Stefano Vastano, l’Espresso 1/11/2012, 1 novembre 2012
LO SPRECO SOPRA BERLINO
I tedeschi quando si siedono a tavola non vanno per il sottile. Birra a fiumi, burro a volontà e tanti würstel li rendono, subito dopo gli americani, il popolo più grasso della terra. Ma il governo di Berlino doveva proprio investire, per convincerli a una dieta più sana, sei milioni di euro? Tanto costa la campagna "In Form", che il ministero della Salute di Berlino ha appena lanciato attraverso video e manifesti.
Si sa che in Germania il calcio è molto popolare. Ma era necessario che le squadre del FSV Frankfurt e dell’Offenbach, entrambe in serie B, dovessero costruirsi ognuna, con una spesa di 25 milioni, uno stadio da 20 mila posti? Hanno utilizzato entrambe soldi pubblici per le rispettive arene, che distano tra loro non più di cinque chilometri.
Berlino è un’attrazione. Lo sanno bene i deputati del Bundestag, che ogni anno invitano 450 elettori a un viaggio tutto pagato sulla Sprea. Ma questi tour in Parlamento devono costare al contribuente ben 30 milioni? Tanti ne stanzia ogni anno il governo per la gita nella capitale.
Sono tre esempi. «Ma bastano a farci capire», spiega Karl-Heinz Däke, «come i politici spendano i nostri soldi». Däke, 69 anni, ha appena publicato un libro di successo dal titolo "Gli spreconi di miliardi", contro la Casta in salsa teutonica che getterebbe al vento, ogni anno, almeno 30 miliardi di euro, il 5 per cento del totale della spesa pubblica che ammonta a 600 miliardi. Dal 1994 Däke è presidente del "Verband der Steuerzähler", l’Associazione dei contribuenti, 320 mila iscritti, la più numerosa e potente dopo l’Adac (l’Aci tedesca), e famosa per fare le pulci ad ogni borgomastro o pubblico amministratore spendaccione. «Controlliamo», dice orgoglioso Däke detto anche "Mister Tasse" nel suo ufficio sulla Französische Strasse a Berlino, «tutti i capitoli di spesa di governo, regioni e comuni». Il palazzo dove ha sede l’Associazione è a pochi passi dal Bundestag ed è uno dei più fotografati della capitale. All’ingresso brilla infatti «una delle nostre invenzioni a luci-rosse», e cioè "L’orologio dei debiti" che aggiorna, secondo per secondo, i miliardi di debiti accumulati nel paese: siamo a oltre 2.100 miliardi di euro, che significa 25 mila per ogni tedesco. «È a causa di questo rosso spaventoso che non possiamo tollerare gli spreconi», tuona il presidente. Il suo libro è un florilegio delle spese più assurde fatte coi soldi dei contribuenti. «In questo osceno sport», commenta, «i nostri ministri e premier non sono molto diversi dai tanto vituperati italiani». E invita a dare un occhio alla voce «milioni immolati per soddisfare l’Ego del singolo politico». Da qualche settimana, ad esempio, Kurt Beck, per decenni premier socialdemocratico in Renania-Palatinato, s’è dimesso (per motivi di salute, è stata la motivazione che ha addotto). Ma quel disastro da lui voluto all’autodromo del Nürburgring, un gigantesco Luna Park con ristoranti ed hotel che nessuno frequenta, è rimasto. «Una catastrofe costata», informa Däke, «la bellezza di 330 milioni». Poi c’è il metrò che a nessun turista di Berlino verrà mai in mente di prendere: la U55. Nel giro di 180 secondi esatti percorre i 1.800 metri tra la stazione centrale di Berlino ed il Bundestag. Inaugurata, dopo 14 anni di lavori, due anni fa, la cosiddetta "Metropolitana del Cancelliere" resta «con uno spreco di 320 milioni il più inutile monumento alla vanagloria dei politici». Il responsabile del ministero della Ricerca e Sviluppo, Dirk Niebel, era per eliminare questo dicastero che considerava «inutile». Ma appena nominato ha aperto un nuovo dipartimento «assumendo 180 impiegati».
Ogni anno l’associazione pubblica "Il Libro Nero del contribuente" ed è naturalmente invisa ai politici. Tutti, persino i Verdi che se la sono presa da quando è stata pubblicizzata la storia dei 9 milioni bruciati ad Amburgo. Tanti ne ha spesi l’anno scorso la Città-Stato anseatica per la campagna "Amburgo capitale dell’ambiente d’Europa", titolo che peraltro non è nemmeno riuscita ad ottenere.
Ma gli sprechi maggiori si verificano quando è lo Stato a gestire cantieri ed opere pubbliche: «In quel campo si capisce che la Repubblica è una vera frana». E qui i casi abbondano. Nel 1992 il comune di Halstenbeck, 15 mila anime nella regione dello Schleswig-Holstein, decise di costruire per cinque milioni di marchi un centro sportivo con tetto ovale. I costi, all’inaugurazione nel 1996, erano saliti a 16 milioni, ma il 5 febbraio dell’anno successivo il tetto crollò. «Solo da tre anni», chiosa Däke, «questo comune ha una palestra costata milioni ed enormi figuracce». Fatte le proporzioni, le figuracce si stanno ripetendo sia per la Filarmonica ad Amburgo sia per l’aeroporto di Berlino. La nuova "Elbe-Philharmonie", un progetto firmato dal famoso studio Herzog & de Meuron, doveva aprire l’anno scorso e costare sui 115 milioni: «Non è ancora finita e sinora si sono spesi 460 milioni». Il Willy Brandt International, futuro aeroporto della capitale, doveva aprire l’estate scorsa e costare 2,4 miliardi di euro. Non è ancora stato inaugurato e a oggi non si sa quando sarà in grado di funzionare: «Prevedo che spenderemo non meno di 3,5 miliardi».
A far infuriare Karl Heinz Däke sono le sovvenzioni a pioggia, spesso inutili. Per 230 mila euro il ministero della Salute finanzia una ricerca della ditta Satimex «per colorare carote biologiche». Mentre il ministero della Ricerca sta investendo 270 mila euro «per un succo di mela color rosso». E per 320 mila il dicastero della Cultura sostiene asili-nido, non in Germania, ma in Cina. Il contribuente tedesco ha anche finanziato a sua insaputa "Inglourious Basterds", il film di Quentin Tarantino. Angela Merkel, appassionata di Wagner sponsorizza per 2,3 milioni di euro il Festival di Bayreuth. «I limiti del federalismo», sbotta Däke, «si toccano con i 4 milioni con cui il governo di Berlino sostiene la Costantin Film per girare in 3D "Tarzan"». A cui si aggiungono 3,25 milioni concessi dai Länder Baviera e Bassa Sassonia. L’immagine della Germania come perfetto sistema federale e amministrazione modello è un mito da sfatere? «Berlino», risponde Däke, «è da decenni capitale, ma abbiamo una doppia amministrazione». Solo il fatto che i dicasteri di Difesa, Ambiente, Agricoltura e Salute siano a Bonn «costa 25 milioni l’anno».