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 2012  ottobre 31 Mercoledì calendario

CHIUDE MATERNUS, FINISCE UN’EPOCA

[Sui suoi tavoli è passata la storia fino alla caduta del Muro] –
Se a Parigi chiudesse il Flore, tempio dell’esistenzialismo, il caffè di Sartre e di Simone de Beauvoir, o a Madrid il bar del Ritz, dove andava a bere il solito Hemingway, o a Vienna il Sacher, che consolava con torte al cioccolato e marmellata di albicocche le prime clienti del professor Freud, o a Roma il Caffè Greco, quello di re Ludwig di Baviera e di Guttuso, la notizia finirebbe in prima pagina sui giornali di tutto il mondo.
Temo che nessuno si commuoverà per la chiusura a fine ottobre del Maternus, storico ristorante di Bonn, anzi di Bad Godesberg, il quartiere dei diplomatici.
Eppure alle sue tavole si è svolta parte della nostra storia, dalla fine della guerra alla caduta del Muro. Dopo, ha continuato a sopravvivere a se stesso.
Una piccola città in Germania è il titolo del romanzo di John Le Carré dedicato alla capitale provvisoria della Repubblica federale, scelta da Adenauer al posto di Berlino semplicemente perché era vicina a casa sua. Bonn, scrive l’autore della Spia che venne dal freddo, sembra una cittadina balcanica avvolta nella nebbia. Le Carré negli anni Cinquanta, quando ancora si chiamava David Cornwell e faceva la spia sul serio travestito da diplomatico, era uno dei clienti assidui di Ria Maternus, l’incontrastata padrona di casa della cittadina universitaria. Conquistare un tavolo nel suo locale era uno status symbol, e lei non badava all’importanza dell’ospite ma alla simpatia.
A me lo dava sempre, forse perché mi confondeva con qualche altro, o solo perché ero il più giovane tra i giornalisti e si divertiva a far indispettire i miei colleghi. Al Maternus hanno cenato tutti i Cancellieri, e qui invitavano gli ospiti stranieri. Frau Ria offrì la sua leggendaria Kartoffelsuppe, la zuppa di patate con lo speck, a Harry Truman e Dwight D. Eisenhower, a Richard Nixon e John Kennedy, Jimmy Carter e Ronald Reagan, a Charles De Gaulle, e a Michail Gorbaciov. Boris Eltsin si nascose sotto un tavolo per non farsi fotografare, Hans-Dietrich Genscher, per quasi due decenni ministro degli esteri, vi veniva almeno una volta alla settimana. Qui i compagni socialisti discussero nel 1959 la svolta, quella di Bad Godesberg appunto, che li trasformò in socialdemocratici e li condusse al potere dieci anni dopo con Willy Brandt. E Willy scelse il Maternus per festeggiare il sessantesimo compleanno. Ria era amica di tutti i politici, al di là dei partiti, ma soprattutto delle loro mogli. Carriere iniziarono al Maternus, o finirono, senza che i diretti interessati capissero il perché. Lo conosceva Ria. Non volle più servire Brandt quando lasciò la moglie. Kohl non le stava simpatico, ma non rivelò mai il motivo. Forse non le piaceva l’onnipotente segretaria del futuro Cancelliere. Nata nel 1914, un mese dopo lo scoppio della guerra, Ria studiò dalle suore. La famiglia si trasferì nella villa Liberty vicina alla stazione nel 1931, quando nessuno credeva in Hitler. Dopo la sconfitta, le truppe americane requisirono il Maternus per farne la mensa ufficiali. Una sera Ria danzò sul tavolo insieme con il generale Patton, il duro che non reggeva la birra renana. Dal 1952, prese il posto del padre. Adenauer la convinse ad abbattere le pareti al primo piano per creare un salone adatto alle cene ufficiali del governo. Quando morì nel 2001, la cerimonia funebre nel Duomo di Bonn si trasformò in un evento politico. Vennero da Berlino i suoi vecchi clienti e amici, alla sera andarono tutti a cena a Bad Godesberg. La piazza della stazione fu ribattezzata in Ria Maternus Platz, tra qualche anno nessuno ricorderà il perché.