Carlo Nicolato, Libero 28/10/2012, 28 ottobre 2012
IN GRECIA NON PAGHI SE NON TI FANNO LO SCONTRINO [I
clienti potranno rifiutarsi di saldare il conto se il negozio non emette ricevuta. Così i commercianti rischiano in proprio] –
Come capita per tutto in Grecia c’è già chi è a favore, chi contro, chi è trasversale, chi lo è anche lui ma in senso opposto, chi non lo è abbastanza ma sempre un po’ più degli altri, chi prepara la rivolta, chi grida allo scandalo ecc..., ma poi alla fine non cambia niente. E anche stavolta, c’è da crederci, cambierà poco o nulla, si troverà ancora l’escamotage, la legge sarà cambiata o non verrà applicata. Per il momento però la trovata è di quelle grosse, di quelle che fanno parlare anche all’estero appunto, anche se solo di tasse e scontrini fiscali si tratta. Dalla prossima settimana pare infatti che i ristoratori, i bar, i panettieri, i macellai, insomma tutti gli esercizi commerciali, rischiano di dover rilasciare per forza l’odiato scontrino, altrimenti lavoreranno per nulla. Significa, in parole povere, che se il ristoratore non lo consegnerà insieme al conto, il cliente se ne può andare senza pagare. Si può essere più o meno d’accordo, ma senza dubbio è questa la vera rivoluzione greca dai colonnelli in poi, e lo è veramente perché lì in Grecia, ed è provato, lo scontrino non te lo fa nessuno o quasi. Uno scarabocchio incomprensibile su un foglio di carta e via. La scorsa estate un controllo in piena stagione nelle isole Cicladi, del tipo di quelli che avvengono anche da noi nell’era Monti, ha scoperto che l’80 per cento dei ristoranti non emette regolare ricevuta. La media nazionale oscillerebbe invece tra il 50 e il 70 per cento delle attività commerciali.
Una rivoluzione lo è anche però in senso assoluto, perché per la prima volta il manico del coltello passa dalle mani del negoziante o del titolare di qualsiasi altra attività remunerata, a quelle del cliente. Il caso dell’idraulico, solo per fare un esempio, è tipico: <Signora, con la ricevuta fiscale sono 200 euro, senza 140> . D’ora in poi in Grecia, perché dopo i negozi toccherà a tutte le libere professioni, il trucchetto sarà un bel po’ più difficile perché il cliente avrà sempre un arma in più, quella di non pagare, e potrà farla valere. Nei ristoranti la regola sarà scritta nero su bianco nel menù, prima degli antipasti, perché già si sappia prima di mangiare. Nei negozi sarà affisso un cartello all’entrata. C’è chi parla di attentato alla pace sociale, e forse non ha nemmeno tutti i torti, ma c’è anche chi risponde che l’attentato con relative vittime lo hanno già fatto gli evasori con i loro 40/60 miliardi di danni annui all’erario, pari a un quinto di tutto il prodotto interno loro greco. E quindi, aggiungono, indiretti colpevoli dell’ammontare esorbitante del debito pubblico, che è del 170 per cento sul pil. Non a caso la rivoluzionaria misura antievasori farebbe parte infatti del pacchetto di 89 riforme concordate con la troika per limitare il debito al 120 per cento entro il 2020 che il ministero dello Sviluppo presenterà la prossima settimana. Certo la tentazione alla gogna in Grecia c’è ed è indiscutibile. La caccia al colpevole è iniziata già da qualche settimana con la pubblicazione sui giornali della famosa lista Lagarde, cioè di quell’elenco di 2000 cittadini greci con conto in Svizzera che l’attuale direttrice del Fondo Monetario Internazionale quando era ministro delle Finanze in Francia diede al collega greco Giorgios Papacostantininou. La lista, rimasta nel cassetto per un paio di anni, è stata riesumata e pubblicata da Samaras, provocando già un paio di suicidi eccellenti.