Stefano Feltri, il Fatto Quotidiano 30/10/2012, 30 ottobre 2012
Dopo B., anche De Benedetti fa un passo indietro Quattro anni dopo averlo annunciato, Carlo De Benedetti completa il passaggio generazionale nel gruppo che ha fondato
Dopo B., anche De Benedetti fa un passo indietro Quattro anni dopo averlo annunciato, Carlo De Benedetti completa il passaggio generazionale nel gruppo che ha fondato. O meglio, rinnova l’annuncio: nelle prossime settimane trasferirà a titolo gratuito le quote con cui oggi controlla il 45 per cento della Cir, la holding di comando del gruppo, ai figli. A sancire la transizione Rodolfo De Benedetti diventerà presidente esecutivo, dopo 19 anni da amministratore delegato. L’Ingegnere manterrà un posto in cda e una presidenza onoraria della Cir, oltre a quella del gruppo Espresso, la parte della galassia che lo appassiona di più, quella editoriale. Rodolfo non ha mai mostrato lo stesso attaccamento del padre ai giornali, su tutti il quotidiano Repubblica e il settimanale l’E spress o , ma ha promesso una continuità di gestione. E lo dimostra il fatto che il nuovo amministratore delegato della Cir, su proposta di Rodolfo e d’intesa con Carlo, sarà Monica Mondardini, che continuerà a guidare anche il gruppo Espresso. CI SONO due letture di questa svolta, una industriale, l’altra politica e simbolica. Di certo la Cir è in una fase complicata, nei primi nove mesi del 2012 ha perso 9 milioni di euro, contro i 15 di utile dello stesso periodo nel 2011, “a causa del minore contributo delle società più attive nel mercato domestico, in particolare Sorgenia ed Espresso”. Sorgenia si occupa di energie rinnovabili ed è in perdita di 77,1 milioni, anche per colpa della recessione. Il gruppo Espresso sconta ricavi in calo del 9 per cento rispetto al 2011, scende anche la pubblicità e la vendita dei prodotti collaterali. C’è quindi l’ipotesi che Carlo De Benedetti voglia stare un po’ in disparte in questa fase di tagli e sacrifici che ha spinto tutti i giornalisti del gruppo a scioperare, sabato scorso, contro il piano aziendale di ristrutturazione. Ma De Benedetti non è solo un imprenditore. É il grande nemico di Silvio Berlusconi, con cui duella dai tempi della guerra di Segrate nel 1991: il Cavaliere strappò la Mondadori all’Ingegnere, ma soltanto grazie a un giudice corrotto. E nel 2011 la Cir ha avuto da Mediaset un risarcimento di 564 milioni di euro per il quale Berlusconi soffre ancora parecchio (e spera che la Cassazione ribalti il giudizio della Corte d’appello). Ora che Berlusconi ha annunciato che non si ricandiderà premier, la guerra di Segrate – combattuta anche tramite i rispettivi media – è davvero finita. E, come Berlusconi, anche De Benedetti lascia la prima fila. Ma non se ne va del tutto. Berlusconi continuerà a scegliere i parlamentari, De Benedetti avrà un ruolo nella scelta dei direttori. Il libro che l’Inge - gnere, a 78 anni, ha appena pubblicato per Einaudi, Mettersi in gioco, rivela però anche un pessimismo profondo di fronte alla crisi: “Non è detto che ce la faremo ancora una volta. Oggi per la prima volta il mondo non ci appare più come la palestra per una infinita crescita della nostra capacità di produrre ricchezza”. E come metafora usa il libro di Cormac McCarthy La Strada: un padre e un figlio, in uno scenario post atomico, spingono un carrello con le loro povere cose su una strada vuota e pericolosa. Cercando un mare che non si trova. Twitter @ stefanofeltri