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 2012  ottobre 26 Venerdì calendario

La crisi mette all’angolo le banche Fiat scavalca Enel grazie agli Usa - Con i suoi 109,6 miliardi di fat­turato Eni si conferma primo grup­po industriale italiano

La crisi mette all’angolo le banche Fiat scavalca Enel grazie agli Usa - Con i suoi 109,6 miliardi di fat­turato Eni si conferma primo grup­po industriale italiano. Ma in se­conda posizione Fiat- Exor torna a scalzare Enel grazie al consolida­mento con Chrysler dopo aver per­so il posto nel 2009. È questa la fo­tografia del podio per fatturato 2011 sui grandi gruppi industriali redatta dall’Ufficio studi di Medio­banca nello studio Le principali so­cietà italiane pubblicato ieri. Medagliere invariato invece nel comparto bancario rispetto al 2010 con Unicredit, Intesa Sanpa­olo e Mps ( classificate per totale at­tivo tangibile). Ma per le banche tra il 2005 e il 2011 esplodono le sof­ferenze e la redditività del capita­le proprio ( Roe) è per la prima vol­ta negativa dall’inizio della crisi. Nella Top 20 dell’industria do­minano ancora una volta le socie­tà energetiche con otto posizioni conquistate. Sette invece per le so­cietà di servizi, mentre solo cin­que appartengono al manifattu­riero ( oltre a Fiat/Exor, Finmecca­nica, Riva, Prysmian e Luxottica). Otto sono i gruppi a proprietà pub­blica. A spingere sul podio è il dinami­smo del fatturato oltreconfine. Eni ha confermato la propria lea­dership grazie all’ascesa del prez­zo in dollari del greggio (+40%) e alla crescita delle vendite estere (+49,4%). L’incremento ha più che compensato la flessione del fatturato in Italia (-29,3%). Allo stesso modo si sono comportate Enel (+13,9% estero con il -0,3% domestico) ed Exor (+58,1% este­ro con il- 9,5% nazionale), che con­quista anche il primo posto per nu­mero di dipendenti (di cui il 70% all’estero). Altro sorpasso è quello di Gse (attività di compravendita del­l’energia) che conquista il quarto posto ai danni di Telecom Italia, nonostante il consolidamento delle attività argentine. Finmecca­nica è stabile al sesto posto. Escono dalla top ten le Poste (12esime), che comunque si con­fermano il maggior datore di lavo­ro in Italia, mentre l’ascesa più im­portante è di Prysmian che, grazie all’acquisizione di Draka, sale di 11 posizioni al 15esimo posto. Da notare il balzo del fatturato di qua­si il 29% ( a oltre 10 miliardi) di Riva Fire (controllante dell’Ilva) che si piazza undicesima. Prada (2,5 miliardi di fatturato) è prima nella moda, seguita da Be­netton. Lo studio esamina società tutte con sede in Italia. Tra le indu­striali non rientrano quindi, per­ché con sede estera nonostante la proprietà italiana, Tenaris che sa­rebbe sesta, StMicroelectronics (quindicesima) e il gruppo Ferre­ro ( controllato da una holding lus­semburghese, 16esima). Sul fronte bancario balza agli oc­chi il dato dei crediti dubbi (soffe­renze, incagli, ristrutturati e sca­duti) cresciuti tra il 2005 e il 2011 del 141,2% al 7,2% sul totale, con un boom delle sofferenze salite del 162 per cento. Da notare che le banche Popola­ri ch­e partivano nel 2005 da un’in­cidenza dei crediti dubbi inferiori al sistema si attestano nel 2011 ad un livello superiore (8%). In cresci­ta la massa dei crediti concessi al­la clientela (+31% sul 2005), ma con un chiaro rallentamento ne­gli ultimi anni: nel 2011 è arrivato appena il 5,2% del totale dei sei an­ni precedenti. Non solo. Nel 2011 per la prima volta dall’inizio della crisi la reddi­tività del capitale proprio (return on equity, Roe) del sistema banca­rio è negativa avendo chiuso con una perdita aggregata di 21,9 mi­liardi di euro. Perdono i grandi gruppi commerciali (la perdita del comparto è di 18,3 miliardi), contengono il rosso le Popolari (-4,7 miliardi), guadagnano ma poco le banche di credito coopera­tivo (+318 milioni).