Francesco Grignetti, La Stampa 01/11/2012, 1 novembre 2012
DOPO L’OK ALL’ANTICORRUZIONE UN DECRETO SUI NON CANDIDABILI
Con l’ultimo voto del Parlamento, da ieri l’Anticorruzione è legge. C’è da registrare la soddisfazione di Paola Severino: «Si poteva fare di più? Mi sembra un ritornello. Si può sempre fare di più, ma ciò non vuol dire che ci siano stati compromessi politici al ribasso».
Resta un’eco polemica su quello che, secondo i magistrati, manca da questa legge: un allungamento delle prescrizioni, modifiche al voto di scambio, il falso in bilancio, prescrizione, voto di scambio e autoriciclaggio. Sulla prescrizione, spiega la Severino, «si è intrapreso uno studio approfondito», sul falso in bilancio c’è un ddl alla Camera che si discuterà nei prossimi giorni, anche sul voto di scambio pendono diverse proposte, infine sull’autoriciclaggio potrebbe arrivare una fattispecie che colpisce l’uso dei profitti illeciti. «C’è stato un invito del Parlamento conclude la Severino - a prendere in considerazione questi temi che erano fermi da anni. Io non posso che condividere questa volontà politica e credo che questo governo abbia i mezzi tecnici per intervenire».
Prossimo passo, però, già ad inizio della settimana prossima con un vertice tra i ministri interessati, sarà l’emanazione di un decreto attuativo per regolare la incandidabilità di cittadini che fossero condannati con sentenza definitiva per reati gravi e per reati contro la Pubblica amministrazione. Le nuove regole entreranno in vigore in tempo per le prossime elezioni politiche.
Riepilogando le novità della legge, il primo caposaldo è la prevenzione. Innanzitutto un codice etico per i dipendenti pubblici (tra cui il divieto di accettare regali costosi, o di prendere incarichi da società private del settore che si curava da dirigente pubblico, o ancora di passare dalla politica a incarichi dirigenziali se non trascorre almeno un anno) e una massiccia dose di trasparenza. Sul web finiranno i dati patrimoniali dei dirigenti e di tutti quelli che hanno incarichi politici di livello statale, regionale e locale. Le stazioni appaltanti dovranno mettere su internet l’oggetto del bando, gli operatori invitati a presentare le offerte, l’aggiudicatario, l’importo, i tempi di completamento dell’opera e l’importo delle somme liquidate. Le amministrazioni avranno l’obbligo di rendere accessibili agli interessati in via telematica le informazioni relative ai procedimenti amministrativi che li riguardano, «ivi comprese quelle relative allo stato della procedura, ai relativi tempi e allo specifico ufficio competente in ogni singola fase». Le amministrazioni dovranno dotarsi di Piani anticorruzione, con relativo dirigente responsabile.
Cambia anche la parte repressiva. Nascono due nuovi reati: il Traffico di influenze illecite e la Corruzione tra privati. Aumentano le pene per tutti i reati contro la Pubblica amministrazione. Cambia volto, invece, la concussione, che è un reato gravissimo se attuata mediante costrizione, e invece diventa reato lieve, con sanzioni anche per chi vi sottostà, nel caso di “induzione”. Se condannati per peculato, concussione o corruzione, scatta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione dagli appalti pubblici.Né sì né no al Ponte sullo stretto di Messina: la più controversa fra le grandi opera italiane rimarrà in stand-by per almeno altri due anni. Nella notte infatti il Consiglio dei ministri ha deciso di prorogare, per un periodo complessivo di ventiquattro mesi (ma potrebbero esserci degli slittamenti), i termini per l’approvazione del progetto definitivo, « al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità».
La nota del governo alla fine della riunione precisa che «tale decisione è motivata dalla necessità di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale, ed è in linea con la proposta della Commissione europea dell’ottobre 2011 di non includere più questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei». Fra le ragioni potrebbe esserci anche quella di non pagare penali per l’annullamento dell’opera, o almeno di rinviarle.