Silvia Anna Barrilà, Plus24 27/10/2012, 27 ottobre 2012
I MUSEI USA VENDONO PER RINNOVARSI
Negli Stati Uniti la cessione di opere d’arte da parte dei musei, in inglese "deaccessioning", è normata dall’Associazione Americana dei Musei ed è una procedura niente affatto rara. Tanto che almeno quattro musei saranno tra i conferenti di opere alle prossime aste di novembre a New York. In tutti i casi si tratta di artisti molto richiesti sul mercato come Picasso, Monet, Renoir e Yves Klein.
«È una pratica accettata da lungo tempo: amministrare in modo attento una collezione, riconoscendo che non tutte le opere detengono un’importanza duratura al suo interno», spiega ad ArtEconomy24 Sylvia Yount, la capocuratrice del Virginia Museum of Fine Arts di Richmond, uno dei musei che venderà a novembre. La condizione – così stabilisce la normativa – è che i proventi della vendita vengano utilizzati per acquisire opere per la collezione e non per coprire altri costi. «La chiave è la totale trasparenza – continua Sylvia Young – e per questo abbiamo deciso di vendere ad un’asta pubblica invece che tramite vendita privata, come fanno altri musei».
Il Virginia Museum of Art offrirà da Sotheby’s il 5 novembre una natura morta di Renoir del 1883-84, «Vase of Roses and Dahlias», stimata 400mila dollari. «Il museo possiede tre importanti dipinti di Renoir che sono quasi sempre esposti, quindi questa natura morta più piccola raramente esce dal magazzino», spiega la Yount, sottolineando che la scelta non ha a che fare con la crisi. Colui che ha donato l’opera al museo nel 1994 è stato avvertito e il suo nome sarà riportato sulla targhetta dell’opera che verrà acquistata. «Tutti i musei necessitano periodicamente di un riesame dei propri patrimoni, per valutare possibili vendite in nome di una crescita strategica della collezione» conclude la Yount. Il Virginia Museum of Art ha a disposizione circa sei milioni di dollari all’anno per le acquisizioni, e compra in genere una cinquantina di opere all’anno; la collezione possiede ora 33mila opere ed è visitata ogni anno da 600mila visitatori.
Alla stessa asta di Sotheby’s il museo di Washington Hirshhorn Museum and Sculpture Garden si separerà da un Picasso del 1967, un moschettiere della fase matura stimato 3-5 milioni di dollari, mentre il Cleveland Museum of Art venderà un Monet stimato 5-7 milioni di dollari dal titolo «Wheat Field». Anche in questo caso il museo, che dispone di un budget annuo per le acquisizioni di circa 13 milioni di dollari, sottolinea l’importanza della trasparenza e la conseguente scelta di un’asta pubblica. In collezione rimangono altri cinque Monet e un totale di circa 45mila opere che accolgono ogni anno circa 320mila visitatori. Con i proventi della vendita si vogliono rafforzare i possedimenti del museo nell’ambito dell’arte europea dell’inizio del XX secolo.
All’asta d’arte contemporanea del 14 novembre da Christie’s, invece, il Brooklyn Museum di New York consegnerà una spugna di Yves Klein del 1958 per la quale si attendono 7-10 milioni di dollari. È una delle prime spugne dell’artista francese, realizzata in preparazione a un intervento monumentale all’Opera di Gelsenkirchen in Germania in un periodo importante della carriera di Klein. È stata lasciata al museo nel 1992 da un ex-trustee, William K. Jacobs, che l’aveva acquistata già nel 1960 presso la galleria Rive Droite di Parigi.
«Sebbene l’Yves Klein sia un’opera d’arte molto importante – ha spiegato il direttore del museo Arnold L. Lehman –, non trova un contesto all’interno della collezione del Brooklyn Museum, e per questa ragione è stata mostrata solo una volta nei due decenni durante i quali è stata nella collezione del museo. I ricavi andranno a creare un fondo che sarà utilizzato per acquistare opere del XXI secolo che accresceranno radicalmente la collezione del museo, già molto rivolta al futuro. Crediamo che questa direzione rappresenti un servizio migliore per i visitatori del museo di oggi e di domani».