Lirio Abbate, l’Espresso 1/11/2012, 1 novembre 2012
E LA MAFIA SI ASTIENE
La mafia si è astenuta dal voto in questa tornata elettorale per eleggere il nuovo governatore e rinnovare del parlamento siciliano. Non sappiamo cosa possono aver fatto i mafiosi a piede libero, su quali scelte politiche si sono indirizzati. Possiamo però affermare con certezza che i boss detenuti hanno preferito non votare. E di solito i mafiosi detenuti fanno ciò che viene indicato da quelli ancora liberi. L’astensione così massiccia in tutta la Sicilia non era mai avvenuta anche fra i detenuti, tanto che i seggi aperti nelle carceri sono stati deserti. Nessuno di loro si è presentato a votare. Anche i mafiosi fanno dunque parte del popolo degli astensionisti che ha toccato quota 53 per cento.
Per far comprendere meglio ciò che è accaduto in Sicilia basta dire che su 7.050 detenuti hanno votato solo in 46: si tratta di carcerati comuni e non di mafia. All’istituto di pena di Pagliarelli a Palermo dove si trovano rinchiusi i mafiosi, su 1.300 detenuti solo uno si è presentato al seggio elettorale. Stesso identico atteggiamento a Catania, Agrigento e Caltanissetta. Uno scenario che ribalta, anzi trasforma ciò che in passato è stato fatto proprio dai detenuti che facevano la fila in carcere per votare il proprio candidato che in gran parte dei casi risultava essere quasi sempre lo stesso o dello stesso partito. Forse adesso i mafiosi sono rimasti a guardare. Si sono allontanati da questa competizione probabilmente per tanti motivi che forse un giorno qualche collaboratore di giustizia potrà spiegare. Eppure in passato i mafiosi hanno sempre appoggiato il "cavallo vincente". Perché gli uomini di Cosa nostra hanno sempre avuto l’intuito di puntare sul candidato che avrebbe potuto farcela. I pentiti hanno sempre spiegato che la mafia non ha colore, e sta con chi ha il potere in mano. Forse questa volta i mafiosi hanno intuito che a vincere poteva essere Rosario Crocetta che fin da subito, anche per la sua storia personale, ha tuonato contro Cosa nostra, e allora forse non era il caso di avvicinarlo. Sta di fatto che a questa tornata elettorale dalle carceri arriva un segnale diverso. Stare lontani da questi politici. Forse vogliono stare a guardare alla finestra e imboccare la porta d’ingresso dei politici quando sarà il momento di fare affari. Si spera, in quel caso, che la politica abbia la forza di tenersi lontana dalla mafia.