Silvia Bizio, la Repubblica 27/10/2012, 27 ottobre 2012
JOVANOTTI SBARCA AL GRAMMY MUSEUM “HO PIANTO DAVANTI ALLA GIACCA DI JACKSON”
[Il trionfale tour negli Usa si è chiuso a Los Angeles in una serata diversa. Con gli applausi di Gabriele Muccino] –
LOS ANGELES
— Una serata “intima”, da salotto, più che da stadi pieni. Lorenzo Jovanotti ha chiuso la tournèe americana al Grammy Museum, tempio della musica di Los Angeles, tra sorprese e commozione, in una serata diversa. «Ho pianto davanti alla giacca di Michael Jackson conservata qui al museo: è un posto incredibile!». Dal concerto del primo ottobre a Washington, al Terminal 5 di New York e all’Austin City Limits Festival, è stato tutto un “sold out”. «Non mi pareva vero che il mio nome fosse sulle magliette accanto a quello di Neil Young», dice con entusiasmo l’artista che per un anno si fermerà in Usa (sua figlia va a scuola a New York): un milione di seguaci su Twitter, 5 milioni di album venduti in Italia, ha presentato il suo primo album americano “Italia 1988-2012” uscito con la ATO Records con il brano Io danzo sulla frontiera ispirato proprio a Los Angeles.
In platea ad ascoltarlo Gabriele Muccino che ha diretto il
video del singolo Tensione Evolutiva, uno dei brani dell’atteso album Backup, che uscirà il 9 novembre in Italia (il tour invece inizierà il 19 giugno 2013). Dopo 20 minuti di battute con Bob Santelli, direttore del Grammy Museum, sono piovute le domande del pubblico. «I miei idoli? Frank Sinatra e Bob Dylan che è il numero uno al mondo. È lo Shakespeare della canzone. Quanto a Sinatra è il più grande perché ti fa credere che quello che fa è facile e invece non lo è affatto. Ho registrato qui a Los Angeles con il maestro Alex Alessandroni, con cui cantava Sinatra, con la big band di Natalie Cole». Prima dei saluti Jovanotti si lancia in una serie di assoli, 4 o 5 canzoni, accompagnandosi alla chitarra: «È una prima assoluta - precisa ridendo- Io non so suonare la chitarra. Avevo scelto l’hip hop da giovane proprio perché non dovevo imparare nessuno strumento, quindi non vi aspettate molto!». Ma alla fine sono applausi e fuori dal museo autografi e fotografie.