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 2012  ottobre 28 Domenica calendario

Il deputato che regala galline (e da domani buoni benzina) - Prima venne l’uovo, quel­lo, «freschis­simo », che Achille Ottaviani,al­l’epoca senatore le­ghista, nell’agosto del 1993 ruppe sul tetto di un’Alfa 75 della Polstrada ferma per controlli sulla A4, «vedendolo trasformarsi dopo un pa­io di minuti in un appetitoso occhio di bue», ciò che rese plasticamente eviden­te la necessità di dotare del climatizzato­re tutte le auto delle forze di polizia

Il deputato che regala galline (e da domani buoni benzina) - Prima venne l’uovo, quel­lo, «freschis­simo », che Achille Ottaviani,al­l’epoca senatore le­ghista, nell’agosto del 1993 ruppe sul tetto di un’Alfa 75 della Polstrada ferma per controlli sulla A4, «vedendolo trasformarsi dopo un pa­io di minuti in un appetitoso occhio di bue», ciò che rese plasticamente eviden­te la necessità di dotare del climatizzato­re tutte le auto delle forze di polizia. Ora viene la gallina, anzi le galline («al massi­mo due per famiglia »), che Gianluca Buo­nanno, deputato leghista, regala agli abi­tanti di Varallo stremati dalla crisi econo­mica. Dovreste vedere che ressa c’è il sa­bato mattina dietro Villa Durio, magnifi­cente sede del Comune della Valsesia, per la distribuzione dei pennuti prenotati in settimana presso gli uffici municipali, ovaiole livornesi e ovaiole francesi nere razza Arco, con i rispettivi galletti, che il parlamentare del Carroccio compra di ta­sca propria dall’azienda agricola Alberici di Castelletto Sopra Ticino al modico prezzo di 18 euro la coppia, Iva inclusa. Dopo il Sacro Monte, Buonanno è senz’altro la gloria di Varallo più citata nel mondo. In ossequio al principio della ve­rosi­miglianza e sull’esempio delle 800 sta­tue custodite nelle 45 cappelle del santua­rio cinquecentesco, i cui volti sono ornati da barbe e capelli di origine umana,l’ono­revole ha fatto costruire una decina di sa­gome fotografiche ad altezza naturale che lo raffigurano in divisa da vigile urba­no mentre intima l’alt con la paletta, e le ha fatte collocare ai margini delle strade. Magari avrà sbagliato un po’ le dimensio­ni della testa (appena 15 centimetri da un orecchio all’altro) e i colori della cravatta (fantasia anziché tinta unita), ma pare as­sicurato l’effetto dissuasivo su chi scorga da lontano la minacciosa figura. Soprat­tutto se si tratta di forestieri, perché i loca­li ci hanno ormai fatto l’occhio. Buonan­no ha provat­o a rinnovare l’effetto sorpre­sa dando ad alcuni agenti di cartone la fac­cia di Roberto Maroni. «Ce n’erano anche altri due che riproducevano un vigile ve­ro, Mario Reffo, ma qualcuno li ha fregati. Comunque come deterrenti contro gli ec­cessi di velocità funzionano benone: dai 66.866 euro del 2009 le con­travvenzioni sono scese nel 2011 a 40.088 euro». Quando non è a Monte­citori­o a farsi espellere dal­l’aula per intemperanze ( è già accaduto due volte, al­la cerimonia d’inaugura­zione della legislatura vole­va entrare nell’emiciclo con un forcone «simbolo della rivoluzione contadi­na »,in un’occasione ha an­che avuto cinque giorni di sospensione), il deputato fa il prosindaco di Varallo. Per la verità continua a fare il sindaco, come negli ulti­mi dieci anni, nonostante la legge («un’in­giustizia ») lo abbia costretto nel maggio scorso a rassegnare le dimissioni per in­compatibilità fra le due cariche. Nel 2002 era stato eletto con il 60% dei voti, nel 2007 lo avevano riconfermato con l’81%. Con analoghe percentuali bulgare la Li­sta Buonanno ha espugnato gli altri Co­muni della vallata, e cioè Borgosesia, Ser­ravalle Sesia ( dove il nostro fu sindaco dal 1993 al 2002) e Gattinara. Tanto che, a un certo punto, Buonanno era contempora­neamente sindaco a Varallo e vicesinda­co a Borgosesia, caso unico in Italia. Per capire come funziona una così pro­digiosa macchina del consenso, basta guardarsi attorno. Gigantografia di don­ne islamiche velate all’ingresso di Varal­lo: «Vietato l’uso di burqa, burqini e ni­qab. Vietata l’attività a vu’ cumprà e men­dicanti », con traduzione in lingua araba. Altri cartelli avvertono invece che il pro­sindaco deputato è sempre disponibile a esercitare l’una o l’altra carica diretta­mente presso il domicilio degli elettori: basta telefonare al 335219249. «Odio i po­litici sideralmente distanti dal popolo. Il mio cellulare resta acceso 24 ore su 24, tanto la gente non è così matta da chia­marmi di notte. Rispondo sempre». Non volendo farsi cogliere imprepara­to, Buonanno porta ai polsi due orologi. Uno apparteneva al padre, morto nel 1990, un materassaio nel cui laboratorio il futuro deputato sgobbò fino al momen­to di diplomarsi ragioniere. Si chiamava Ettore, in onore di Petroli­ni, perché il nonno del­l’esponente leghista, Nico­la Buonanno, nome d’arte Mario Morelli, di famiglia napoletana ma nato in Pu­glia, era la spalla dell’attore romano dal profilo grifa­gn­o che inventò le immorta­li maschere di Gastone, For­tunello, Giggi er Bullo, Mu­stafà e Nerone. La nonna, Elodia De Los Rios, recita­va nella stessa compagnia. Ora sapete da chi ha preso. Chiamano in tanti per le galline? «Hanno già aderito 150 famiglie su 3.518, con grande scorno dei miei avversari. Pen­savano che non si prenotasse nessuno». Se la caverà con 2.700 euro. «Al costo vivo bisogna aggiungere le spe­se di distribuzione e le pratiche burocrati­che: non è che uno possa improvvisarsi avicoltore senza avvertire l’Asl. Siccome una gallina mangia, fra avanzi di pasta e di verdure,150 chili di umido l’anno,i cit­tadini che le allevano avranno uno scon­to del 10% sulla tassa rifiuti del 2013». E se qualcuno gli tira il collo prima del tempo? Dovrà chiedere il certificato di esistenza in vita delle pollastre. «Faremo controlli a campione. È anche un’iniziativa pedagogica:i bambini d’og­gi non sanno neppure com’è fatta una gal­lina. Senza contare le 290 uova che ciascu­na famiglia ottiene gratis in un anno». Il suo collega governatore del Piemon­te, Roberto Cota, non sarà contento: così fa aumentare i livelli di colestero­lo e, quindi, la spesa sanitaria. «Eh,ma l’ovetto serve per lo zabaione.Sa, abbiamo dovuto sospendere la distribu­zione facilitata del Viagra. Io e gli assesso­ri ci accollavamo uno sconto del 50% sul­le pillole blu applicato nelle tre farmacie di Varallo. Le vendite erano lievitate del 40%». Diventava duro sostenere i costi, più che altro. «Be’, su 7.505 abitanti, gli ultracinquan­tenni sono 3.589, faccia lei i conti. Ma di­ventava soprattutto difficile controllare quelli che venivano a comprarsi il Viagra dai Comuni vicini. Così dal 29 ottobre al 31 dicembre ripiegherò, sempre a mie spese, sul sorteggio dei buoni benzina: due al giorno,da 25 euro l’uno,estrattifra i cittadini in regola con le tasse. A chi inve­ce viene multato per divieto di sosta, a me­no che non abbia messo l’auto sulle stri­sce pedonali, sul marciapiede o nei posti riservati ai disabili, da tempo offriamo un buono per un caffè al bar e un gratta e vin­ci da 2 euro. Non puoi sempre chiedere: qualcosa devi anche dare alla gente». E lei dà tutto se stesso. «Può dirlo.Dopo la chiusura dell’ospeda­le di Varallo, mi sono fatto crocifiggere da­vanti alla sede della Regione Piemonte. Sono stato lì due giorni. Era inverno, face­va un freddo becco. Scendevo solo per la pipì. Provi lei a stare a braccia spalancate su una croce per 48 ore. Il governatore Mercedes Bresso non voleva ricevermi. Mi dava del turacciolo. Risultato: ha per­so le elezioni in Valsesia. Venne qui a dire che si sarebbe accontentata di prendere un voto in più. Ha avuto il 20% in meno». La salute dei suoi concittadini le sta a cuore. «Sì. Ho messo a disposizione gratuita­mente personal trainer e dietologo per gli obesi che volevano perdere peso. I più vir­tuosi vincevano fino a 500 euro. Hanno completato il programma di dimagrimen­to in 15. Poi purtroppo la Valsoia non ci ha rinnovato le sovvenzioni. La volatilità de­gli sponsor è un grosso problema. Anche Gt auto alarm, l’azienda di Gavirate che aveva accettato di mettere il suo logo sulla carta intestata del Comune, s’è ritirata». Le piace finire sui giornali, confessi. «I deputati vivono su Marte. Io vivo sulla Terra. Se non fai cose concrete, i voti non li pigli.Ho istituito l’assessorato alle Picco­le cose, che sono più importanti di quelle grandi,perché se davanti a casa sua c’è un tombino malandato e lei sente tun-tun a ogni auto che ci passa sopra, finisce per non dormire la notte e diventa pazzo». È per concretezza che s’è improvvisa­to spogliarellista in stile Full Monty ? «Era per una buona causa: raccogliere fondi da destinare al restauro del Sacro Monte. Purtroppo la curia vescovile ha giudicato inopportuna l’iniziativa e ha re­spinto il ricavato. L’ho de­voluto al volontariato». E ha recitato negli spot tv dei rubinetti Gessi? «Il cachet è servito all’acqui­sto di un’auto per i serviz­i as­sistenziali che portano i pa­sti a domicilio agli anziani ». E ha ballato sulle note del Waka waka , insie­me con Paola Concia, de­putata del Pd, a Let’s dance su Canale 5? «Classificandoci secondi. Sempre per beneficenza». Poteva far contenta l’onorevole Con­cia istituendo piuttosto il registro co­munale delle coppie di fatto. «Ma per l’amor del cielo! Non voglio che gli omosessuali si sposino, né tantomeno che adottino bambini. La Concia e io ab­biamo solo un punto in comune: ci piac­ciono le donne». In compenso regala il Manuale pratico di separazione e divorzio ai neosposi. «È un volume di Maggioli editore, con Dvd, e costa caro: 40 euro. Serve a far riflet­tere le persone sulle complicazioni che nascono quando si compie con sventatez­za questo passo importante. In vent’anni avrò unito in matrimonio almeno 200 coppie. Lo sa quante volte m’è toccato poi ricelebrare le nozze di uno dei due co­niugi, o di entrambi? Mi sono stufato». Alla Zanzara , su Radio 24, ha esposto una teoria balzana:«Se c’è il Grana pa­dano, significa che esiste anche la Pa­dania ». «Una battuta. Più che nella Padania, cre­do nel Nord. Se fosse autonomo, sarebbe la più florida regione d’Europa. A patto che il 75% delle tasse rimanesse qua. Non avremmo bisogno di nulla dallo Stato.Og­gi invece accade l’inverso. Nell’ultimo an­no Roma mi ha tolto un milione di euro. Ma io mica posso sospendere i servizi, ho già risparmiato tutto il possibile. Questo governo è stupido, fa tagli lineari, non di­stingue i Comuni virtuosi, che hanno ri­dotto le spese, dai Comuni spreconi». Ho capito: si riconosce nello slogan Prima il Nord! con cui Maroni ha sosti­tuito Alberto da Giussano, il Sole delle Alpi e il celodurismo. «Molto azzeccato. È la strada giusta». Non lefa un po’ pena vedere Umberto Bossi in un cantuccio? «L’ho incontrato l’altra sera alla Camera e mi sembrava bello pimpante». Quanto pensa che prenderà la Lega al­le prossime elezioni? «Mi bacerei i gomiti se replicasse i risultati del 2008: l’8,3% alla Camera e 60 seggi». Le Regioni servono? «No, sono fogne, le abolirei. Bastano le Province. Per fortuna qui ho il governato­re Cota che è leghista e mi ascolta. Ma i po­litici passano mentre i funzionari politi­cizzati restano. Sono loro a comandare. Parassiti sindacalizzati, illicenziabili». Mi porta in argomento: i sindacati vo­levano denunciarla per aver creato la «scrivania dell’asino». «È quella lì alle sue spalle». (Mi indica un banchetto di legno, ingombro di carte, in un angolo dell’ufficio). «La vede vuota per­ché nel frattempo è deceduto l’asino». Chi era? «Ce n’erano più d’uno.Uno dei messi l’ho beccato un martedì, giorno di mercato, mentre tornava in municipio con le borse gonfie di mercanzia. Era andato a fare la spesa per tutti. L’ho obbligato a spostare un cumulo di plo (blocchi di cemento per uso edile, ndr) da una parte all’altra del parco di Villa Durio. Il giorno dopo s’è as­sentato per il mal di schiena. Finita la ma­lattia, ha chiesto il prepensionamento. Poi c’era un geometra dell’ufficio tecnico. Non capivi mai se lavorava o se girava per i casi suoi, anche perché andava a fare i so­pralluoghi con la propria auto. Così l’ho messo nel mio ufficio, alla scrivania del­l’asino. Senza computer: doveva redigere tutto a mano, come i monaci. Non gli par­lavo mai. Dopo due mesi ha chiesto il pre­pensionamento anche lui. Poi è morto». L’ha ucciso, in pratica. «Non dica così. Era in pensione da tempo, quando è deceduto. Volevo solo far capi­re a tutti che ci sono delle regole da rispet­tare. Per un certo periodo ho tenuto nel mio ufficio anche la macchinetta del caf­fè. Prima c’erano sempre gli sportelli sguarniti». Lei è uno Stakanov? «Quand’ero sindaco di Ser­ravalle Sesia, d’estate si so­no assentati i becchini: uno per malattia e l’altro per fe­rie. Andavo ad aprire e chiu­dere i cancelli dei cimiteri. E scavavo pure le fosse. Esperienza istruttiva. Sul campo, anche quello san­to, capisci molte cose». A Montecitorio lavorate poco o tanto? «Perdiamo un sacco di tempo in chiac­chiere inutili. Passano provvedimenti de­menziali. L’ultimo è quello che nel giro di 48 ore concede la residenza a chiunque. Se il Comune non esegue i controlli entro due giorni, vale il principio del silenzio­assenso. Delinquenti e truffatori potran­no cambiare indirizzo 15 volte al mese». Pensa che gli eletti dal popolo soprav­viveranno all’ondata di antipolitica? «Secondo me ci sarà un uragano. Si salve­rà solo chi ha tenuto per mano la gente». E se l’uragano spazza via anche lei? «Tornerò a fare il venditore della scopa Pippo, quella che scopa bene».