Maurizio Caverzan, il Giornale 1/11/2012, 1 novembre 2012
Che barba che noia Fazio e Saviano in «crisi di coppia» - Dividete quei due. Separateli. In modo consensuale, senza scenate e senza traumi
Che barba che noia Fazio e Saviano in «crisi di coppia» - Dividete quei due. Separateli. In modo consensuale, senza scenate e senza traumi. Da buoni amici, ognuno per la propria strada televisiva. È stato bello e anche intenso. Una novità riconosciuta Vieniviaconme , con le milionate di telespettatori e la scia mediatica che aveva generato. Un po’ meno dirompente ma sempre tonica Quellochenonho , in libera uscita su La7, che costava un milione a puntata e di ascolti ne faceva quanto un Santoro qualsiasi (13 per cento o giù di lì) che costa un quarto. Adesso nel lunedì di Che tempo che fa siamo precipitati come Baumgartner al 9 per cento. Certo, qualche punto in più della media di rete che in quel giorno era piuttosto fiacca. Va bene. Ma chi ha negli occhi e nelle orecchie il rutilar di tanti e tali successi come può acconciarsi al galleggiamento? La premiata ditta Fazio&Saviano era sinonimo di evento televisivo, di prime pagine e polemiche infuocate. Come può accettare una normalità così malinconica come quei campioni che hanno vinto Mondiali e Champions League e ora giocano nel campionato svizzero o australiano? Pietà. Ne abbiamo già tante di malinconie da metabolizzare... L’altra sera Che tempo che fa ha raccolto il 9,36 per cento di share con 2 milioni 700mila telespettatori medi, seicentomila in meno della precedente puntata con Saviano (trecentomila meno dell’ultima, quando Saviano non c’era).Il picco di ascolto è stato toccato all’inizio durante le interviste a Nichi Vendola e a David Grossman, il quale si è accomodato con un Shalom ricambiato dal correttissimo Fazio (a quando Allah è grande ?). Quando è entrato in scena Saviano, alle 22,20 circa, lo share vivacchiava attorno al 9 per cento ed è lentamente risalito di un punto durante la lunga lezione sulle faide di camorra, culminata nell’appello al governo dopo la tragica ed erronea uccisione di Pasquale Romano detto Lino, avvenuta a metà ottobre. «Questo non è “un“ problema; è “il“ problema», ha concluso l’autore di Gomorra . Al quale, com’è noto, gli argomenti non mancano. Ma sulla gerarchia delle emergenze italiane ci sarebbe quanto meno da discutere. Tuttavia qui è d’altro che si vuol parlare. Fino a qualche uscita fa, Saviano era un crack della tv, un fuoriclasse, un elemento di rottura, portatore di un valore e di spettatori aggiunti nel copione che lo ospitava. Un top-artist, per dirla con linguaggio calcistico. Ora si è lentamente normalizzato, omologato, assorbito dal politicamente corretto che finisce per omogeneizzare tutto e tutti. Si badi, queste osservazioni non avrebbero motivo se i protagonisti si fossero sempre proposti niente più che come intrattenitori. Se avessero detto, alla Bennato: è solo televisione. Invece la premiata ditta ha sempre rivendicato una certa carica messianica, un’ambizione pedagogica verso le masse incolte. Ad esser buoni, ha sempre fatto intendere di essere un riflesso nello specchio degli ottimati benpensanti, dei migliori. Eppure, proprio restando sul terreno della televisiùn , cresce la sensazione che Fabio e Roberto siano entrati nella fase delle coppie mature. Quando lui e lei sono così amalgamati che è l’abitudine a permeare la convivenza, ormai incapace di un guizzo, di un sussulto, persino di un litigio aspro ma rigeneratore. Fazio e Saviano sono entrambi così perbene, educati, corretti, professionali da divenire ritualmente indissolubili. Per ascoltare uno devi sorbirti anche l’altro e viceversa. Non si sa molto dei lavori in corso per il prossimo Festival di Sanremo. Solo che con Fazio ci sarà immancabilmente Luciana Littizzetto. Qui vorremmo preventivamente scongiurare l’obbligo di prenderne uno e pagarne tre. Fabio e Roberto, separatevi. È un consiglio amichevole. In fondo, se ci pensate, è la via migliore per reinventarvi.