Varie, 31 ottobre 2012
Rina Marrone, 78 anni. Orologiaia a Savona, orologeria al civico 4 di via Niella USURA??? Savona - Nessuna certezza, ma i carabinieri e la procura sembrano convinti che ad armare il killer di Rina Marrone sia stato un movente personale
Rina Marrone, 78 anni. Orologiaia a Savona, orologeria al civico 4 di via Niella USURA??? Savona - Nessuna certezza, ma i carabinieri e la procura sembrano convinti che ad armare il killer di Rina Marrone sia stato un movente personale. Vecchie ruggine, ma anche e soprattutto problematiche legate al denaro, addirittura non è stata esclusa un eventuale legame con il mondo dell’usura. Nonostante il massimo riserbo che il sostituto procuratore Crisitana Buttiglione ha imposto ai suoi più stretti collaboratori, le indagini svolte nei giorni scorsi avrebbero portato a ritenere poco probabile l’ipotesi della rapina andata male. Troppi aspetti non convincerebbero gli uomini del capitano Bianco per spiegare appunto il drammatico gesto. A cominciare dall’efferatezza del delitto. L’uomo, immortalato in uno dei fermi immagini di una videocamera di sorveglianza, avrebbe agito con freddezza. Una sorta di esecuzione che non coinciderebbe con la soluzione della rapina. Intanto perché non ci sarebbe stata colluttazione tra i due. Rina Marrone è stata ritrovata con le ciabatte ai piedi e gli occhiali da vista ancora in testa. Insomma, in ordine, senza un apparente motivo per sentirsi minacciata. Quasi fosse stata sorpresa nell’esecuzione dal suo carnefice. Nonostante gli inquirenti continuino a negarlo, sembra che la commerciante conoscesse quell’uomo. Intanto perché raramente apriva la porta a vetri del negozio al primo piano di via Niella 4 a sconosciuti. C’era addirittura una videocamera (senza registrazione però) in grado di mostrare all’interno chi suonasse alla porta. Il killer lo sapeva? Perchè tentare una rapina del genere senza travisare il suo volto con il rischio di essere individuato rapidamente? Possibile, invece, che l’uomo fosse a conoscenza del particolare che non avrebbe potuto essere individuato. Il fotogramma recuperato da un sistema esterno alla via lo mostrerebbe infatti con un berretto, ma niente più. Ma c’è un altro aspetto che potrebbe avvalorare l’ipotesi che Rina Marrone conoscesse colui che ha suonato alla porta. Raramente la donna apriva il negozio prima delle 15.45-16, mentre due venerdì un condomino del palazzo avrebbe riferito ai carabinieri di aver notato il portoncino aperto attorno alle 15.15-15.20 mentre scendeva le scale per andare al lavoro. Ma senza farci troppo caso quel particolare è passato inosservato. A giorni di distanza, invece, gli inquirenti stanno cercando di capire i motivi di quel gesto e soprattutto individuare le ragione di tanta ferocia di un killer. Facile prevedere che alla radice del gesto ci sia rancore, tantissimo rancore. Una situazione probabilmente incancrenita da anni che una volta scoppiata nella sua gravità ha trasformato l’uomo in un killer. Ma il lavoro di magistrato e carabinieri è ancora lungo e complicato. Nonostante sia cominciato il lavoro di comparazione tra l’immagine ottenuta dalle telecamere e quelle degli archivi, quel volto non ha ancora un nome. E poi c’è da attendere l’esito delle perizie dei Ris di Parma sui vestiti indossati da Rina Marrone al momento dell’omicidio, nella speranza possano essere rinvenute trace di dna del killer, anche sul bossolo del colpo di pistola che ha ucciso la donna e ritrovato nel negozio. Esistono ancora dubbi sull’entità del calibro e il particolare non è secondario. Come la ricostruzione al computer della scena del delitto. Se la traettoria del proiettile potrebbe essere in grado di fornire agli investigatori elementi sulle composizioni morfologiche dell’omicida (altezza, per esempio), il calibro del proiettile potrebbe quanto meno circoscrivere l’ambito in cui è nato il delitto. Elementi che dovranno andare ad incrociarsi con gli esiti della perizia medico legale effettuata dal dottor Marco Canepa sul cadavere della vittima. Il mistero del delitto dell’orologiaia resta sempre fittissimo e ancora distante dal poter conoscere la parola definitiva. In particolare, dopo gli iniziali tentennamenti dovuti a problemi organizzativi (mancanza di un medico legale in grado di effettuare il primo sopralluogo) ora resta da decifrare il movente dell’omicidio.