Valentina Errante, Il Messaggero 31/10/2012, 31 ottobre 2012
ROMA, LO SCANDALO DEL SALE NOCIVO
La denuncia dell’Unione sindacale di base era partita il 21 febbraio scorso. Perché in piena emergenza neve, a Roma, i dipendenti dell’Ama si erano trovati a spargere uno strano sale per le strade, una sostanza urticante senza sapere bene cosa fosse. E adesso sul registro degli indagati, con l’ipotesi di violazione delle norme sulla sicurezza sull lavoro, è finito il nome del responsabile della Protezione civile della Capitale, Tommaso Profeta.
Insieme a Profeta anche Paolo Cafaggi, già direttore dell’Ufficio condono del Comune e adesso responsabile dell’Unità organizzativa gestione emergenze del Campidoglio. Poi un altro funzionario dello stesso ufficio. La conclusione delle indagini, coordinate dal pm Pietro Pollidori è che le strade, i marciapiede, le scale d’accesso alla metro e gli spazi antistanti agli ospedali, siano stati ricoperti da calcio cloruro diidratato solvay. Una sostanza nociva che avrebbe messo in pericolo i lavoratori e i cittadini. Secondo la scheda tecnica, allegata alla denuncia dell’Usb e firmata da una biologa del Cnr di Pisa, il materiale dovrebbe essere sparso lontano dai centri abitati con strumenti meccanici e specifiche misure di sicurezza, come occhiali e guanti speciali a causa della potenziale tossicità. Ma soprattutto in luoghi non frequentati, come le piste aeroportuali e le autostrade, per evitare possibili contatti e rischi per la salute pubblica. La sostanza, che blocca il processo di solidificazione della neve ed evita la formazione di strati di ghiaccio, è nociva. Ma gli accertamenti, delegati dal pm alla direzione provinciale dell’ispettorato del ministero del Lavoro, hanno rivelato che i dipendenti Ama non erano stati né formati, sulle modalità di impego di quel materiale, né informati, sulla potenziale tossicità.
Il pm, che a breve potrebbe già chiudere le indagini, sostiene che sia stato violato l’articolo 26 del testo unico sulla sicurezza sul lavoro che definisce gli obblighi «connessi ai contratti d’appalto o d’opera e di somministrazione». Secondo la procura, i lavoratori avrebbero dovuto conoscere i rischi ai quali erano esposti.
Erano stati gli stessi dipendenti Ama a rivolgersi al sindacato, i sintomi erano stati diversi: rush cutaneo o leggere difficoltà nella respirazione. E l’Usb aveva presentato esposti nei confronti dell’Ama al Prefetto, alla Procura e alle Asl, allegando la scheda tecnica su quella sotanza. Ma per il pm la responsabilità è del coordinamento emergenze e in particolare della Protezione civile che, in casi di crisi, dispone del personale del Comune. tanto più che il via libera all’impiego del calcio cloruro era arrivato dal X Dipartimento del Campidoglio, con la firma di Profeta e degli altri due dirigenti indagati. E’ stata Teresa Pascucci dell’Usb Roma e Lazio a riferire all’Ispettorato del Ministero le tesimonianze dei lavoratori «per tutelarli ed evitare politiche ritorsive da parte dell’azienda», spiega adesso la sindacalista. Ed è emerso che molti, in un primo momento, si erano trovati addirittura a spargere quella sostanza senza pale, con le mani, e si erano accorti che gli stessi guanti si squamavano. Poi, nella sede del sindacato, erano arrivate le foto dei sacchi che contenevano quella sostanza, con la specifica del materiale. Prove oggi allegate al fascicolo. «Non possiamo accettare che le situazioni di emergenza per leggerezza nella gestione dei piani possano mettere a repentaglio la salute dei cittadini», dichiara adesso Teresa Pascucci.
Intanto dalla Protezione civile arriva la smentita a ogni ipotesi di accusa e una non troppo velata attribuzione di responsabilità ad Ama. «Sono stati acquistati e utilizzati prodotti regolarmente impiegati allo scopo - si legge in una nota - e tutte le indicazioni d’uso sono state fornite ai responsabili dei vari settori operativi, ciascuno dei quali è datore di lavoro - in occasione delle molteplici riunioni tenutesi al Centro operativo comunale insediato presso la Protezione civile. Le modalità d’uso - continua il documento - sono stampate in grande evidenza sulla confezione. Si precisa, inoltre, che la Protezione civile coordina le attività in emergenza rispetto alle quali ciascun braccio operativo è datore di lavoro per le forze impiegate, e quindi è soggetto agli obblighi di legge che ne derivano».