VARIE 30/10/2012, 30 ottobre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - CHE SUCCEDE ADESSO IN SICILIA
REPUBBLICA.IT
PALERMO - Il dialogo tra il Movimento 5 Stelle e il nuovo presidente della Regione Rosario Crocetta? E’ aperto, ma niente "inciuci", perché i grillini non intendono "spartirsi potrone di sotto governo, perchè non ci interessano", dice Giancarlo Cancelleri, il candidato alla presidenza risultato terzo nella corsa a Palazzo d’Orleans. "Faremo semplicemente - avvisa Cancelleri - un’alleanza sulle proposte. Se saranno buone non avremo problemi a votarle. Crocetta parla di un’alleanza volta per volta, noi siamo convinti che si può portare avanti un governo del genere. Devono avere loro la grande capacità di sedurci con le proposte, altrimenti non li votiamo".
I 15 deputati del Movimento 5 Stelle irrompono nella politica siciliana e promettono di sconvolgere uno scenario, quello di Sala d’Ercole, tradizionalmente animato da alleanze trasversali e intese più o meno sottili. Scenario che, dopo la vittoria di Rosario Crocetta, sarà tutto da costruire per assicurare la governabilità: il nuovo presidente porta in dote 38 deputati, otto in meno di quanti ne servano per ottenere la maggioranza minima in Assemblea. Saranno tra i nuovi arrivati del M5S o Crocetta pescherà tra i partiti delle coalizioni
avversarie, come quella guidata da Gianfranco Miccichè, che già si dice "felice di dargli una mano per il bene della Sicilia"?
Miccichè, arrivato quarto tra i candidati presidenti, recrimina sul successo dei grillini: "Il Movimento 5 Stelle ha occupato il mio spazio, mi ha portato via voti. Senza Grillo, oggi il successo di Grande sud sarebbe più rotondo" perchè, spiega, "avevo intutito da tempo che i siciliani non ne potevano più dei vecchi partiti", "il mio progetto politico è di rottura". Così come di rottura si annuncia la linea che adotteranno i 15 deputati del M5S che entreranno all’Ars: "La riforma della sanità di Russo - dice Cancelleri a proposito dell’ex assessore alla Sanità - ha invertito la logica, invece di partire dai bisogni dei cittadini per trovare i fondi si è fatto al contrario. E questo non ci piace. Però non dobbiamo solo demolire, dobbiamo per esempio creare all’interno delle Asp delle consulte di associazioni civiche che valutano l’operato. Dobbiamo partire dal territorio con una sanità appannaggio di tutti e di buona qualità".
Gli eletti del M5S ribadiscono che si autoridurranno lo stipendio di parlamentare a 2.500 euro, lasciando il resto nelle casse dell’Ars, ma rifiuteranno anche benefit e privilegi. "Quando ci insedieremo - afferma Cancelleri - ci daranno da firmare dei documenti, ma molti privilegi sono a chiamata, non li spunteremo e quindi non ne godremo. Però - ha aggiunto Cancelleri- le indennità dovremo percepirle tutte, ma possiamo fare un assegno e rendere queste somme all’Ars. La ragioneria non sa ancora in che capitolo inserirli ma la cosa è fattibile. Valuteremo più in là se destinare questi fondi per beneficenza o altro". Secondo Cancelleri, in 5 anni si potrebbero così accantonare somme per un milione e 400 mila euro, per "cominciare a risparmiare e dare un segnale".
Idea fuori dagli schemi anche per l’elezione del presidente dell’Ars: "Sulla presidenza dell’Ars la scelta del nome sarà valutato tutti assieme, non solo tra gli eletti ma in una fase assembleare più ampia, che acconsentirà anche ai semplici attivisti di prendere posizione su questo tema". E annuncia ancora l’idea di abolire il titolo di "onorevole" per i deputati regionali siciliani e quella di istituire referendum per le spese superiori a 200 milioni di euro.
(30 ottobre 2012)
REPUBBLICA.IT
PALERMO - "Avrò una maggioranza bulgara. Statene certi. La mia sfida si basa sull’onestà e la competenza. Troverò all’Assemblea regionale tanti uomini di buona volontà". All’indomani dal voto che lo ha visto vincere col 30 per cento dei consensi, il neo-governatore Rosario Crocetta sfodera tutto l’ottimismo di cui è capace per rassicurare elettori e alleati. Annuncia che metà della sua giunta sarà fatta da donne, invita il Pd nazionale a seguire la via dell’alleanza col l’Udc risultata vincente in Sicilia e bacchetta la sinistra di aver scelto l’abbraccio mortale con l’antipolitica. Ora la sfida più grande, per l’ex sindaco di Gela sbarcato a Palazzo d’Orleans, resta quella di trovarsi una maggioranza all’Ars. Il sistema elettorale proporzionale a turno unico gli ha garantito solo 39 seggi, frutto dei voti ottenuti da Pd e Udc. Ma per governare ne servono almeno 46.
E così ieri, a scrutinio ancora aperto, è partito il toto-alleanze, che sta animando il dibattito all’interno di tutti gli schieramenti. A partire dal Movimento Cinque Stelle di Giancarlo Cancelleri, primo partito siciliano con ben 15 seggi, che ha
aperto alla possibilità di appoggi su singoli provvedimenti ma non di un patto strutturato. Chi invece è uscito allo scoperto, dopo le voci di un presunto accordo delle "Croc-chè" con i candidati autonomisti che avrebbero dirottato i voti verso Crocetta, è proprio il candidato di Grande Sud ed Mpa arrivato quarto nella corsa alla Presidenza: "Se Crocetta dovesse chiamare, sarei felice di dargli una mano per il bene della Sicilia".
Lui, Crocetta, non chiude a nessuna ipotesi e fa appello agli "uomini di buona volontà" che vorranno sostenerlo. Il suo rammarico è solo per quella "sinistra alternativa che avrebbe potuto rafforzare i suoi partiti e fornirci numeri certi in aula, ma che, invece, "ha scelto il terreno dell’antipolitica e ore ne restano solo i cocci. Grillo li ha travolti". Agli "amici di Sel e dell’Italia dei valori", suggerisce di fermare " la battaglia identitaria" non paga ("Serve un centrosinistra unito che si apra anche alle forze cattoliche"). Il nuovo presidente si rivolge anche ai grillini: "Sono deputati come tutti gli altri, vogliono contribuire o pensano di urlare anche lì?".
Sui suoi primi atti da presidente ha le idee chiare. La parola d’ordine sarà "rigore senza macelleria sociale". E poi la caccia agli sprechi della regione: "Revocherò le consulenze esterne, sulla base dello spoil system, e andranno via dirigenti e direttori generali che sono qui da 20 anni". Il primo ad essere cacciato - dice - sarà il dirigente della Formazione, Albert. Annuncia un giunta per metà rosa: "Anche se sarà dura con i partiti, io voglio che il cinquanta per cento sia composta da donne".
(30 ottobre 2012)
REPUBBLICA.IT GRILLO SU BERSANI
ROMA - "Bersani dopo il trionfo siculo non si tiene più nelle mutande: ’Abbiamo vinto, cose da pazzi. La Sicilia dal dopoguerra a oggi non ci ha mai visto realmente competitivi, mentre ora è dimostrato che si può essere anche vincenti’. Va capito. Lui si aspettava risultati a una cifra, non un esaltante 13,5%". Beppe Grillo ironizza così sul suo blog e si fa beffe delle analisi del voto siciliano fatte ieri da leader di partito e osservatori. Si accanisce soprattutto contro il segretario Pd, raffigurato in una foto con un imbuto rovesciato in testa (vedi a fianco). "E’ Bersani che traccia il solco - scrive il comico genovese - ma è Casini che lo difende". E ancora: "Crede genuinamente che io non sia mai stato in Sicilia, che non abbia incontrato decine di migliaia di siciliani, che non abbia girato senza scorta in mezzo alla gente, ma sia rimasto dentro a un tabernacolo".
L’attacco grillino non risparmia Montezemolo, che aveva così commentato la vittoria sicula del M5S: "Se il Movimento 5 Stelle risulta essere il primo partito sull’isola, allora è evidente che qualcosa non va’’. A queste dichiarazioni Grillo ribatte: "Per Libero e Bello, se fosse risultato primo l’Udc di cuffariana memoria o il Pdl di osservanza dellutriana tutto sarebbe andato per il meglio. Il suo pard, il ministro Riccardi, ha affermato che ’Grillo rosicchia voti agli altri partiti’. Rosicchia? Azzurro Caltagirone che ha tenuto i suoi comizi in Sicilia nei taxi, ha impartito la sua benedizione a Crocetta che, memore delle vicende di Cuffaro e Lombardo, si è toccato le palle".
Infine rispedisce al mittente il commento di Giuliano Ferrara sul presunto ’flop’ dei grillini. "Ferrara - scrive ancora il comico - confidava in una vittoria più larga del M5S, rotonda, assoluta, è un nostro fan, ci credeva più di noi: ’Grillo ha fatto flop perchè se si corre per vincere e non vinci allora hai perso’. Per lui il M5S ha fatto una figura di merda. Mille di queste figure!", ha sottolineato.
(30 ottobre 2012)
PALERMO - A governare la Sicilia, se riuscirà a trovare gli alleati necessari, sarà il candidato di centrosinistra Rosario Crocetta. A cantare vittoria dopo il clamoroso voto regionale siciliano è però soprattutto il movimento di Beppe Grillo. Il candidato del M5S Giancarlo Cancelleri ha raccolto infatti il 18%, regalando al suo partito il primato di formazione politica più votata dell’Isola. Un’affermazione che neppure il più entusiasta tra i sostenitori del comico genovese alla vigilia sperava di poter centrare. Merito, oltre che della sua offerta politica, anche dell’astensionismo da record, con una percentuale dei votanti che si è fermata al 47,4 per cento.
Il candidato di Pd e Udc Rosario Crocetta ha ottenuto il 30,5% dei voti; Nello Musumeci il 25,7%. Sia Crocetta che Musumeci (Pdl-Musumeci presidente-Pid- Adc) hanno ottenuto una percentuale lievemente maggiore della somma dei voti delle liste che li hanno sostenuti. Il terzo candidato alla presidenza più votato è stato Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 stelle che ha ottenuto il 18,17% mentre la lista del M5s ha preso il 14,88% (primo partito dell’isola). Dopo di lui c’è Gianfranco Miccichè col 15,41% delle preferenze mentre le liste che lo appoggiavano Grande Sud-Pds (ex Mpa)-Fli hanno ottenuto complessivamente il 19,99 %. Giovanna Marano ha preso il 6,05% dei voti, le liste che la appoggiavano Idv (3,5%) e Sel-Verdi-Fds-Lista Fava presidente (3,06 %) non hanno superato lo sbarramento e non entrano all’Ars.
A colpire, oltre all’astensionismo, è il tracollo della lista del Pdl, scesa al 12%,9. In termini di seggi il Movimento 5 Stelle ottiene con il riparto proporzionale 15 seggi all’Assemblea regionale siciliana. Il Partito democratico non va oltre il 13,4% e i 14 seggi. La coalizione del nuovo governatore Crocetta porta complessivamente a casa con il proporzionale 30 deputati (oltre a quelli del Pd, gli 11 dell’Udc e i cinque della lista del presidente). Sull’altro fronte il Pdl si ferma al 12,9% e 12 seggi. Quattro vanno al Cantiere popolare di Saverio Romano (5,85%) e quattro alla lista Musumeci presidente (5.6%). Il 9,53% per il Partito dei siciliani significa dieci seggi, mentre la lista Grande Sud Micciche’ si ferma al 6% e a cinque seggi. Restano fuori da Palazzo dei Normanni Futuro e Libertà, Sel e Idv.
REPUBBLICA.IT
DA DOVE VENGONO I VOTI DI GRILLO
BOLOGNA - Provengono soprattutto dall’area di sinistra e di centrosinistra i voti conquistati dal Movimento 5 Stelle alle elezioni in Sicilia, vinte da Rosario Crocetta. Gli stessi voti che hanno permesso ai grillini di diventare il primo partito dell’isola. E’ quanto emerge dall’analisi dei flussi di voto effettuata dall’Istituto Cattaneo di Bologna. Che, però, ha decretato come vero "vincitore" l’astensionsimo, visto che ha falciato i risultati di tutti i partiti, facendo registrare dei crolli clamorosi, come nel caso del Pdl che ha perso due terzi dei voti.
Gli esperti dell’istituto di ricerche del capoluogo felsineo hanno confrontato i dati delle elezioni di domenica con quelli delle ultime elezioni comunali di Palermo. Dall’analisi dei flussi, emerge che la maggior parte dei voti conquistati dal Movimento 5 Stelle provengono in prevalenza da tutte le componenti della sinistra e del centrosinistra. Molto meno rilevante, invece, è il flusso venuto al movimento di Beppe Grillo dal centrodestra: sono solo le componenti dell’Udc e del Terzo Polo, il cui elettorato - sostengono i ricercatori dell’Istituto Cattaneo - potrebbe essere rimasto disorientato dai cambiamenti di collocazione politica tra le due elezioni, a fornire un flusso di una certa consistenza verso il Movimento 5 Stelle.
L’astensionismo ha penalizzato tutti i partiti, eccezion fatta per i 5 Stelle. Il dato, secondo lo staff di ricercatori coordinato dal professor Piergiorgio Corbetta, è visibile facendo un parallelo fra le regionali del 2008 e quelle di domenica.
Il Pd, ad esempio, è passato da 505mila voti del 2008 a 257mila con un quasi dimezzamento dei consensi. Va addirittura oltre il dimezzamento l’area della sinistra radicale. Nell’area della sinistra l’unico partito che ha guadagnato è stato l’Idv, con 18mila voti in più: una magra consolazione, visto che i dipietristi non sono entrati nell’Ars, nonostante le aspettative dopo l’elezione di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo.
Il collasso maggiore, tuttavia, lo ha avuto il Pdl, che ha perso quasi tre quarti del proprio elettorato passando da 900mila voti, a circa 247mila. Il discorso cambia poco, se a questi si aggiungono i voti che nel 2008 prese la lista "Lombardo presidente" (119mila), in rapporto a quelli raccolti da "Musumeci presidente" (107mila). Perde 129mila voti (-38,3%) anche l’Udc. L’unica lista che cresce è il Movimento 5 Stelle: nel 2008 era presente la lista Amici di Beppe Grillo che non andò oltre i 46mila voti, che domenica sono diventati 285mila.
(30 ottobre 2012)