Carl Zimmer, la Repubblica 01/11/2012, 1 novembre 2012
INFLUENZA ADDIO “ARRIVA IL VACCINO CHE DURA UNA VITA”
[Allo studio un farmaco non solo stagionale Aiuterà a combattere tutte le epidemie] –
L’influenza comincia a farsi sentire. Quest’anno medici e farmacisti hanno un nuovo stock di vaccini da offrire ai pazienti. Di solito questi forniscono una protezione a tempo contro il virus. Se i vaccini per le altre malattie durano anni o perfino decenni, contro l’influenza bisognerà vaccinarsi di nuovo il prossimo autunno. «È l’unico vaccino che aggiorniamo di anno in anno», dice Gary J. Nabel, direttore del Centro ricerche sui vaccini americano (Vrc) al National Institute of Allergy and Infectious Diseases.
È sempre stato così da quando, negli anni Cinquanta, venne creato il vaccino antinfluenzale. Tuttavia, diversi studi fanno sperare nella creazione di vaccini di lunga durata. «L’obiettivo è far fare due vaccinazioni da giovani e alcuni richiami nel corso della vita», dice Nabel
e aggiunge che verrà raggiunto in pochi anni.
Questo vaccino aiuterebbe a combattere le epidemie influenzali stagionali, che ogni anno uccidono circa 500.000 persone. In un articolo pubblicato sulla rivista
Influenza and Other Respiratory Viruses,
Sarah Gilbert, dell’Università di Oxford, sostiene che i suoi benefici potrebbero essere maggiori. A intervalli regolari, si diffonde nel mondo un tipo di influenza radicalmente nuovo. Si stima che la pandemia del 1918 abbia ucciso 50 milioni di persone. Oggi gli scienziati non sono in grado di mettere a punto un vaccino per una nuova pandemia se non dopo che si sia diffusa. Un vaccino universale potrebbe combatterla subito. «Una vaccinazione universale con vaccini universali metterebbe fine alla minaccia di un disastro globale causato da una pandemia» scrive Gilbert.
I vaccini migliorano la protezione offerta dal sistema immunitario. Nella battaglia contro l’influenza la maggior parte del lavoro è svolta da due tipi di cellule immunitarie. I linfociti B producono anticorpi che possono agganciare i virus in circolazione impedendo di entrare nelle cellule. Se invece questi entrano, il corpo ricorre a un’altra difesa. Le cellule infette raccolgono alcune proteine del virus e le attaccano sulla propria superficie. Delle cellule immunitarie, note come linfociti T, ci passano sopra e se i loro recettori agganciano le proteine del virus, riconoscono che la cellula è infetta; a quel punto, i linfociti T liberano delle molecole che uccidono la cellula.
Oggi i vaccini antinfluenzali proteggono le persone dal virus consentendogli di creare in anticipo gli anticorpi. Il vaccino contiene frammenti di una proteina che si trova sulla superficie del virus, detta emoagglutinina. I linfociti B che incontrano i frammenti del vaccino imparano come creare gli anticorpi e, quando le persone vaccinate si infettano, li scatenano rapidamente contro il virus.
Ma il vaccino tradizionale protegge solo contro virus in-
fluenzali con una emoagglutinina corrispondente. La sfida è sfuggire a questo ciclo con un vaccino che può agire contro ogni tipo di influenza: un antidoto universale in grado di attaccare una parte del virus che muta poco di anno in anno.
Gilbert e i colleghi di Oxford stanno cercando di realizzare un vaccino basato sui linfociti T: hanno scoperto che, quando questi imparano a riconoscere le proteine di un virus, possono attaccarne molti altri tipi. Anche altri ricercatori stanno elaborando su questo tipo di farmaci.
La prima intuizione che esistano questi anticorpi risale al 1993. Alcuni ricercatori giapponesi infettarono dei topi con il virus influenzale H1N1 e scoprirono che questi animali erano protetti anche rispetto all’influenza H2N2. Dopo oltre 15 anni Ian Wilson e i colleghi dello Scripps Research Institute hanno cominciato a isolare anticorpi che offrono questa protezione ampia per dimostrare il loro funzionamento. Hanno capito che aggrediscono parti diverse del virus influenzale rispetto a quelli prodotti oggi. I vaccini attuali stimolano i linfociti B a creare anticorpi che si attaccano sulla superficie della proteina emoagglutinina. Recentemente è stato scoperto un nuovo anticorpo che si inserisce invece in un solco sulla superficie dell’emoagglutinina e riesce a fissarsi a un’ampia gamma di virus influenzali. Altre ricerche invece hanno isolato un anticorpo in grado di bloccare l’influenza A e B.
Ora la sfida è capire come fare perché il corpo li produca. «Questo è un problema strutturale dell’immunologia», dice Nabel.