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 2012  ottobre 31 Mercoledì calendario

SE BERLUSCONI SIA O NO IN MINORANZA NEL PDL, TRA PRIMARIE E STRATTONI [A

sentire i suoi parlamentari, l’80 per cento sta con Alfano, non vuole cacciare Monti, né far guerra a Berlino] –
Roma. C’è chi dice di non averlo visto in televisione né sentito alla radio, c’è chi, come l’onorevole Paolo Sisto, quasi nega che sia mai accaduto qualcosa a Villa Gernetto (“Berlusconi vuole sfiduciare Monti? Non do retta al gossip”); e c’è infine chi, la maggioranza, non ha troppi dubbi: tra la linea di Alfano e quella di Berlusconi i parlamentari del Pdl scelgono quella del giovane segretario. “Voglio bene al Cavaliere e gli sono riconoscente, ma deve sapere che l’80 per cento del partito e dei gruppi parlamentari non vuole sfiduciare Monti e non vuole altro partito che il Pdl. Berlusconi è in minoranza”, dice Osvaldo Napoli, deputato berlusconiano di lungo corso. E chissà che non abbia ragione. “Per me c’è solo il Pdl con le primarie. Se mi mettessero di fronte alla scelta tra il mio partito e una Forza Italia rifondata fuori tempo massimo io francamente, a quel punto, preferirei tornarmene a casa”, dice Sergio Pizzolante, socialista berlusconiano alla sua seconda legislatura. Insomma, se ci si accosta con fare gentile a un deputato del Pdl e gli si chiede se abbia ragione il Cavaliere o Alfano, mediamente i parlamentari sono per l’agenda europea, per il rispetto del vicino tedesco e per il sostegno “vigile” al governo “non perfetto” di Mario Monti.
Molti, moltissimi, se interrogati sul Cavaliere, poi, rispondono al cronista con una domanda che è già a modo suo anche questa una risposta: “Ma a quale Berlusconi ti riferisci? Quello della lettera montiana o quello di sabato scorso?”. C’è un po’ di confusione, comprensibilmente. “Mettiamola così”, dice Barbara Saltamartini, deputata ex di An, “se il pensiero di Berlusconi a Villa Gernetto è una linea politica e non uno sfogo dovuto a una sentenza infame del tribunale di Milano, ecco io, allora, non la ritengo una strada percorribile”. Un modo diplomatico per dire che non se ne parla nemmeno. “Monti è arrivato a Palazzo Chigi per un atto di responsabilità di Berlusconi – continua Saltamartini – adesso rimettere tutto in discussione a cinque mesi dal voto non mi pare abbia tanto senso”. E nella nuova Forza Italia lei ci andrebbe se glielo chiedessero? “Non sono interessata. Per me il Pdl è un progetto vincente”. Ed è quello che dice anche Simona Vicari, senatrice siciliana, ex sindaco di Cefalù: “Se il Pdl si deve sciogliere sarà il Pdl stesso a deciderlo nei suoi organi collegiali, nessun altro. Per quanto mi riguarda credo nelle primarie, le faremo e saranno lo strumento per legittimare un leader (spero Alfano) e una linea politica. Non credo che la linea di violenta opposizione a Monti e all’agenda europea sia maggioritaria, in Italia come nel centrodestra. Quelle cose funzionano in bocca a Grillo, non hanno la stessa efficacia se le dice Daniela Santanchè o Michaela Biancofiore”. Riprende fiduciosa Barbara Saltamartini: “Mi auguro che Berlusconi voglia spronarci al dialogo con Monti, in linea con la natura del Pdl e del Partito popolare europeo”. E Osvaldo Napoli: “La gente non vede Berlusconi come un leader antipolitico, il Cavaliere fa politica da vent’anni. Come fa a mettersi nell’area antisistema? La verità è che se decide di spaccare il partito e di sfiduciare Alfano si perde tutti i parlamentari e la maggioranza dei circoli di partito”.
Certo poi ci sono anche i superberluscones, tipo Giancarlo Lehner, socialista già ultrà craxiano: “Se il presidente rifonda Forza Italia io ci vado, è d’obbligo”, dice. Come le è parso Berlusconi a Villa Gernetto? “Quella del Cavaliere è un follia saggia. Al nostro popolo serve qualcuno che alza la voce e manda affanculo Monti. Temo però che Berlusconi possa tornare indietro sui suoi passi e rimangiarsi tutto quello che ha detto”. Indietro per la seconda volta? “Sì, ecco, quella sì che sarebbe una botta di follia”. La maggioranza dei suoi colleghi non sembra d’accordo con il Cavaliere. “Lo so, ma qui ci sono due tipi umani differenti. Ci sono quelli come me, che possono anche vivere senza il Parlamento. E poi ci sono quelli che senza un posto da deputato o senatore andrebbero in crisi depressiva”.