il Fatto Quotidiano 31/10/2012, 31 ottobre 2012
Il tramonto del vascello Pirata – La vaghezza dei programmi del Partito Pirata in vista delle elezioni dell’anno prossimo sta alienando al movimento le simpatie degli elettori
Il tramonto del vascello Pirata – La vaghezza dei programmi del Partito Pirata in vista delle elezioni dell’anno prossimo sta alienando al movimento le simpatie degli elettori. Ma è anche una questione di comportamenti: qualche giorno fa uno dei massimi esponenti del partito, Johannes Ponader, è finito sulle prime pagine di tutti i giornali per essersi comportato in maniera discutibile durante un talk-show televisivo. Cosa ha fatto? Si è fatto massaggiare i piedi, ha abbracciato ripetutamente la conduttrice del programma e ha parlato diffusamente della sua vita amorosa turbolenta e per molti aspetti scandalosa. La scorsa primavera il partito era dato al 13%, ma l’elettorato ha cominciato a sospettare che quello dei Pirati sia solo spettacolo e così, secondo il sondaggio più recente, il partito è precipitato al 5% col rischio di non superare la soglia di sbarramento e di rimanere fuori del Bundestag. “Non offriamo un programma, ma un sistema operativo”, dichiarava un anno fa Marina Weisband, allora leader del partito. In realtà qualche semplice aggiornamento del sistema operativo non basta a conquistare elettori né a governare il Paese. Per farlo ci vogliono i programmi. Insomma oltre all’hardware ci vuole un ottimo software. A TUTT’OGGI non si sa ancora chi sarà il leader alle prossime elezioni politiche. Molti esponenti di primo piano, tra cui la stessa Weisband, hanno fatto un passo indietro. Nel partito regna la più totale confusione. Ad esempio Schlomer, eletto sei mesi fa segretario del partito, non ha ancora preso possesso della carica. Altri leader, tra cui Sebastian Nerz, vice di Schlomer, hanno annunciato la loro intenzione di non candidarsi alle prossime elezioni. “Il nostro principale problema, scandali personali a parte, è che non sembriamo in grado di comunicare alcunché di concreto agli elettori”, ha dichiarato Nerz. Le polemiche non mancano. L’editore di Julia Schramm, figura di primo piano del partito a Berlino, ha sporto una denuncia contro ignoti dopo essersi accorto che molti scaricavano da Internet copie piratate del libro scritto dalla Schramm, iniziativa questa in contraddizione con la posizione del partito che si batte per l’abolizione del copyright. La cosa grave è che Julia non ha preso posizione contro il suo editore. Nei quattro Land nei quali il Partito Pirata ha eletto dei rappresentanti, i primi passi di questi novellini della politica hanno suscitato la meraviglia e il dileggio degli altri partiti. Il fatto è che molti sono impreparati. Jasmim Maurer, 23 anni, dice: “È come andare all’università. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo”. Sei mesi fa Jasmin aveva abbandonato gli studi presso la facoltà di giurisprudenza senza conseguire la laurea e ora è uno dei quattro rappresentanti del Partito Pirata nel parlamentino del Saarland, è membro della Commissione istruzione e da lei ci si aspetta una competenza che chiaramente non può avere. Il partito aveva basato la sua campagna elettorale sulla trasparenza, ma non è riuscito a mantenere le promesse. “Abbiamo le mani legate”, si lamenta Michael Neyses. “La legge ci vieta persino di mettere sul nostro sito i documenti del nostro gruppo parlamentare”. ALL’INIZIO le parole d’ordine dei Pirati hanno fatto presa sull’opinione pubblica, ma piano piano ci si è accorti che al partito mancano solide fondamenta politiche in grado di unificare le varie posizioni. Spesso gli elettori non riescono a capire come la pensa il partito su determinate questioni. In sostanza al momento sembra vacillare persino lo zoccolo duro del partito. Quando la leadership ha chiesto ai simpatizzanti di avanzare on line proposte politiche e suggerimenti, le risposte sono state pochissime. Brutto segno per un movimento che puntava a diffondere la “democrazia partecipativa” grazie alla rete. © 2012 Der Spiegel – Distribuito da The New York Times Syndicate Traduzione di Carlo Antonio Biscotto