioni derivante dalle «condizioni di chiusura» definite con il commissario della vecchia Alitalia, Augusto Fantozzi, è una plusvalenza a favore della Cai nel saldo prezzo, un capitolo rimasto fumoso.
Nel 2007 – ricorda «R&S» – il fatturato netto consolidato di Alitalia (la sola società pubblica, senza considerare Air One che oggi è nel gruppo Cai) era stato pari a 4.487 milioni di euro. I ricavi 2011 della Cai, 3.478 milioni, sono un miliardo in meno: non è solo l’effetto della pressione della concorrenza sul prezzo dei biglietti, ma anche il segno della contrazione di attività della Cai e della perdita di quote di traffico: le quote di mercato nel traffico nazionale sono scese dal 51,6% del 2009 al 49,9% nel 2011. «R&S» fa notare che «gli altri principali operatori di traffico nazionale di linea sono Ryanair, Lufthansa, easyJet, Air France-Klm e Meridiana», insomma quasi tutti stranieri.
Il costo del carburante ha appesantito la gestione 2011, con un’incidenza sul fatturato netto aumentata al 30,5% nel 2011 dal 24,4% del 2010. Il costo del lavoro ha ridotto l’incidenza dal 22 al 20,8 per cento. La compagnia ha aumentato le «spese promozionali e pubblicitarie»: il 2% dei ricavi netti, cioè 69,6 milioni, rispetto all’1% del 2010 e 1,4% del 2009. Gli investimenti in immobilizzazioni materiali sono 114 milioni nel 2011 e 322,2 nel triennio, l’incidenza sui ricavi è inferiore alle principali compagnie. Alitalia compra pochi aerei: su una flotta a fine 2011 di 160 velivoli, con età media di 8,9 anni, solo 31 aerei erano di proprietà, il resto in affitto. Solo 22 sono jet a lungo raggio.
L’analisi di «R&S» non si estende al 2012. Nei primi nove mesi c’è una perdita netta di 173 milioni, in forte peggioramento sul 2011 (-25 milioni) e anche sul 2010 (-125 milioni): un risultato che nel 2013 potrebbe rendere urgente una ricapitalizzazione.