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 2012  ottobre 27 Sabato calendario

Santander, la città «intelligente» – Sapere quand’è il momento di gettare i rifiuti; non perdere due ore a cercare parcheggio, sprecando tempo ( e carburante); segnalare un incidente avvenuto davanti ai tuoi occhi

Santander, la città «intelligente» – Sapere quand’è il momento di gettare i rifiuti; non perdere due ore a cercare parcheggio, sprecando tempo ( e carburante); segnalare un incidente avvenuto davanti ai tuoi occhi. Subito, velocemente, immediatamente. La città del futuro, organizzata, efficiente, ottimizzata è già presente. E si materializza per tre giorni, tra incontri, dibattiti, mostre, da lunedì 29 a mercoledì 31, alla fiera di Bologna: è la «Smart City Exhibition», perché la città del futuro è una città intelligente, appunto smart. L’ESPERIENZA DI SANTANDER - Si parlerà delle varie esperienze italiane ( Milano ha ad esempio un assessorato dedicato anche alla "smart city") e si parlerà di quella che forse è l’avanguardia assoluta in materia, almeno in ambito europeo, Santander. La cittadina spagnola sulle coste della Cantabria, nel nord della Peninsula, da due anni ha avviato l’integrale informatizzazione di tutta l’area urbana: dodicimila sensori registrano tutto quanto avviene e lo rimandano a un’unica piattaforma. «Una città intelligente sa coordinare tutti i servizi: generando una struttura tecnologica unica, un cervello centrale che rimanda a tutte le attività periferiche» spiega Iñigo de la Serna , giovane sindaco di Santander, 41 anni, ingegnere civile. REALTA’ AUMENTATA E POLSO DELLA CITTA’- De la Serna ha avviato due progetti in direzione della smart city: «Uno si chiama realidad augmentada. Basta puntare il proprio smartphone verso qualsiasi punto di Santander: se è un negozio, per esempio, ti dirà le sue caratteristiche, gli orari, le fermate di autobus vicine, e quando questi autobus passeranno, ecc. ecc.» racconta il primo cittadino. La "Realtà aumentata" è già fattuale: in divenire è invece Pulso de la ciudad, il polso della città, per ora sperimentato su 25 persone. «Un utente vede un incidente- spiega ancora il sindaco- lo segnala via smartphone al consigliere comunale che lo dice a un tecnico. Ma anche a un giornale locale ( El Diario Montañés) che a sua volta gli invia informazioni sulla natura del sinistro, sulle eventuali deviazioni del traffico e così via. La cittadinanza si avvicina così alla politica. E per tutti migliora la qualità della vita». ANTIDOTO ALLA CRISI -La «città intelligente» è anche un antidoto alla crisi che in Spagna ha colpito duro, vedi il crollo del settore edilizio che aveva trainato per anni l’economia iberica. De La Serna ci punta molto: «Abbiamo firmato quattro accordi con imprese di IT che vogliono venire ad investire a Santander. La nostra è una città di quasi duecentomila abitanti, non molto grande quindi, ed ogni progetto che lanciamo è in scala totale. Ovvero lo puoi misurare su tutta l’area urbana: è chiaro che questo fa gola alle aziende. Che arrivano e creano impiego». E conclude il sindaco: «Perché l’intelligenza di una città non si misura da quanto wi-fi o quante incredibili app ci sono, ma dalla coordinazione integrale delle attività, dal cervello che le dirige». Dall’intelligenza, appunto. Matteo Cruccu