Sabrina Giannini, Report 28/10/2012, 28 ottobre 2012
Report, domenica 28 ottobre INSAZIABILI Antonio di Pietro – presidente Italia dei Valori: Io prendo atto che a voi interessa più lo stuzzicadenti che la trave, lei sta producendo nei confronti di un partito che ha avuto un giudice, ha avuto giudice penale, civile, amministrativo e contabile che ha controllato tutto
Report, domenica 28 ottobre INSAZIABILI Antonio di Pietro – presidente Italia dei Valori: Io prendo atto che a voi interessa più lo stuzzicadenti che la trave, lei sta producendo nei confronti di un partito che ha avuto un giudice, ha avuto giudice penale, civile, amministrativo e contabile che ha controllato tutto. Report realizza un servizio pubblico prendendosela con noi invece che guardare le travi, ne prendo atto. Sabrina Giannini: Lei che ne sa di quelli con cui me la prendo? Ma non c’è il numero di Marruccio? Datemi il numero di telefono. Pronto? Maruccio? Pronto? Sabrina giannini fuori campo: Antonio Di Pietro sta cercando di contattare il suo avvocato Vincenzo Maruccio… proprio quel Maruccio capogruppo nel Lazio che pochi giorni dopo questa intervista diventerà una trave… Tg3 su Maruccio: La prossima settimana Maruccio verrà sentito in Procura, gli inquirenti dovranno cercare di capire il perché di tutti quei piccoli bonifici fatti dai fondi del gruppo ai suoi dieci contocorrenti. Sabrina Giannini fuori campo: Il simbolo di mani pulite sa meglio di chiunque altro che una pagliuzza, o uno stuzzicadenti come dice lui, diventa una trave se la magistratura la vede. Domenico Morace – ex dirigente italia dei Valori Bologna: Io feci una denuncia querela in Procura che riguardava l’intero partito Italia dei Valori per quanto riguarda il territorio di Bologna e la provincia di Bologna e chiedevo di essere sentito sui fondi regionali destinati al gruppo regionale Idv. L’ho chiesto 2 anni fa e non ho avuto mai avuto la soddisfazione di essere chiamato se non in concomitanza, successivamente, alla mia intervista su Affari Italiani. SG: Due anni dopo. Domenico Morace – ex dirigente italia dei Valori Bologna: Esattamente due anni dopo. Sabrina Giannini fuori campo: All’avvio delle indagini emergono i primi riscontri su alcune spese anomale fatte con i fondi del gruppo da Paolo Nanni, unico consigliere alla regione dell’Idv fino al 2010 e oggi indagato per peculato. Domenico Morace – ex dirigente italia dei Valori Bologna: Le verifiche che io feci riguardarono le entità di queste somme che Nanni aveva a disposizione e scoprì che si stava parlando di circa 90 mila euro l’anno. A fronte di queste segnalazioni io verificai anche che per la mole di denaro che veniva impegnata non c’era un’attività politica di riscontro all’utilizzo di queste somme, oggi con le indagini della magistratura in corso cominciamo a intuire che fine facevano questi denari pubblici. SG: Come giustificava questi soldi? Domenico Morace – ex dirigente italia dei Valori Bologna: Giustificava portando delle locandine per convegni inesistenti. Sabrina Giannini fuori campo: Una volta trovate le locandine dei convegni gli investigatori contattano i relatori invitati per fare le dovute verifiche… Eugenia Rossi – ex consigliere Italia dei Valori Comune Modena: È una tragedia per me, in realtà mi sembra di far parte di una farsa claunesca. Al telefono segreteria centro congressi Italia 7: Non l’abbiamo fatto e glielo posso assicurare, ma non è che non abbiamo fatto quel convegno, noi per tutto agosto siamo chiusi. SG: Quindi non c’è proprio…. Al telefono segreteria centro congressi Italia 7: Io guardi sono 10 anni che lavoro dentro al Centro Congressi, mai mai mai in agosto siamo stati aperti, ma neanche per fare una merenda, s’immagini per accendere dei microfoni, un salone…. Eugenia Rossi – ex consigliere Italia dei Valori Comune Modena: Non solo non ho partecipato, ma non sapevo nemmeno dell’esistenza di convegni di questo genere, può darsi che ce ne siano in giro altri. SG: Quindi lei si aspetta…è una sorte di spada di Damocle. Eugenia Rossi – ex consigliere Italia dei Valori Comune Modena: Ah io mi aspetto qualcos’altro mi aspetto la spada di Damocle e quindi doppiamente io dovrò fare una denuncia per tutelarmi anche da eventuali seconde sorprese. Giovanni Augusto Martines – giornalista e docente universitario: L’ho avuto quando ho richiesto alla guardia di finanza di mandarmi via mail la prova documentata della mia presenza a questi due convegni a cui non mai partecipato «la legalità nel territorio bolognese», Italia dei Valori, secondo me Italia dei loro valori e «la legalità del territorio bolognese» ecco qui siamo veramente al paradosso. No, io sono stato coinvolto in un altro volantino, questo è del 2006, nel 2008 dove si parla della situazione delle scuole nella provincia di Bologna, il convegno c’è stato nel 2008, ma c’è stata anche la cena quindi questi hanno mangiato e mi sembra anche molto. SG: Mi dica una cosa, ma qui seguirà buffet anche qui o no? Eugenia Rossi – ex consigliere Italia dei Valori Comune Modena: Non lo so se c’è il buffet, ci mancherebbe altro….il buffet. Fra le altre cose ecco se potete notare, un patetico copia e incolla… Domenico Morace – ex dirigente italia dei Valori Bologna: In Emilia Romagna basta depositare le locandine per avere i soldi invece i giustificativi di spesa devono essere prodotti solo alla fine del mandato e quindi dopo 5 anni. Paolo Nanni nel 2012 nonostante il suo mandato fosse terminato nel 2010, nel 2012, non li aveva ancora depositati. Antonio di Pietro – presidente Italia dei Valori: Lo dico a voi, non facciamo di tutta erba un fascio io qui ci sto perdendo la salute e il cuore per cercare di mantenere avanti questi principi e quando esco per strada, non voglio assolutamente accomunato alla casta o a questi politici che si fanno gli affari loro. Milena Gabanelli in studio: L’ultima cosa che vorremmo fare è di ogni erba un fascio. Buonasera. Quel che ci interessa capire è come funziona un sistema dove l’unico controllo lo fa anche chi tiene la cassa, e dentro non ci sono soldi suoi. Parliamo di Mezzo miliardo l’anno che vanno ai partiti. Per quel che riguarda l’ex capogruppo dell’Idv della regione Emilia Romagna sta indagando la procura. La domanda però è: è possibile presentando delle locandine di convegni che probabilmente non ci sono neanche mai stati ottenere i rimborsi? Se i controlli sono quel che sono, perché no? La storia comincia a gennaio con Lusi, segue La Lega e poi, ogni giorno, ne salta fuori una. Sarà per via del fatto che ci si avvia verso le elezioni, di soldi ce ne sono tanti, e fanno gola a molti e dentro i partiti scoppiano le guerre intestine. Sta di fatto che il gruppo anticorruzione europeo che da tempo punta il dito sul nostro sistema di finanziamento pubblico a marzo scrive: dal 97 al 2009, 91 formazioni politiche hanno presentato rendicontazioni false o incomplete. In questo mare magnum possiamo solo fidarci. E possiamo non fidarci di colui che è diventato popolare proprio scoprendo come si fanno i bilanci falsi? La nostra Sabrina Giannini. Antonio di Pietro – presidente Italia dei Valori: Stiamo raccogliendo le firme per abrogare il finanziamento pubblico ai partiti. SG: Però voglio dire anche voi avete usufruito, avete avuto il 150% in più un po’ tutti, no? Antonio di Pietro – presidente Italia dei Valori: No, no ma il sistema… SG: Cioè le spese erano 10 ed invece vi davano 50, no? Antonio di Pietro – presidente Italia dei Valori: Il sistema ha previsto un rimborso a forfait. SG: Avreste sempre potuto rifiutarli, no? Antonio di Pietro – presidente Italia dei Valori: Noi abbiamo fatto politica con quei soldi ma siccome ce ne anche avanzati non li abbiamo nascosti in Tanzania. SG: Ma in tutto quanto avete voi preso in 10 anni di attività? Antonio di Pietro – presidente Italia dei Valori: Questo lo deve chiedere al mio tesoriere, ma non mi voglio nascondere su questo. Silvana Mura – deputata e tesoriera Italia dei Valori: Io non ricordo bene comunque i primi sono stati senza altro molto duri. SG: Io ho fatto un rapido calcolo non so se è giusto pero fino al 2009-2008 sono stati 45 milioni più o meno possibile. Silvana Mura – deputata e tesoriera Italia dei Valori: Non credo che le cifre siano… non lo so, perché adesso non ho i conti. Sabrina Giannini fuori campo: Non se lo ricorda la tesoriera e nemmeno Di Pietro che ha gestito insieme a lei milioni di euro del finanziamento pubblico. Sulla gestione della cassa del partito ha esposto due denunce l’ex vicepresidente e cofondatore del movimento Italia dei Valori, Elio Veltri. Elio Veltri – vicepresidente Italia dei Valori fino al 2001: Il modo di gestire il finanziamento pubblico dell’ Italia dei Valori è stato studiato accuratamente con una ingegneria di cui non c’è riscontro nell’ esperienza italiana. SG: Lei qui praticamente scrive tutto quello che ha visto da dentro? Mario Di Domenico – socio associazione Italia dei Valori fino al 2004: Che ho visto da dentro, che ho orchestrato da dentro, di cui sono stato complice inizialmente da dentro, sono stato un po’ l’anima nera il belzebù iniziale. Sabrina Giannini fuori campo: L’avvocato Mario di Domenico era uno tre soci fondatore dell’associazione parallela al partito l’«Italia dei valori» denominata sempre «Italia dei valori». Mario Di Domenico – socio associazione Italia dei Valori fino al 2004: Nel settembre 2000 io, Di Pietro e Mura andiamo dal notaio Marini a Roma e facciamo l’associazione di queste tre persone. Elio Veltri – Vicepresidente Italia Dei Valori Fino Al 2001: In previsione di ricevere il finanziamento pubblico è stata costruita un’ associazione a tre di cui non sapeva, se non i tre che facevano parte dell’associazione. Mario Di Domenico - socio associazione Italia dei Valori fino al 2004: Di Pietro ha fatto il gioco delle tre carte ha chiamato il partito “l’ Italia dei Valori lista Di Pietro” e l’ associazione ha lo stesso nome dentro lo stesso contenuto di documento giuridico “associazione Italia dei valori”. Elio Veltri – Vicepresidente Italia Dei Valori Fino Al 2001: Io ero vicepresidente di tutto ciò non ho saputo nulla… Sabrina Giannini: Del partito attenzione non dell’ associazione… Elio Veltri – Vicepresidente Italia Dei Valori Fino Al 2001:Certo e infatti del partito, ma se i soldi pubblici vanno all’associazione avrei dovuto saperlo, si o no? Sabrina Giannini:Questo dualismo me lo può spiegare? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI Non esiste un dualismo è stato già certificato con due ordinanze, più una sentenza, è stato già certificato che non esiste alcun dualismo. Sabrina Giannini: Perché io vedo qua 13 dicembre 2010 il Gip di Roma dichiara che effettivamente sussistono confusione in ordine alla duplicità dei soggetti giuridici… Antonio Di Pietro – Presidente Italia Dei Valori: Dove lo hai letto questo? Sabrina Giannini: Nella ordinanza del Gip di Roma “l’associazione il movimento politico Italia dei valori lo statuto 2004 distingue tra l’associazione partito fino alla modifica statuaria del 2009” di cui poi parleremo. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI L’ Italia dei valori nasce come nascono tutte le cose: da un socio promotore, così abbiamo fatto anche noi. SABRINA GIANNINI:Quindi lei ammette che ci fossero in qualche modo… ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: No, io quando l’ho fatto, l’ho fatto convinto che venisse fatto bene. MARIO DI DOMENICO - SOCIO ASSOCIAZIONE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2004: Però io ritenevo anche che questo passaggio transitorio, non dovesse durare troppo a lungo. SABRINA GIANNINI: Per quanto tempo siete rimasti in tre? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Non ho idea, un paio d’anni due o tre anni non mi ricordo quanto tempo. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Gli anni in realtà sono 9. Quello che cambia dopo 4 anni è un socio, Di Domenico viene estromesso. MARIO DI DOMENICO - SOCIO ASSOCIAZIONE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2004: Venti giorni dopo è entrata ufficialmente come socio fondatore a tre Susanna Mazzoleni, la moglie. SABRINA GIANNINI: Di Di Pietro. MARIO DI DOMENICO - SOCIO ASSOCIAZIONE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2004: E ha mantenuto questa costante presenza di tre persone, facendo credere a tutti che ormai eravamo un partito aperto a tutti. SABRINA GIANNINI: Avvocato salve Sabrina Giannini di Report senta volevo farle una domanda, posso? Al volo? Come ex socia dell’associazione Italia dei valori. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: L’avvocato Mazzoleni moglie Di Pietro, sembra fin da subito disponibile, poi viene improvvisamente richiamata e si alza. SABRINA GIANNINI: Avvocato non vuole, avvocato… SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Forse un impegno urgente che aveva scordato, ma non abbastanza urgente visto che fa il giro largo prima di uscire. SABRINA GIANNINI: Non si pente di aver messo sua moglie in questa associazione? Un po’? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Ma non…Ma guardi che mia moglie non è “mia moglie”. È una signora che ha una sua testa e una sua politica e una sua esistenza, questa cosa di criminalizzarla perché è mia moglie, l’offende…offende il movimento femminile. SABRINA GIANNINI: No, per carità, no anzi il fatto che si facesse circondare da donne tanto di capello. No, il discorso è che sembra quasi che lei voglia un controllo, in questo caso dei soldi molto, molto, molto stretto. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Torno a ripetere, se lo avessi voluto lo avrei mantenuto dal primo all’ultimo momento, invece noi siamo nati inizialmente in pochi e ci siamo sempre di più…abbiamo sempre di più aumentato la nostra partecipazione. MARIO DI DOMENICO - SOCIO ASSOCIAZIONE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2004: Sento solo e continuamente dire noi dell’ Italia dei valori, noi chi? Fino al 2009 noi chi? Io, mammeta e tu? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Ma parte così! Ma parte così! che cosa dobbiamo colpe non ne abbiamo. SABRINA GIANNINI: Ma come colpe non ne… ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Ma cosi parte il partito! SABRINA GIANNINI: Ma secondo lei è trasparente il partito? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Io lo ritengo estremamente trasparente perché noi non abbiamo mai incassato qualcosa di noi, lo abbiamo messo sempre a disposizione del partito, anzi no a disposizione ha sempre fatto parte del partito. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Ma i tesserati non fanno parte della associazione che gestisce la cassa e nella quale si entra solo con la firma davanti al notaio. Il giorno dopo l’ingresso della moglie nella società, e’ il 2004, la camera approva il piano di ripartizione dei rimborsi elettorali. Arrivano circa 5 milioni di fondi. Come si vede da questo verbale di riunione il rendiconto sarà approvato, anzi autoapprovato, l’anno successivo dal solo Di Pietro. L’unico presente. L’associazione gestisce 50 milioni euro fino a quando, nel 2009, compare il nuovo statuto. SABRINA GIANNINI: Però poi di fatto lei solo nel 2009 dice che ha regolarizzato con un organo collegiale di 7 persone ovvero l’ufficio di presidenza… e allora uno vien da dire ma allora prima? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Ma no, anche prima era… SABRINA GIANNINI: Quindi i Belisario, i Cambursano, i Donadi hanno sempre visto come spendevate i soldi… ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Si. SABRINA GIANNINI: Entravano nel merito delle spese? È così? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Certamente si. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Vasto, stati generali dell’ Italia dei Valori in prima fila ci sono tutti gli uomini del presidente, confermato sempre e solo per acclamazione. Dal 2009, anche loro hanno il diritto di approvare il rendiconto economico e di nominare il tesoriere. SABRINA GIANNINI: Ma lei non ha mai firmato prima del 2009, questo le voglio dire? FELICE BELSIARIO – CAPOGRUPPO AL SENATO ITALIA DEI VALORI: Io non lo ricordo questo. So certamente che ho sempre assunto la responsabilità di bilanci perché li ho conosciuti come gente del partito. SABRINA GIANNINI: Però siccome ci sono dei verbali di assemblea, delle convocazioni se le ricorderà se firmava o no? FELICE BELSIARIO – CAPOGRUPPO AL SENATO ITALIA DEI VALORI: No no, guardi se le ho firmate le firme ci sono, se non le ho firmate non glielo so dire. SABRINA GIANNINI: Se dal 2009 le cose stanno così mi dica l’approvazione del bilancio prima del 2009 lei non era presente nell’approvazione del bilancio. MASSIMO DONADI – CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIA DEI VALORI: Del bilancio di chi del partito? SABRINA GIANNINI: Io parlo del partito. MASSIMO DONADI – CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIA DEI VALORI: O mamma mia guardi, io credo che l’ufficio di presidenza abbia sempre provveduto all’approvazione del bilancio. SABRINA GIANNINI: Lei non si ricorda? Di avere assistito… MASSIMO DONADI – CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIA DEI VALORI: Io mi ricordo di aver approvato da diversi anni i bilanci, se poi mi chiede se li ho approvate dal 2005 o dal 2004… SABRINA GIANNINI: Quindi formalmente l’approvazione dei bilanci prima veniva fatta dai tre soci dell’associazione, formalmente …proprio ratificata con le firme? FELICE BELSIARIO – CAPOGRUPPO AL SENATO ITALIA DEI VALORI: No. SILVANA MURA – DEPUTATA E TESORIERA ITALIA DEI VALORI: Innanzitutto l’ufficio di presidenza, come organo di partito ha sempre controllato ibilanci. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Donadi, infine, smentisce Belisario, Silvana Mura il tesoriere e Di Pietro. MASSIMO DONADI – CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIA DEI VALORI: Io quello che posso dire che da quando il nostro statuto prevede che sia l’ufficio di presidenza ad approvare il bilancio, l’ufficio di presidenza di cui io faccio parte approva il bilancio prendendone piena cognizione conoscenza esaminandolo eccetera. Prima evidentemente questo non era così e…. mmm… cosa dobbiamo dire se dobbiamo fare ammenda, facciamo ammenda. SABRINA GIANNINI: No, perche Donadi mi ha detto che in realtà non li ha visti prima del 2009 da quando c’ è stato questo cambiamento di statuto? SILVANA MURA – DEPUTATA E TESORIERA ITALIA DEI VALORI: Non lo so cosa le abbia detto l On. Donadi ma… SABRINA GIANNINI: Non si ricorda bene dice Donadi? SILVANA MURA – DEPUTATA E TESORIERA ITALIA DEI VALORI: È inutile che faccia la spiritosa… FELICE BELSIARIO – CAPOGRUPPO AL SENATO ITALIA DEI VALORI: I nostri bilanci sono stati sempre pubblic… pubblicati per cui non avevamo nulla prima né dopo da nascondere. SABRINA GIANNINI: Lei lo sa che anche Lusi aveva i bilanci perfetti quindi non parliamo di bilanci è la rendicontazione che conta. FELICE BELSIARIO – CAPOGRUPPO AL SENATO ITALIA DEI VALORI: A questo punto sarebbe il caso d’interrompere la telefonata perché non penso ci siano termini di paragone, tra l’Italia dei Valori e il Sig. Rossi. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Quelli di vasto sull’argomento sono sensibili e c’è da capirli. Sono cambiati 10 statuti in 12 anni, l’unica cosa che non è cambiata fino al 2009 è stata l’associazione di tre persone che gestiva la cassa: il presidente, e la tesoriera che lui ha sempre confermato. SABRINA GIANNINI: Si può lasciare solo ad un tesoriere, solo a Di Pietro tra l’altro solo alla moglie di Di Pietro il controllo delle risorse finanziare per nove anni? MASSIMO DONADI – CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIA DEI VALORI: Guardi forse le sfugge un dettaglio che l’Italia dei valori è nata nel 2000 e per 7 di questi nove anni, sa a quanto ammontavano le nostre risorse? SABRINA GIANNINI: Si lo so, ce le ho qua. MASSIMO DONADI – CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIA DEI VALORI: A zero. SABRINA GIANNINI: No, no, no, non la trovo informata perché ce li ho qua i bilanci. MASSIMO DONADI – CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIA DEI VALORI: Lei si è studiata i bilanci…. SABRINA GIANNINI: Sono 45 milioni di euro fino al 2009 vuol dire che al momento del cambio dello statuto vi siete presi 45 milioni di euro. Dal 2001 c’erano già due milioni di euro nel 2002, cioè voi man mano che siete andati avanti avete preso i rimborsi delle europee erano già 8 milioni, 10 milioni, non se lo ricorda… MASSIMO DONADI – CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIA DEI VALORI: No, no, ma guardi….. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Nel 2006, il socio fondatore Di Domenico invia una lettera dettagliata al presidente Napolitano e ad altri esponenti politici, allegando una corposa documentazione. È allora che Veltri viene a conoscenza dell’associazione. MARIO DI DOMENICO - SOCIO ASSOCIAZIONE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2004:In tutte le cause civili iniziate da me per appurare la verità è accaduto che tutte le istanze istruttorie da me presentate sono state respinte. ELIO VELTRI – VICEPRESIDENTE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2001: A questo punto ho detto tagliamo la testa al toro e chiediamo ad un perito che giura davanti al giudice con una perizia giurata come stanno le cose e le cose sono emerse degli acquisti in immobili sostanzialmente di tutta la famiglia dell’ On. Di Pietro molto consistenti. SABRINA GIANNINI: Lei come immobiliarista però tanto di capello, ha un sacco di case… No a parte gli scherzi io ho un monolocale dopo 15 anni di duro lavoro. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Non ha la campagna? Non ce l’ha? SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Da Montenero di Bisaccia a Venafro. sempre in Molise, dove lavora il consulente che per conto di Veltri ha catalogato e stimato i terreni e immobili di Di Pietro e dei suoi familiari. SABRINA GIANNINI: Quanti immobili sono tra l’altro? MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: 52, 54. SABRINA GIANNINI: Immobili, lei cosa intende però anche terreni? MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: Terreni, si tutto. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Escludendo da questa lista le 9 proprietà della moglie le 2 del figlio maggiore Cristiano, le proprietà sono 45 un dato che comprende anche i terreni, le cantine, i garage. SABRINA GIANNINI: Lei ha sicuramente numerosi immobili. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: No guardi c’è una sentenza su questo, su questo mi perdoni c’è una sentenza non è possibile… SABRINA GIANNINI: E beh però…. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: E non è possibile perché su questa sentenza… SABRINA GIANNINI: Quale sentenza? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Una sentenza su …penale su questo dove sono stati giustificati immobili per immobili fondi per fondi da dove sono provenuti su questo, se permetti, io mi dimetterei direttamente adesso… SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Il magistrato non ha trovato riscontri sull’ipotesi di un collegamento tra gestione dei soldi del partito e le proprietà acquistate da Di Pietro dopo il suo ingresso in politica. Veltri aveva chiesto al geometra D’Andrea di catalogare gli immobili acquistati prima e dopo l’arrivo nelle casse del partito dei fondi elettorali. MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: Abbiamo una movimentazione economica del 33% dal 1995 al 2001 e una movimentazione economica dal 2002 al 2009 che arriva al 67%, prima dei rimborsi elettorali e dopo i rimborsi elettorali sia per quanto riguarda…entrambe sono al netto delle vendite. Dopo il 2001 tutta la famiglia inizia ad acquistare beni. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Questa perizia giurata non e’ stata evidentemente considerata prova interessante dal magistrato. Più credibili saranno state, a parere del giudice, le controdeduzioni di Di Pietro. SABRINA GIANNINI: «Mi hanno attribuito beni e proprietà non mie». MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: E certo erano del figlio, del figlio minorenne. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Di Pietro contesta anche la valutazione sul suo patrimonio. MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: Tutti gli immobili sono stati classificati al minimo… SABRINA GIANNINI: Quindi è una stima al difetto? MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: Si, si sia per quanto riguarda la vendita e sia per quanto riguarda l’acquisto. Cioè diciamo che a oggi io gli ho stimato un capitale immobiliare a tutta la famiglia di 5 milioni e 210 mila euro, di cui, su questi 5 milioni, sono stati contratti mutui per un milione e 88 mila euro. SABRINA GIANNINI: Quindi il contante o comunque non la richiesta… MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: È la differenza… MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: 4 milioni. SABRINA GIANNINI: Sempre con la stima prudenziale. MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: Sempre con la stima prudenziale. SABRINA GIANNINI: Cioè la contestazione di Di Pietro è proprio quella…. MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: Sono stato accusato che ho gonfiato le stime ed invece non è vero. Cioè un appartamento di 10 vani a via Merulana non costa 400mila euro come l’ho stimato io, ma costa un milione e mezzo di euro. SABRINA GIANNINI: Ma lei l’ha stimato solo 400mila euro? MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: Solo 400 mila euro. Cioè ho messo il minimo, son valori prudenziali. SABRINA GIANNINI: Senta lei ha provato a fare il massimo invece? quanto sarebbe venuto di valore d’immobili? Secondo il mercato facciamo solo secondo il mercato… MASSIMO D’ANDREA - GEOMETRA: Potrebbe arrivare intorno a 15 di milioni di euro, il cespito. SABRINA GIANNINI: Io quando ho visto che lei ha pagato le sue case con 4milioni di euro in contanti dico:”però.. complimenti! Guadagnate bene, ma non così tanto”. Questo che volevo dire. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Devo dire che la maggior parte dei soldi per le case ho usato il risarcimento danni che mi hanno fatto… SABRINA GIANNINI: Di quanto? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Li ricevetti, i primi… SABRINA GIANNINI: 400 mila da il Giornale, vero? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: 400 mila da Il Giornale, ma poi molti altri ancora da Il Giornale, sì. SABRINA GIANNINI: Beh, insomma… ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Vabbeh, ma devo ammettere che a forza di diffamarmi, qualche milione di euro l’ho ricevuto. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Qualche milione di risarcimento danni per diffamazione sarebbe forse bastato per comprare le case. Però a leggere attentamente ciò che Di Pietro stesso scrive al giudice nel 2010, non si arriva neanche a un milione. E poi ci sono soldi piovuti dal cielo: Maria Virginia Borletti, figlia del produttore milanese di macchine da cucire, decide di donare ad Antonio Di Pietro e Romano Prodi una parte dell’eredità. È il 1995; i due hanno un progetto politico comune che porterà Prodi a palazzo Chigi e Di Pietro al Ministero dei Lavori Pubblici. ROMANO PRODI – EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Io non avevo mai visto la signora Borletti; l’andai a vedere quando lei dichiarò che avrebbe donato a me e a Di Pietro una somma necessaria… così, perché vedeva in noi l’espressione o no politica… SABRINA GIANNINI: Quanti soldi, si ricorda? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Erano 500 milioni forse o 250 milioni di lire; non mi ricordo. SABRINA GIANNINI: Quasi un miliardo se non… ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: No, no, no, no, no, non quasi un miliardo. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Al miliardo poco di manca: Di Pietro non ricorda di avere ricevuto 954 milioni di lire, una delle più ingenti donazioni a uomini politici della storia repubblicana. Prodi riceve dall’ereditiera circa mezzo miliardo, e, come Di Pietro, denuncia il lascito alla Camera dei Deputati nel rispetto della legge sul finanziamento ai partiti. ROMANO PRODI – EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Erano 198 mila sterline, pari 545 milioni di lire. Quindi, evidentemente, li ho versati subito al Movimento per l’Ulivo. SABRINA GIANNINI: Ma lei di questi soldi cosa ne ha fatto alla fine? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Li abbiamo usati… io li ho usati per fare politica. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Eppure è lo stesso Di Pietro, nella nota memoria consegnata al magistrato, a dichiarare di avere usato la donazione Borletti per l’acquisto di immobili. SABRINA GIANNINI: No, perché lei, in un primo momento ha dichiarato che li aveva usati per le spese politiche e in un secondo momento per comprar le case. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Iniziammo a fare questa attività. …e certo che la parte che mi ha dato in donazione, l’ho usata personalmente. SABRINA GIANNINI: Solo a lei? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: E certo che me l’ha data a livello personale! ROMANO PRODI – EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Quando ho ricevuto questi soldi, io non ho mai pensato che fossero dati a me per la mia bella faccio, no? Anche perché non credo di essere affascinante a questo punto. SABRINA GIANNINI: Lei successivamente, nel 2009, ha dichiarato: “ho usato per comprarmi gli immobili anche i soldi della contessa Borletti”. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Dipende da quali immobili ci riferiamo, certamente: se sono stati immobili finalizzati poi a usarli per il partito… SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Fossero o meno utilizzati per l’attività di partito risulta che Di Pietro ha acquistato due appartamenti a titolo personale, a Busto Arsizio, sborsando 800 milioni di lire nel 1999, l’anno dopo avere incassato l’eredità. A Milano, in via Felice Casati, Di Pietro acquista un grande appartamento di 9 vani tramite una società immobiliare di cui è socio unico, l’AN.TO.CRI., costituita nel 2004. A sedere nel consiglio di amministrazione è Silvana Mura, la tesoriera dell’Italia dei Valori. SABRINA GIANNINI: No, ma come mai le hai fatto AN.TO.CRI. cioè che esigenza aveva di fare una società immobiliare mettendo tra l’ altro la sua tesoriera come responsabile legale, penso. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: L’ho fatta per comprare un appartamento, quale è il problema? SABRINA GIANNINI: Due appartamenti. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Quale è il problema ci pago le tasse non è che…. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: In Via Principe Eugenio a Roma con la società acquista anche un altro grande appartamento di 10 vani. Per pagare le rate del mutuo Di Pietro non fa fatica a trovare a chi affittare le due proprietà dell’AN.TO.CRI. Perché le affitta al partito. ELIO VELTRI – VICEPRESIDENTE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2001: Gli chiederei perché ha affittato le case che ha comprato come socio unico dell’AN.TO.CRI. al partito facendosi dare i soldi con la quale ha pagato sempre lui i mutui SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Nel 2002 Di Pietro acquista 180 metri quadri in via Merulana a Roma. In quel periodo Mario Di Domenico era ancora socio di Di Pietro. MARIO DI DOMENICO - SOCIO ASSOCIAZIONE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2004: E quando io vado a casa di Antonio perché avevo la chiave di Antonio ecco qui la fiducia, la chiave di casa sua e trovo una fattura intestata a l’Italia dei valori per i lavori di ristrutturazione della casa di Antonio. SABRINA GIANNINI: Senta lei non ha mai ristrutturato delle case sue personali di proprietà con i soldi del partito? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: No. SABRINA GIANNINI: No? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: No. SABRINA GIANNINI: E però queste se la ricorderà sicuramente per la sua casa di via Merulana. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Questa non fu una ristrutturazione con i soldi del partito questo…e anche questo è stato esaminato dalla magistratura e è stato visto ragione per cui a quel tempo il 2002, in questo luogo, non stavamo ristrutturando la casa, in questo luogo c’era la sede del partito. MARIO DI DOMENICO - SOCIO ASSOCIAZIONE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2004:Noi avevamo sede a Busto Arstizio ma era la casa del privato cittadino Antonio Di Pietro. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Lo dichiara lo stesso Di Pietro al giudice quando scrive che dal 2000 vive e abita in via Merulana. Delle due l’una: o Di Pietro ha sbagliato con il magistrato oppure con noi. ELIO VELTRI – VICEPRESIDENTE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2001: Ma la magistratura deve spiegare come mai in alcuni casi è stata abbastanza spietata e in altri casi dorme, cioè è strabica, ecco. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Le procure di Roma e Milano non hanno accolto le denunce di Mario Di Domenico e di Elio Veltri, denunciati a loro volta da Antonio Di Pietro perché si è sentito diffamato. Intanto, la Procura milanese sta indagando sull’uso dei fondi del partito per la ristrutturazione della casa di Gemonio di Umberto Bossi, oltre a numerose altre fatture per le spese personali della famiglia del leader leghista. Bossi e Di Pietro sono tutto casa e famiglia. Il trota, laureato in Albania, a 22 anni guadagna già 12 mila euro al mese come consigliere regionale. All’età di 22, Cristiano Di Pietro si diploma, con calma, ma si butta presto in politica e a 38 anni guadagna 10 euro al mese come consigliere regionale… SABRINA GIANNINI: Quella li di chi è ? UOMO1: Quella è del figlio di Di Pietro. SABRINA GIANNINI: Quella li? UOMO1: Si. SABRINA GIANNINI: Ah però! UOMO2: Cristiano Di Pietro SABRINA GIANNINI: Senta Cristiano Di Pietro è consigliere regionale? UOMO2: Si. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Non credo che dobbiamo togliere il diritto di fare politica, dobbiamo togliere l’abuso di fare i figli di papà ma nel caso di specie tutto è meno che figlio di papà. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Oltre al figlio Cristiano e alla moglie ex socia, accanto a Di Pietro in parlamento siedono il cognato Cimadoro e Ivan Rota, parente acquisito PANCHO PARDI – SENATORE ITALIA DEI VALORI Io ho lottato contro la … SABRINA GIANNINI Il figlio di Di Pietro? PANCHO PARDI – SENATORE ITALIA DEI VALORI: Contro la candidatura a consigliere regionale in Molise. Io l’ho detto chiaro e tondo. SABRINA GIANNINI: Perché la vede come una degenerazione nepotistica del sistema politico? Familismo amorale? PANCHO PARDI – SENATORE ITALIA DEI VALORI: Familismo. C’è la questione diciamo della ascesa e discesa nelle gerarchie e c’è il controllo dei fondi indubbiamente. ELIO VELTRI – VICEPRESIDENTE ITALIA DEI VALORI FINO AL 2001: Perché con il denaro si decide: chi diventa segretario del partito, chi entra nel gruppo ristretto fedele del segretario del partito, chi vince le elezioni. I partiti sono al minimo storico gli direi anche per colpa tua perché non dai risposte chiare. Dillo! Tira fuori le ricevute… no? E se dimostri che tutto è stato fatto in regola noi ti battiamo le mani. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Io credo che abbia fatto il mio dovere dando tutto alla magistratura facendo le verifiche ai miei bilanci. SABRINA GIANNINI: Il bilancio è un conto i movimenti dare e avere sono un’altra cosa. Lei lo sa meglio di me. ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Perché? SABRINA GIANNINI: Perché nei movimenti dare avere si vede se il bilancio ….tanto nel bilancio uno puòscrivere quello che vuole no? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: Ma sono pubblici stanno di la depositati. SABRINA GIANNINI: Alla magistratura ? ANTONIO DI PIETRO – PRESIDENTE ITALIA DEI VALORI: No, no anche alla Camera dei Deputati. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Quanto siano poco trasparenti i bilanci dei partiti lo spiega uno dei revisori contabili nominati dal Parlamento. TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: Il rendiconto del partito politico può essere redatto in forma libera, tant’è che questo è un rendiconto. SABRINA GIANNINI: Questo, per esempio, lei come lo giudica firmato solo da tre persone TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: Un po’ malino. Come lo giudico? Questi signori prendono un pezzo di carta ci mettono 4 numeri sopra e ce lo mandano. Quando lei si trova questi pezzi di carta tutte le nostre elucubrazioni sono fatte sulla base di pezzi di carta che in sede penale possono essere smentite. Però siccome fra i nostri predecessori c’è stato qualcuno che ha tentato di andare presso le sedi dei partiti a fare la verifica, presso le sedi dei partiti e sono stati respinti dicendo non è di tua competenza. Noi proprio facendo tesoro di questa esperienza abbiamo detto badate bene signori Presidenti delle Camere che le nostre competenze sono così limitate da non potersi spingere oltre un controllo meramente formale. Noi diamo una spolveratina a questi bilanci, ma non abbiamo nessuna possibilità di esaminarli in concreto. SABRINA GIANNINI: I revisori dei conti chi li nominava? GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI: L’intesa tra i presidenti di Camera e Senato. SABRINA GIANNINI: Non sono decisi dai vari partiti, dai principali politici? GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI: No. SABRINA GIANNINI: Non c’è una nomina politica? GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI: No, no assolutamente. Sono professionisti proprio per questo le dicevo, i nomi garantiscono che si tratta di professionisti poi… SABRINA GIANNINI: No, perché avevo letto che venivano scelti un po’ con il manuale Cencelli. TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: Veniamo scelti dai presidenti delle Camere come si dice su indicazione, c’ è una sorta di manuale Cencelli, c’è un manuale Cencelli. Certo. SABRINA GIANNINI: E lei da quale schieramento è stato suggerito? TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: Dal PD. BETTINO CRAXI – 1992 TESTIMONIANZA AL PROCESSO CUSANI: I partiti erano tenuti a presentare dei bilanci in parlamento, i bilanci erano sistematicamente dei bilanci falsi, tutti lo sapevano ivi compreso coloro i quali avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo nominati dal presidente della Camera, ma agli atti parlamentari non risulta. FRANCESCO RUTELLI - EX PRESIDENTE MARGHERITA: Eh ma è questo che ci è capitato a noi, siamo stati derubati siamo la vittima e non siamo però i colpevoli! SABRINA GIANNINI: Quando ha visto questi casi di cronaca che sono emersi, ha pensato che questa cosa potesse essere estesa a molti altri? Tendenzialmente. TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: Certamente si. Certamente si, noi siamo perfettamente consapevoli che situazioni come quelle della Margherita potrebbero essere presenti anche in altri partiti. No, perché Rutelli è quello che ci è cascato con tutte due le scarpe dentro. Ma se andiamo a vedere quello che avviene negli altri partiti probabilmente troviamo le stesse cose. SABRINA GIANNINI: È una responsabilità politica però enorme tale da… TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: La responsabilità politica è indubbia. SABRINA GIANNINI: Tale da suggerire a queste persone di fare un altro lavoro? TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: Si. Lasciar perdere. MILENA GABANELLI IN STUDIO: Vent’anni dopo, a rieccoci, stanno trovando adesso il modo per sistemare quei bilanci, obbligati dalle circostanze. Nel frattempo, però, si sono aumentati il finanziamento del 600%, La storia di Tangentopoli ce la ricordiamo tutti, i partiti si facevano pagare le tangenti perché per restare in sella tanti anni devi continuamente foraggiare la clientela. L’imprenditore o paga o se ne va, gli appalti lievitavano, alla fine il costo è diventato insostenibile, qualcuno ha cominciato a parlare ed è venuta giù la valanga. Si va al referendum promosso dai radicali: basta finanziamento ai partiti , si rimborsa soltanto quello che viene effettivamente sostenuto dai candidati per la campagna elettorale. Bene, approvato a furor di popolo. Ma il giorno i partiti si mettono a tavolino per trovare la furbata. Dopo la pubblicità. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Prima che scoppiassero gli scandali la più insaziabile delle classi politiche di tutti i tempi era a un passo dalle prossime elezioni e dalla spartizione della torta che aveva preparato con tanta cura nel corso delle ultime legislature. Unico ingrediente: i nostri soldi. MILENA GABANELLI IN STUDIO: Stiamo parlando dei rimborsi elettorali, che dovrebbe voler dire fammi vedere quanto hai speso per la tua campagna e io Stato, in base a quello che mi documenti, ti rimborso, come in tutte le aziende. E invece poi quando un partito muore, cosa succede dei suoi soldi? E’ morta An, Forza Italia, i Ds, la Margherita. Ma da defunti hanno continuato ad incassare lo stesso, perché? Perché il capolavoro si compie quando un governo cade, cioè nel momento in cui un Paese è debole, per i partiti è grasso che cola. Vediamo come. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: I partiti dal 2008 ad oggi si sono divisi ogni anno questa torta. 200 milioni per i rimborsi spese delle elezioni politiche finiti direttamente nelle casse dei partiti. A questi si aggiungono 75 milioni confluiti sui conti correnti dei singoli gruppi parlamentari di Camera e Senato. 49 milioni per le elezioni europee. 41 milioni per le elezioni regionali. 75 milioni per i conti correnti gestiti dai gruppi dei consigli regionali, aggiungendo i 50 milioni l’anno per gli organi di stampa politica, il totale dei contributi per finanziare i partiti circa: mezzo miliardo di euro all’anno. Per fare un confronto i partiti francesi ne ricevono 80, quelli tedeschi 133, gli spagnoli 75, mentre in Gran Bretagna sono previsti soltanto 5 milioni di euro per l’opposizione. Sul finanziamento ai partiti battiamo ogni primato ed è un paradosso per un paese che nel 1993, sull’onda dell’indignazione per Tangentopoli, l’aveva abolito. GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI: Si introdusse la norma per la quale erano rimborsati le spese elettorali in ragione dei voti percepiti. SABRINA GIANNINI: È stato fatto un referendum per non dare soldi ai partiti e poi in realtà sono stati dati chiamandoli rimborsi spesa. Ma di rimborso c’è ben poco. GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI: Io mi assumo la responsabilità della mia idea. C’è chi preferisce che soltanto i ricchi possano fare campagna elettorale, soltanto i ricchi possano avere la speranza di essere eletti, magari c’è qualcuno che lo preferisce però non penso che sarebbe una democrazia migliore di quella attuale. EMMA BONINO - SENATRICE: Dice noi ne abbiamo bisogno perché così evitiamo i finanziamenti privati oppure l’idea che se no fanno politica solo i ricchi. Risultato: sui finanziamenti privati occulti, è di tutto e di più. Dopo di che ci siamo presi al governo il più ricco del paese vorrei segnalare. SABRINA GIANNINI: Non mi sembra abbia funzionato EMMA BONINO - SENATRICE: Un successone SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Vediamo in quante mosse i partiti si sono ripresi il tesoro infischiandosene della volontà popolare. Soltanto 10 mesi dopo il referendum il Parlamento approva una legge che reintroduce di fatto il finanziamento chiamandolo «rimborso per le spese elettorali». Un rimborso andrebbe calcolato sulle spese realmente sostenute dai candidati, invece l’importo da destinare ai partiti viene definito sulla base del numero di aventi diritto al voto e quindi suddiviso proporzionalmente tra i partiti. Escogitato il trucco, hanno trovato il modo di moltiplicarne l’entità. Nel 1993 il rimborso è di 200 lire per abitante per ogni anno di legislatura. Nel 1999 diventa 800 lire per ogni iscritto nelle liste elettorali. Nel 2002 diventa 1 euro all’anno. Mentre gli italiani con l’euro gli italiani vedono dimezzarsi il potere d’acquisto del loro reddito i partiti raddoppiano le loro entrate. Nelle politiche del 1999 a fronte di spese realmente sostenute dai partiti per l’equivalente di 36 milioni di euro, sono stati erogati contributi per quasi 47. Nelle politiche del 2008 le spese riconosciute sono state 110 milioni circa, ma nelle casse dei partiti ne sono finiti 500. SABRINA GIANNINI: Questo trucco, chiamiamolo così, chi è che l’ha escogitato? EMMA BONINO – SENATRICE: Io credo che passò alla Camera, Camera o Senato non mi ricordo bene, ma fu con la nostra eccezione un voto assolutamente bipartisan. SABRINA GIANNINI: Tutti contenti? EMMA BONINO – SENATRICE: Sì. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Infine l’ultima mossa. Nel febbraio del 2006, in piena notte, un decreto proposto dal governo Berlusconi viene convertito in legge e stabilisce che “in caso di scioglimento anticipato del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi è comunque effettuato”. Così quando nel 2008 il Governo Prodi cade e si torna a votare, i partiti sommano le rate della legislatura interrotta con quelle della successiva: l’attuale. GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Quindi diciamo che dal 2008 in aula migliora molto la situazione finanziaria di tutti i partiti e arrivano un sacco di soldi. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Soprattutto ai due principali partiti che si sono divisi, dal 2008 al 2010, ben 600 milioni di euro. Difficile pensare che l’inciucio sia frutto del caso: a Forza Italia e ai Democratici di Sinistra i nostri soldi servivano per coprire i loro debiti. GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Forza Italia è un disastro. SABRINA GIANNINI: Ah sì, ma come, il partito del Premier, del rilancio economico, del miracolo… GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Fosse una società sarebbe fallita il primo giorno. È sempre stato terribilmente indebitato con il sistema bancario e però garantiva Berlusconi e quindi le banche lo hanno ritenuto «Berlusconi-solvibile». Capiamoci, Forza Italia ha incassato 470 milioni di euro, che sono poco più di 900 miliardi delle vecchie lire. Dall’esame dei bilanci dei Ds risulta un debito pregresso vecchio molto importante. Consideri che nel 2002 avevano debiti verso banche per 184 milioni di euro. Il Pd adesso naviga nell’oro, nel senso che nel 2008 ha avuto un utile di 146 milioni di euro. SABRINA GIANNINI: Cioè se uno volesse fare un’impresa facile? GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Fa un partito. SABRINA GIANNINI: Prende un sacco di soldi. Si prende un sacco di soldi, basta che elegge uno… GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Non ha controlli, non ha problemi, conviene fare partiti oggi. SABRINA GIANNINI: Lei sa che sono 60 attualmente GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: No, non lo sapevo, non voglio neanche saperlo SABRINA GIANNI FUORI CAMPO: basta un’elezione, anche regionale, e arrivano tanti soldi esentasse. per godere del finanziamento pubblico basta superare l’1% e l’impresa è fatta. Sarà per questo che attualmente lo incassano 65 partiti, molti dei quali senza avere alcun rappresentante eletto. Tra questi la lista di destra Verdi verdi che riceve 44 mila euro all’anno oppure la Lista consumatori che gode di un contributo di cento mila euro l’anno. O ancora, la lista regionale “I moderati” di Michele Dell’Utri che ha specificato sui manifesti che non ha un rapporto di parentela con il più famoso Marcello. GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Allora, non hanno insolenze perché il loro debitore è lo Stato, non hanno limiti, gli arrivano soldi comunque. SABRINA GIANNINI: Vogliamo dire che non pagano le tasse? GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Non hanno le tasse da pagare, non si sa chi li usa, cosa ne fa… SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Creare un partito conviene, ma non c’è alcun dubbio che è conveniente anche farlo morire. Infatti anche se defunto, il partito continua a percepire i rimborsi fino alla fine della legislatura. Di cari estinti, cari per noi s’intende, ce ne sarebbero molti meno se al cambio di nome smettessero di prendere i soldi. GIANNI BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Ad esempio Alleanza Nazionale ha una liquidità Alleanza Nazionale è invidiabile: 83 milioni di euro disponibili. Non so se c’è ancora Alleanza Nazionale, ma cosa serve, a chi servirebbe, di chi, a chi vanno questi soldi? A me vien da ridere. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: L’ingente patrimonio di Alleanza Nazionale, estinto nel 2009, è ancora conteso tra i finiani di Futuro e Libertà e coloro che, dopo la scissione nel Pdl, hanno preferito seguire Berlusconi. SABRINA GIANNINI: Fli, il suo partito non prende più soldi GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA: No, non ha mai preso un centesimo, non ha mai preso un centesimo SABRINA GIANNINI: Come fate a campare? GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA: E beh con qualche difficoltà diciamo SABRINA GIANNINI: Vi auto… GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA: Confidando nella generosità dei contribuenti… SABRINA GIANNINI: Quindi voi da un anno… GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA: Viviamo senza un centesimo di contributo pubblico. SABRINA GIANNINI: E tutti i soldi sono rimasti ad An GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA: E certo SABRINA GIANNINI: E non avete preteso nulla? In base al numero non si può pretendere nulla? GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA: Tutto si può pretendere poi però si passa tramite decisioni dei tribunali SABRINA GIANNINI: Non avete fatto pretese GIANFRANCO FINI – PRESIDENTE DELLA CAMERA: È in atto una discussione, amichevole fra l’altro. MILENA GABANELLI IN STUDIO: Se la loro è una discussione amichevole la nostra no. E per quel che riguarda Fli non è giusto dire che non prendono un centesimo perché il gruppo parlamentare si porta a casa quello che ogni anno Camera e Senato scuciono e che è qualche milione di euro. E con le prossime elezioni si prenderanno anche i rimborsi. Sorvoliamo sulla storia della casa lasciata dall’ereditiera a Montecarlo ad An e poi svenduta perché Fini dice sono questioni di famiglia. Il punto è che An è morta nel 2008, ha lasciato un patrimonio immobiliare di 400 milioni di euro che sono messi a reddito, ogni anno producono reddito e in cassa ci sono 83 milioni di euro. Dove va a finire questo patrimonio? Non è confluito dentro al Pdl, ma è dentro ad una fondazione nata apposta, gestita, fra gli altri, da Matteoli, La Russa, Gasparri e Alemanno! Sono soldi dei rimborsi, che il partito ha continuato a prendere anche da defunto. A che titolo si devono tenere quei soldi ? Perché il prelievo di solidarietà per pagare le pensioni agli esodati il governo non comincia a prenderli proprio da lì, fintanto che ci sono, prima che facciano la fine della Margherita. Anche lì, partito defunto, conto aperto e gestito in libertà dall’associazione Democrazia e Libertà, conto gestito dal tesoriere Lusi che aveva una passione per gli immobili di lusso. A proposito, che fine ha fatto Lusi? SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Per la prima volta nella storia repubblicana i senatori autorizzano la richiesta di arresto per un collega. Il magistrato motiva la richiesta per il pericolo di fuga e l’inquinamento delle prove individuando anche il “pericolo” di un inquinamento mediatico, sebbene Lusi non avesse mai rilasciato dichiarazioni volontarie. Oggi Luigi sta scontando gli arresti domiciliari presso la comunità della Madonna dei bisognosi in Abruzzo. RENATO ARCHIDIACONO – LEGALE DIFENSORE LUSI: Buongiorno! SABRINA GIANNINI: Avvocati… RENATO ARCHIDIACONO – LEGALE DIFENSORE LUSI: In che posto meraviglioso l’abbiamo fatta venire, eh? Altro che Rebibbia! SABRINA GIANNINI: Altro che Rebibbia! SABRINA GIANNINI: È contento di questo passaggio da Rebibbia? RENATO ARCHIDIACONO – LEGALE DIFENSORE LUSI: Beh sicuramente è più sereno. Poi è stata anche una sua scelta che fa un po’ parte della sua storia personale questa, no? Lui viene dal mondo cattolico; qui è un posto dove era già stato da ragazzo, al campo scout. Quindi è un posto che ha anche nel cuore. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Dalla Madonna dei Bisognosi facciamo un passo indietro: quando, a due giorni dall’arresto, Lusi ci aveva parlato dei bisognosi della Margherita a cui il tesoriere liquidava le fatture per la loro attività politica. SABRINA GIANNINI: Sono soldi pubblici, quindi… LUIGI LUSI – SENATORE, EX TESORIERE LA MARGHERITA: No. Non sono soldi pubblici. Adesso questa cosa… io capisco che fa piacere fare questa storia. SABRINA GIANNINI: Son soldi… LUIGI LUSI – SENATORE, EX TESORIERE LA MARGHERITA: Quando i soldi entrano in un partito, quei soldi sono di proprietà di quel partito. Quando i soldi entrano dentro casa sua, dallo stipendio che lei ha guadagnato, non sono più pubblici: sono della sua famiglia. SABRINA GIANNINI: Giusto, lei la gestione dice. LUIGI LUSI – SENATORE, EX TESORIERE LA MARGHERITA: Altra cosa è la liceità dell’utilizzo che tu ne fai, per l’amor di dio SABRINA GIANNINI: La gestione era… LUIGI LUSI – SENATORE, EX TESORIERE LA MARGHERITA: È un’altra partita questa, però non è una partita penalistica: è una partita di carattere etico. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Luigi Lusi è indagato insieme alla moglie e a due commercialisti, per avere sottratto circa 25 milioni di euro, con i quali avrebbe trasferito soldi all’estero e acquistato e ristrutturato immobili di pregio. Quando a gennaio la vicenda esplode, ci sono ancora 20 milioni di euro sul conto corrente del partito che non è più sulla scena politica, ma in vita esclusivamente per gestire il tesoro ereditato dalle elezioni del 2006. Travolti dagli eventi, i leader decidono di chiudere la storia: indicono un’assemblea per 16 giugno durante la quale viene proposto il definitivo scioglimento della Margherita e messa ai voti l’approvazione dell’ultimo bilancio, consegnato però la mattina stessa. SABRINA GIANNINI: Com’è il bilancio? Lo ha letto? PIER LUIGI CASTAGNETTI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Avete visto: c’è una documentazione copiosa, che avete avuto la possibilità credo anche voi di vedere. SABRINA GIANNINI: Ma voi come lo avete letto? Avete avuto il tempo necessario… PIER LUIGI CASTAGNETTI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: No, no ,no, no: difatti non abbiamo avuto il tempo necessario. SABRINA GIANNINI: Avete avuto il tempo? ERMETE REALACCI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Mi fido del fatto che è stato fatto un lavoro rigorosissimo da parte degli avvocati, di organismi esterni SABRINA GIANNINI: Le ricordo che i professionisti esterni, controllavano anche Lusi e non sono molto riusciti a controllarlo… ERMETE REALACCI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Questi son diversi: sono altri. LUCIANO NERI – EX DELEGATO MARGHERITA: Un bilancio anche una bocciofila di periferia lo consegna qualche giorno prima e… sfido anche un tecnico, diciamo, ad avere una idea chiara su quello che è successo con una lettura nel giro di mezz’ora di un bilancio di questo tipo che riporta cifre assolutamente generali, insomma. Parliamo sempre di fondi pubblici. ENZO BIANCO – CONFERENZA STAMPA 16 GIUGNO 2012: L’ultima delibera, quella appunto che decide la messa in liquidazione de la Margherita, è stata approvata dalla assemblea federale a larghissima maggioranza: 86 voti favorevoli, 3 voti contrari, 1 astenuto. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: A larghissima maggioranza, anche se la maggioranza è rimasta a casa: i presenti erano infatti soltanto 90 su 400; epilogo singolare per un partito il cui slogan era “democrazia e la libertà”. ARTURO PARISI – DEPUTATO PD, EX MARGHERITA: Il caso vuole che delle persone mancanti, mancano prevalentemente gli oppositori, mentre le persone presenti .. sono presenti tutti i sostenitori. Fosse nella situazione pubblica, lo chiameremmo colpo di stato. Son cose che accadono. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: L’ultima cena tormentata è sfuggita alle telecamere. I giornalisti, lasciati fuori dalla porta, hanno atteso per sei ore una rapida conferenza stampa e gli annunci da diffondere nei telegiornali della sera. ENZO BIANCO – CONFERENZA STAMPA 16 GIUGNO 2012: La decisione dell’assemblea federale della Margherita è quella di destinare il totale delle risorse… vengono restituite allo Stato. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Sono le briciole rimaste di 9 anni di rimborsi: 214 milioni di euro. Tolti i 25 milioni che avrebbe sottratto dalle casse il tesoriere, sarebbe stato interessante sapere come un partito defunto da 5 anni, ha speso i soldi. Dettagli che non emergono nel cartellone in favore di telecamera. FRANCESCO RUTELLI - CONFERENZA STAMPA 16 GIUGNO 2012: Quanto si è speso per le fotocopiatrici, di questo si tratta, in 11 anni; quanto si è speso per i pony, c’è scritto questo qua dentro. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Per i vertici del partito lo scandalo della Margherita si dovrebbe chiudere così. Bianco se ne va prima che termini la conferenza stampa; Rutelli si alza anche se le domande non sono finite. Alla richiesta di intervista in un primo momento accettano… SABRINA GIANNINI: Volevo organizzare con lei un’intervista sulla vicenda Lusi. ENZO BIANCO – DEPUTATO PD, EX PRESIDENTE ASSEMBLEA DE LA MARGHERITA: Prenda contatto con l’addetto stampa, SABRINA GIANNINI: Ci siamo? Va bene? Grazie, arrivederci. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Dopo avere ricevuto la richiesta ci ripensano. Rutelli scrive che sul caso Lusi ha detto tutto quello che doveva, anche molto di più. SABRINA GIANNINI: Avevo chiesto l’altra volta se mi dava l’intervista. ENZO BIANCO – DEPUTATO PD, EX PRESIDENTE ASSEMBLEA DE LA MARGHERITA: Ma le ha risposto già la mia segretaria. SABRINA GIANNINI: Infatti, volevo parlarle del merito di questa risposta che non mi convince ENZO BIANCO – DEPUTATO PD, EX PRESIDENTE ASSEMBLEA DE LA MARGHERITA: Assolutamente SABRINA GIANNINI: Come responsabile politico della questione SABRINA GIANNINI - FUORI CAMPO: Meglio lasciarsi la margherita dietro le spalle con le elezioni davanti. Enzo bianco è in prima fila nell’assemblea del Partito Democratico, insieme a molti altri ex esponenti della Margherita. SABRINA GIANNINI: Volevo parlarle come ex Margherita ROSY BINDI – DEPUTATO PD, EX MARGHERITA: Non mi interessa. SABRINA GIANNINI: Perché secondo me questa cosa qui l’avete chiusa troppo in fretta ROSY BINDI – DEPUTATO PD, EX MARGHERITA: Guardi io non so più. SABRINA GIANNINI: Questa cosa della Margherita non è una questione morale secondo lei? ROSY BINDI – DEPUTATO PD, EX MARGHERITA: Che cos’è la Margherita? SABRINA GIANNINI: I dirigenti del partito, potevano o non potevano scoprire le appropriazioni di Lusi? Forse potevano, forse non potevano. TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: Che Lusi abbia distratto le finanze pubbliche è assolutamente certo. Poi credo che ci sia una responsabilità politica, cioè, se tu nomini qualcuno, e non lo controlli non ti metti nella condizione di verificare che cosa fa, e beh, c’è una responsabilità politica, non c’è una responsabilità giudiziaria, ma c’è una responsabilità politica. Da un punto di vista giudiziario si potrebbe parlare di incauto affido, cioè si potrebbe parlare di una grave superficialità, una grave colpa, una “culpa in vigilando”, almeno una “culpa in vigilando” c’è. SABRINA GIANNINI - FUORI CAMPO: Allora non si capisce perché, quando iniziano le perquisizioni all’interno del Senato, Rutelli Bocci e Bianco pongono condizioni: che non via sia uno sconfinamento nelle indagini. Tradotto vuole dire che gli accertamenti non devono andare oltre l’ operato di Lusi. Inoltre chiedono … “di tutelare la riservatezza delle notizie e dei dati del partito perché la loro diffusione potrebbe comportare una grave compromissione della vita democratica”. Cosa può dunque esserci nei cassetti della margherita che potrebbe compromette addirittura la vita democratica? È Lusi che chiede, inutilmente, di aprire quei cassetti. RENATO ARCHIDIACONO – LEGALE DIFENSORE LUSI: Quindi noi abbiamo chiesto una perizia per poter ricostruire l’intera contabilità della Margherita per poter capire come sono state gestite tutte le risorse finanziarie del partito. SABRINA GIANNINI: Da quando a quando? RENATO ARCHIDIACONO – LEGALE DIFENSORE LUSI: Beh, in periodo di contestazione, il periodo di contestazione va dal 2007 in poi, se non ricordo male. Dal 2007 è la liquidazione. Questa è la prima cosa che chiedemmo e che il giudice ritenne di non dover accogliere. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: A consegnare qualche informazione in più alla magistratura non e’ Rutelli ma la segretaria di Lusi, la quale parla di fatture imputate ai vari esponenti delle correnti in una fase in cui il partito non era più sulla scena politica. Si riferisce ai Popolari «Bianco, Bindi, Bocci, Fioroni, Franceschini, Letta e Marini e ai rutelliani Gentiloni, Renzi e Rutelli. il primato spetta a Rutelli, il presidente di un partito che doveva collocarsi nel centro sinistra… che dopo ha fondato l’Api, partito di centro. Per la sua attività politica ha impiegato i seguenti fondi: 815mila euro nel 2009, 928mila nel 2010 e quasi un milione e mezzo nel 2011. LUIGI LUSI – SENATORE, EX TESORIERE DELLA MARGHERITA: Ma insomma se uno mi dice quanti milioni dare al Centro per un futuro sostenibile di Rutelli. SABRINA GIANNINI: Che è la Fondazione di Rutelli. LUIGI LUSI – SENATORE, EX TESORIERE DELLA MARGHERITA: Si, voglio dire, me lo dice a voce non me lo mette per iscritto. SABRINA GIANNINI: Quindi, le ha chiesto quanti soldi per questa fondazione? LUIGI LUSI – SENATORE, EX TESORIERE DELLA MARGHERITA: Mi sembra che abbiamo dato da Margherita circa 1 milione e 2. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: A seguire gli altri che ancora oggi militano nel partito democratico: l’attività politica di bocci per tre anni e’ costata quasi 600 mila euro… Franceschini, ha speso molto in tipografia, forse in manifesti elettorali. Solo nel 2009 oltre 700 mila euro. altri 400 mila nei due anni successivi. Gentiloni in tre anni circa 400 mila euro. Enrico Letta 100mila euro ogni anno. Bindi è quasi monacale al confronto: 170 mila in tre anni. Fioroni 670 mila nel 2009, 186 l’anno successivo 151 mila nel 2011. GIUSEPPE FIORONI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Io so che Lusi pagava manifestazioni e attività politica agli uomini e alle donne della Margherita che quei rimborsi aveva generato sui territori e li pagava direttamente. SABRINA GIANNINI: Perché un politico deve farsi promozione con i soldi di un partito che non c’è più? Questo nei confronti degli elettori, lo dico. GIUSEPPE FIORONI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Perché il rimborso elettorale come dice la norma è il rimborso avuto a seguito delle iniziative degli uomini e delle donne della Margherita, di cui quei soldi erano stati spesi in precedenza, se stanno nelle casse del partito possono essere spese solo per iniziative politiche. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Per iniziativa politica la tesoreria ha pagato per conto di fioroni 11 mila euro di multe nel 2010 e 24 mila euro nel 2011. SABRINA GIANNINI: Cioè le multe le facevano gli uomini delle scorte, ho capito bene? GIUSEPPE FIORONI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Erano quelli che erano deposti alla mia tutela. SABRINA GIANNINI: E hanno fatto le infrazioni? GIUSEPPE FIORONI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Se sono infrazioni, saranno infrazioni legate a motivi di sicurezza. SABRINA GIANNINI: Secondo lei era giusto che pagasse un partito estinto? GIUSEPPE FIORONI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Io credo proprio che non doveva pagare. SABRINA GIANNINI: Ma lei lo sapeva o meno di queste multe? GIUSEPPE FIORONI – DEPUTATO PD, EX LA MARGHERITA: Non lo sapevo no… perché… non lo sapevo no… SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Forse gli uomini della scorta di Fioroni, a sua insaputa, hanno trovato il modo per restituire qualcosa ai cittadini. ARTURO PARISI – DEPUTATO PD – EX MARGHERITA: Ritenevo che i soldi potessero essere spesi solo a partire da decisioni comuni e le decisioni comuni non potevano essere che prese in ragione del fine comune. SABRINA GIANNINI: Ma le assemblee le facevate o no, vi riunivate o no, c’era un partito o no dopo il 2007? ARTURO PARISI – DEPUTATO PD – EX MARGHERITA: Gliel’ho detto, le ho appena detto che abbiam fatto solo le assemblee SABRINA GIANNINI: Una volta l’anno? ARTURO PARISI – DEPUTATO PD – EX MARGHERITA: Una volta l’anno, di verifica del bilancio. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Una volta l’anno. A questo si era ridotta l’attività della Margherita dopo la sua dissoluzione, per quell’unica assemblea, il presidente Enzo Bianco si faceva dare una paghetta mensile. LUIGI LUSI – EX TESORIERE MARGHERITA: Quando venne eletto presidente dell’Assemblea federale, nel 2007, lui mi chiese un rimborso spese di 3000 euro che io bonificai come lui mi chiese sul suo conto corrente da quando me lo chiese, mi sembra fosse maggio 2007. Poi, a un certo punto, mi chiese di elevare questa cifra a 5500 euro al mese. Poi noi pagavamo dei rimborsi spesa a lui, dei rimborsi spesa ai dipendenti e pagavamo questa fattura di 150 mila euro all’anno a una società catanese che si doveva occupare di comunicazione per il presidente dell’Assemblea federale. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: 330 mila euro tra il 2009 e il 2011 sono i bonifici diretti alla società catanese di cui era socia una ex collaboratrice di Enzo Bianco. Solo una volta uscita la notizia, Bianco chiarisce in un’intervista che la società organizzava l’attività politica per il suo ruolo di presidente dell’Assemblea. Di quante consulenze aveva bisogno Bianco come presidente di un’Assemblea che si riuniva una volta all’anno? “Basta insinuazioni le «ruberie» di Lusi non possono essere accostate al finanziamento di attività politiche legittime”. Avremmo voluto chiedere a bianco se la sua paghetta sia stata approvata ufficialmente dal partito… LUIGI LUSI – EX TESORIERE MARGHERITA: Ogni cosa nella Margherita è avvenuta senza una traccia scritta, non c’è una spesa SABRINA GIANNINI: Non c’è un verbale? LUIGI LUSI – EX TESORIERE MARGHERITA: No, non c’è niente, a parte l’approvazione dei bilanci, dei rendiconti consuntivi un anno dopo. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: I bilanci e i registri contabili redatti da Lusi stesso che dovevano essere controllati dai revisori scelti dal partito. GIANGAETANO BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Ci sono tante tecniche fisiologiche, io non parlo di patologie, parlo di normale fisiologia di revisione dei conti. SABRINA GIANNINI: Cioè lei dice con una normale fisiologia per esempio forse il caso Lusi… GIANGAETANO BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI. Uh, ma va. Lo beccavano subito, all’inizio. SABRINA GIANNINI: Quindi lei sta facendo una critica implicita, nemmeno tanto implicita ai revisori della Margherita. GIANGAETANO BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: Ma perché c’aveva revisori la Margherita? SABRINA GIANNINI: Certo che ce li avevano. GIANGAETANO BELLAVIA – REVISORE DEI CONTI: E cosa facevano? SABRINA GIANNINI - FUORI CAMPO: Secondo il magistrato i revisori contabili sarebbero stati ingannati, eppure altri revisori, quelli incaricati poi dai dirigenti del partito di fare un’analisi della contabilità, scrivono che i presidi a tutela dell’integrità del patrimonio, dell’affidabilità dei dati e della regolarità delle operazioni erano inefficaci, che le procedure non erano scritte, e che c’era assenza di tracciabilità delle operazioni… SABRINA GIANNINI: E se voi aveste potuto fare un controllo di accertamento forse qualcosa l’avreste scoperta? TOMMASO DI TANNO – REVISORE DEI CONTI: Certamente si perché basta domandarsi qual è il senso di certe spese. SABRINA GIANNINI - FUORI CAMPO: Dalla lista dei fornitori vediamo chiaramente che dal 2008 al 2010 il fornitore che incassa di più è la “Ttt”, la società riconducibile a Lusi che sposta dal conto della margherita sulla “Ttt” più 13 milioni di euro acquistando anche la prestigiosa residenza romana di via Monserrato. E’ difficile non notare che, facendo le somme, è di gran lunga la spesa più ingente. LUIGI LUSI: Gli immobili sono stati acquistati con 90 bonifici ripetuti e come io ho detto più volte un pazzo scatenato fa 90 bonifici ripetuti no? SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Oppure un tesoriere poco controllato. Lusi ha staccato assegni in bianco e anche questo non era difficile da scoprire. Più di tre milioni di euro in assegni sono stati messi direttamente sul conto della moglie, la quasi totalità dei 25 milioni che Lusi avrebbe sottratto erano tracciabili. I tre revisori del partito non si sono accorti mai di nulla. LUIGI LUSI – EX TESORIERE MARGHERITA: Io so soltanto che loro firmavano ogni anno un documento che era la relazione dei revisori dei conti che era obbligatoriamente allegata al bilancio del partito e in questa relazione inserivano e scrivevano quello che ritenevano opportuno inserire e scrivere. Alcune volte facevano controlli mirati, altre volte non li facevano. Insomma erano liberi di agire, nessuno poneva vincoli, paletti o confini alla loro azione. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: E nelle assemblee annuali i dirigenti approvavano il bilancio all’unanimità e ringraziavano Lusi per l’ottimo lavoro. MILENA GABANELLI IN STUDIO: Le indagini sono aperte e quindi sarebbe opportuno che tutte le carte finissero sul tavolo. Ricordiamo che Lusi non è stato beccato dai revisori del partito o da quelli del parlamento, ma la storia è saltata fuori dopo una segnalazione della filiale della Bnl al Senato, che dopo 4 anni si sono finalmente accorti che sul conto della Margherita c’erano movimenti sospetti. Ora se chi doveva controllare non l’ha fatto con quali credenziali si ripresenta alle prossime elezioni? Adesso per correre ai ripari a luglio è stata fatta una nuova legge: tanto spendi tanto ti rimborso? No, se prima ti davo 10 adesso ti do 5 anche se mi dimostri che spendi 2. Però, basta revisori, ci sarà una commissione di magistrati, che avrà più potere di accertamento, ma sono sempre scelti dalla politica. La Corte dei Conti che è istituzionalmente preposta al controllo della spesa pubblica è stata lasciata fuori. Va detto che chi ha rinunciato a prendere il rimborso elettorale è il Movimento 5 stelle. Chiuso questo capitolo, apriamo quello delle regioni, dove invece partecipano come gli altri, e dove di soldi ne corrono anche ben di più. Qui il governo ha cercato di imporre il controllo della Corte dei Conti, ma hanno detto: limita l’autonomia. L’autonomia appunto di tenere tutto coperto. Infatti lo scandalo della Regione Lazio non è uscito dopo un controllo interno, ma a seguito di lotte intestine dentro al Pdl e poi un consigliere radicale schifato ha raccontato al corriere” qui corrono soldi a fiumi e non si capisce come li spendono. TG3: È in carcere Franco Fiorito ex tesoriere Pdl laziale. In carcere c’è gente migliore del mio partito. RENATA POLVERINI – CONFERENZA STAMPA 24 SETTEMBRE 2012: Questa storia nasce per una faida interna al partito del popolo della libertà SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Grazie a una faida interna abbiamo capito come e quanti soldi circolano nelle regioni. Inizia che Franco Fiorito, a luglio, viene estromesso da capogruppo e non la prende bene: deve mollare il controllo del conto corrente che era saldamente nelle sue mani. Chi prende il suo posto fa sapere come fiorito gestiva quel conto. Le segnalazioni parlano di 2 milioni di euro di bonifici sospetti che transitavano dal conto del gruppo del Pdl ai suoi personali. FRANCO FIORITO PORTA A PORTA: Gran parte di quelle spese sono state documentate come attività politica per le finalità previste dalla legge … SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: …ossia acquisti natalizi di cravatte di marca, ostriche francesi, champagne , vacanze a Porto Cervo del valore di 19 mila euro, auto di lusso, un servizio fotografico costato millecinquecento euro per l’assessore alla cultura… SABRINA GIANNINI: Chi vi deve controllare dal punto di vista… GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: La propria coscienza… SABRINA GIANNINI: Solo quella? GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: Di fatto c’è una norma che individua i limiti dell’utilizzo, poi in assenza di controlli… SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: fiorito come capogruppo aveva molta libertà nella gestione dei trecentomila euro all’anno in sua dotazione. Ma anche gli altri 71 consiglieri hanno a disposizione duecentomila euro a testa. Ovviamente oltre gli ottomila euro di stipendio mensile. Una torta che inizialmente era di otto milioni di euro… GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: Con queste delibere si è arrivati a quattordici milioni di euro e noi per esempio di queste delibere che hanno aumentato il finanziamento ai gruppi, ne siamo venuti a conoscenza a scandalo scoppiato. SABRINA GIANNINI: Chi lo sapeva? GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: Sicuramente i gruppi politici che fanno parte dell’ufficio di presidenza… SABRINA GIANNINI: Diciamoli… GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: Pdl, Pd, Idv, Udc, Lista Polverini. RENATA POLVERINI A BALLARÒ DEL 25 SETTEMBRE 2012: Di Pietrò non giocare che qui nessuno casca dalle nuvole! SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Renata Polverini ha doti di preveggenza, infatti passa una settimana e … TG3 DEL 10 OTTOBRE 2012: Alla regione Lazio nuovo caso analogo a quello di Fiorito, indagato il capogruppo dell’Idv Maruccio, avrebbe preso settecentomila euro dai fondi del partito. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Bonifici versati da Maruccio su sui conti personali. Dopo spuntano le fatture di ristoranti, alberghi di lusso, night club, perché… RENATA POLVERINI – CONFERENZA STAMPA 24 SETTEMBRE 2012: Perché le ostriche non le ha inventate il Pdl del gruppo regionale. Ce ne sono di gran lunga superiori. Le ostriche viaggiavano comodamente nel palazzo della giunta regionale prima di me. GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: La Polverini ha detto prima che non sapeva niente, poi che avrebbe detto tutto… SABRINA GIANNINI: poi se n’è andata GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: Poi se n’è andata, prima di andarsene ha nominato altri suoi dirigenti… RENATA POLVERINI – CONFERENZA STAMPA 24 SETTEMBRE 2012: Perché quello che ho visto in regione e per rispetto dei cittadini non ho portato alla vostra attenzione fino ad oggi, lo farò da domani mattina. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Dunque polverini è rispettosa verso i cittadini ai quali ha preferito non dire come sono stati sperperati i loro soldi. GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: E noi abbiamo depositato una nostra mozione un nostro documento nel quale abbiamo detto: “almeno adesso, è scoppiato lo scandalo Fiorito, è scoppiata la vicenda relativa ai finanziamenti dei gruppi, tutto questo è scoppiato perché non c’è stata trasparenza, almeno adesso la vogliamo approvare?!” No. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: 17 gruppi consiliari, che si dividono 14 milioni di euro… senza obblighi di rendicontare dettagliatamente. I gruppi non coinvolti nelle indagini dovrebbero fare la corsa per distinguersi e mostrare la legittimità delle loro spese. Abbiamo chiesto a tutti i gruppi di visionare la loro movimentazione bancaria… GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: La nostra movimentazione bancaria sta qua… SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Tutto qua? GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: I soldi del gruppo stanno tutti qua. Queste sono tutte le movimentazioni dei soldi del gruppo, due anni e mezzo di movimentazioni SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Posso vedere? Lei sa che mi aspetto qualcun altro che me le invia…lei cosa prevede? GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: Buona fortuna. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO: Oltre ai Radicali anche il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà invia gli estratti conto, ma gli altri li tengono chiusi nei cassetti. Anche il gruppo della lista Polverini che gestisce quasi 2 milioni di euro l’anno rendicontandoli con quattro numeri stampati su due pagine. Più decorosi rispetto all’Idv, che si limitano a scrivere a mano il rendiconto. Il partito democratico non mostra i movimenti bancari, ma pubblica su internet soltanto il rendiconto. E’ così che veniamo a sapere che gli incontri cittadini li organizzavano preferibilmente al ristorante. Non è chiaro se la cena fosse durante o dopo l’incontro. GIUSEPPE ROSSODIVITA – CAPOGRUPPO RADICALI REGIONE LAZIO: Se io dispongo… ho la possibilità di disporre direttamente dal bilancio, faccio un esempio, di duecento milioni di vecchie lire all’anno e le faccio andare a quattro associazioni mie amiche, queste quattro associazioni mie amiche quando ci saranno le elezioni poi gireranno tutte le loro preferenze su di me non solo per riconoscenza, ma anche per poter continuare a ottenere questi soldi per la legislatura successiva. E’ il clientelismo. È la partitocrazia che conserva il proprio potere attraverso i fondi pubblici. MILENA GABANELLI IN STUDIO: Era il 15 marzo del 1980, più di trent’anni fa e non era ancora successo quello che si è prodotto poi a nostra insaputa. Repubblica usciva con un racconto di Italo Calvino dal titolo “Apologo sull’onestà nel Paese dei corrotti”. Val la pena di leggere un paragrafo “C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere,aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo),chi poteva dar soldi in cambio di favori, in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia”. Sembra scritto stamattina e ci sembra che questa armonia, la loro, duri da troppo tempo. Se vogliamo spezzare questo circolo vizioso bisogna cominciare ora a separare il marcio dal sano.