Milena Gabanelli-Sigfrido Ranucci, Corrier della Sera 31/10/2012, 31 ottobre 2012
SUITE PER MILANESE DAL RE DELLE SLOT
Le tracce sono nell’hard disk sequestrato nella sede di Atlantis Bplus a Roma. Nei pc della più grande concessionaria italiana di slot machine e vlt di proprietà di Francesco Corallo, gli investigatori della Guardia di Finanza hanno trovato, tra altre cose, due email e copia dei documenti personali di Manuela Bravi, ex portavoce di Giulio Tremonti, e quelli del suo consigliere politico Marco Milanese.
Una solerte impiegata di Atlantis Bplus, nella primavera del 2010 invia una email per prenotare una Mercedes da sei posti con tanto di autista per trasportare dall’aeroporto di Nizza al Beach Hotel di Montecarlo un’allegra compagnia formata tra gli altri da Francesco Corallo, oggi latitante in Sud America, il suo ex manager e amico l’onorevole Amedeo Laboccetta, e la coppia Marco Milanese e Manuela Bravi. Per quest’ultimi due, si legge nella email indirizzata all’ufficio marketing del Casino monegasco, viene richiesta una junior suite, dal 13 al 17 maggio. L’occasione è quelle da non perdere: il Gran premio di Formula Uno.
Ma la gita salta: in albergo c’è il tutto esaurito. Milanese, da noi interpellato, dichiara invece che avrebbe lui stesso rinunciato al viaggio. Il parlamentare del Pdl però non ha voluto spiegare come mai, tra tante agenzie di viaggio, comprese quelle a disposizione della camera dei deputati, a organizzare la gita a Montecarlo ci ha pensato proprio la segreteria di Francesco Corallo.
Il sospetto degli investigatori è che il viaggio organizzato per Milanese e la sua compagna rientrasse in quel tipo di omaggi di cui l’ex braccio destro di Tremonti aveva già beneficiato e dei quali aveva raccontato Paolo Viscione alla Procura di Napoli.
Proprio Viscione, imprenditore nel campo delle assicurazioni, aveva parlato di viaggi a New York, pagati a Milanese e alla sua compagna in occasione di un Capodanno, ma anche di orologi e auto di lusso donati all’ex ufficiale della Guardia di Finanza in cambio di protezione dalle inchieste della magistratura.
Viscione aveva anche raccontato che era stato Milanese a metterlo in contatto con Ponzellini perché Bpm finanziasse Giovanni Lettieri, l’ex candidato sindaco di Napoli, interessato ad acquistare le sue società di assicurazioni. Se l’operazione fosse andata a buon fine, secondo la versione dell’imprenditore napoletano, Ponzellini, Cannalire e Milanese avrebbero percepito il 10%. Sia l’ex braccio destro di Tremonti che il banchiere, pur confermando i contatti con Viscione hanno negato qualsiasi accordo di questo tipo.
Milanese oggi è anche indagato nella vicenda Bpm per associazione per delinquere e corruzione insieme con Ponzellini e Corallo. La Procura di Milano ha chiesto alla Camera di poter acquisire i tabulati telefonici del deputato del Pdl relativi al periodo che va dal primo gennaio 2010 fino al novembre del 2011. Per i magistrati, Milanese avrebbe facilitato il finanziamento di circa 145 milioni di euro da parte di Bpm a Bplus di Corallo.
È stato Pietro Lonardi, ex consigliere della Popolare, a dichiarare a Report (che da mesi sta lavorando a un’inchiesta sulla Bpm) che all’interno del Consiglio di amministrazione di Bpm circolava la voce che dietro il finanziamento a Corallo, ci fosse «un favore fatto a Milanese e a Tremonti». In altre parole: nel 2010 il governo per dare impulso ai giochi vara una norma che consente di mettere la concessione a garanzia dei prestiti bancari. Corallo che si ritrova ad avere bisogno di soldi, avrebbe la strada spianata.
Corallo però è una persona generosa, e lo sanno bene tutti quei dirigenti dei Monopoli, della Sogei, che controllava le concessionarie dei giochi Bplus, e gli ispettori che dal proprietario di Atlantis Bplus, hanno ricevuto come regalo di Natale nel 2008, 2009, 2010 lettori Blu-Ray, navigatori, macchine fotografiche e Blackberry. È quanto emerge dalla lunga lista in formato Excel custodita nei pc di Corallo.
Milena Gabanelli
Sigfrido Ranucci