Jacopo Iacoboni, La Stampa 30/10/2012, 30 ottobre 2012
IL LESSICO DEL VIDEO DI BEPPE
[Per la prima volta si definisce “Capo”, parla sottotono e dà delle “regole”] –
Le parole sono importanti, no?
Beppe Grillo ieri ha registrato un video nel quale sfodera tre formulazioni nuove, per il suo lessico: per la prima volta parla di sé come del «capo politico di un movimento» (anche se ovviamente continua a preferire la parola «garante»). Poi propone di non chiamar più «onorevoli» gli eletti del movimento. Infine, anche lui, evoca le «regole»: per accettare candidature, evitare di sbagliare, non imbarcare i tanti «Toto u curtu» che infestano la politica (non l’antipolitica), e l’Italia.
La dinamica del videomessaggio è il consueto «noi e gli altri», ma è un video singolarmente umile, moderato, si direbbe, di un Grillo che sente il peso di quello che forse neanche lui aspettava. Gli altri «stanno molto attenti se sbagliamo, bisogna non sbagliare nulla». Ecco allora qualche precetto, suggerito con stile il più possibile colloquiale (dunque elaborato).
Voteranno tutti gli iscritti che hanno inviato la carta d’identità on line (Pd sorpassato in tromba), compresi gli italiani all’estero: non si paga un euro. Potrà candidarsi chiunque abbia già fatto una lista 5 stelle, o sia stato già candidato a elezioni comunali o regionali. Bisognerà risiedere davvero nel luogo dove ci si candida (non sempre i partiti l’hanno fatto). Ci sarà il tetto degli stipendi degli eletti, e comunque stipendi e rimborsi saranno messi dal primo giorno on line. Gli eletti sono solo un tramite per proporre leggi, la prima è quella sul referendum propositivo senza quorum. «Invece di martellare me e Casaleggio altra svolta del Beppe umile - dateci consigli, una mano».
Sono molto importanti due cose: il Grillo institutional annuncia - non era scontato - che il movimento ha raggiunto le liste in tutta Italia. Tra le righe, non menzionato, si può azzardare che forse sarà possibile qualche deroga alla regola del secondo mandato.