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 2012  ottobre 28 Domenica calendario

ALLA LAZIO LO SCUDETTO DI BORSA

Goal e rating non sono così incompatibili come sembrerebbe a prima vista. A dispetto di quanti ritengono che le società di calcio dovrebbero restare fuori dalle Borse – come il presidente della Roma, James Pallotta – il confronto tra l’andamento degli indici azionari e il rendimento dei club europei quotati mette in luce come questi ultimi siano spesso capaci di proteggere bene il proprio valore dalle ondate ribassiste.
L’analisi di PwC e Sole 24 Ore sulle squadre di calcio presenti in Borsa negli ultimi cinque anni, su un arco temporale che abbraccia le difficili stagioni successive al fallimento di Lehman Brothers (settembre 2008), permette di giungere a queste conclusioni. E di confutare altri luoghi comuni, come il fatto che il "prezzo" delle azioni delle società di calcio sia eccessivamente volatile e che, in genere, gli investimenti nelle aziende calcistiche abbiano scarse chance di redditività. A leggere i numeri, infatti, le cose appaiono diversamente e comunque più complesse. A partire proprio dall’Italia. Se l’Ftse Mib fra il 31 ottobre 2007 e il 28 settembre 2012 ha ceduto il 18%, le azioni di Juventus, Roma e Lazio hanno perso solo il 5,5 per cento. Percentuali che scendono se guardiamo all’ultimo triennio, in cui Piazza Affari è arretrata del 12,2% e il valore dei tre club tricolori solo del 3,7. Una "tenuta" tutt’altro che rara nel panorama del Vecchio Continente. Le quattro squadre turche quotate – Besiktas, Fenerbace, Galatasaray e Trabzonspor – nell’ultimo quinquennio hanno addirittura guadagnato terreno (+10,3%), superando la performance del mercato di riferimento (l’Ise 100 fermo a +2,9%). In Olanda l’Ajax ha saputo fare meglio dell’indice Aex, perdendo il 3,6% contro il 10,2, e in Germania il Borussia Dortmund ha dribblato il "rosso" del Dax (-2,1%) registrando un rendimento positivo (+8,3%).
Certo, non sempre i club calcistici si sono rivelati così rapidi nell’uscire dalle secche finanziarie. Nel Regno Unito Arsenal, Tottenham e Celtic hanno perso l’8,3%, il 5,1% in più dell’indice Ftse 100. E molto peggio è andata ai club portoghesi e danesi. Benfica, Porto e Sporting Lisbona hanno lasciato in Borsa il 33,4% del proprio valore (mentre l’indice Psi 20 faceva segnare una flessione del 17%) e lo stesso risultato hanno ottenuto i cinque team danesi (Broendby, Aalborg, Silkeborg, Agf e Fc Copenhagen) quotati all’Omx Copenhagen 20 che hanno bruciato un terzo del prezzo che avevano alla fine del 2007.
«Come si vede – sottolinea Emanuele Grasso, partner PwC – il quadro finanziario dei club di calcio si presenta diversificato, segno che l’andamento del titolo in Borsa nel medio-lungo periodo risponde più ai fondamentali economici dell’azienda ovvero del sistema paese di riferimento, che ai goal segnati o subiti in campo».
Basta osservare la classifica del rendimento delle ultime cinque stagioni per rendersi conto che, al netto di un flottante spesso minimo, in quanto le proprietà tendono a conservare ampie quote di maggioranza, in non pochi casi i club dimostrano una "solidità" tale da giustificare investimenti non dettati, o non dettati solo, dalla passione sportiva, ma da prospettive di redditività.
Fra l’autunno 2007 e l’autunno 2012 la palma del club titolare della migliore performance è stato il Besiktas (+15,1%). Al secondo posto di questa graduatoria si è piazzato l’Arsenal (+13,8%), mentre il terzo gradino del podio è occupato da un’altra compagine turca, il Trabzonspor (+9,6%). La vitalità del calcio turco che si inserisce nel flusso di un’economia in grande espansione è confermata dalla crescita del Fenerbahce (+9,4%) che ha fatto persino meglio del Borussia Dortmund (+8,3%).
Il club tedesco qualche anno fa navigava in pessime acque, ma è riuscito nell’impresa di risanarsi e di vincere le ultime due edizioni della Bundesliga, realizzando nel triennio 2010-2012 il rendimento in assoluto più alto, con azioni che si sono apprezzate di oltre il 40 per cento. Tra i club europei che hanno fatto bene c’è anche la Lazio (+7,4%), mentre Roma e Juventus hanno rallentato (rispettivamente -8,4% e -15,7%).