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 2012  ottobre 28 Domenica calendario

IDEE SULLA FINANZA: LA SINISTRA RIFLETTA

Ha ragione Pier Luigi Bersani a impiccare Matteo Renzi alla sua simpatia per Davide Serra, gestore di hedge fund londinesi e di società alle Isole Cayman, o ha ragione il sindaco di Firenze ad accusare il leader del Pd di non voler parlare con la finanza che pure sottoscrive il debito pubblico italiano?
Cominciamo da Renzi. In effetti, il momento simbolico della sua visita alla Milano della finanza è stata la cena offerta da Serra in suo onore. Serra fa un mestiere legittimo. In passato, attaccò i privilegi del vecchio Bernheim, presidente delle Generali, e fece bene. Ma aprì pure la strada alla scalata della banca olandese Abn Amro a opera della Royal Bank of Scotland, della belga Fortis e dello spagnolo Banco Santander: una follia che contribuì a far fallire le prime due scalatrici, con costi pesanti per Regno Unito e Belgio e ricadute sistemiche. Gli hedge fund fanno parte di quella finanza opaca che fa soldi con i soldi e non con la ricerca, la produzione e i commerci reali. I mercatisti pensavano che questa fosse la frusta per far correre il capitalismo verso il progresso. E invece la finanza del debito ha portato al disastro globale. Non so di Serra, anche perché gli hedge fund non pubblicano i conti, ma la sua categoria è quella che ha speculato contro l’euro e il debito pubblico italiano. Simbolo per simbolo, il giovane Renzi avrebbe fatto meglio a farsi invitare a cena dall’avvocato Alessandro Azzi, presidente delle Banche di credito cooperativo, quelle che più sono rimaste vicine alle imprese e alle famiglie (e che ha salvato senza oneri per lo Stato il Credito fiorentino di Denis Verdini). Renzi dovrebbe considerare che il principio fondatore degli Stati Uniti no taxation without representation vale anche all’inverso. Come ha scritto al Corriere, Serra paga le imposte a Londra. Allora sarebbe meglio che si dedicasse a Cameron, Miliband e alla regina Elisabetta. Scherziamo, naturalmente. Va ascoltato anche Serra. Ma insomma…
Bersani. Le Cayman sono ai primi posti della Black list dei Paesi che non accettano le norme internazionali contro il riciclaggio. Il navigato Bersani ha pizzicato un’ingenuità del suo sfidante. Ma nella storia degli ex comunisti ci sono anche la visita di Massimo D’Alema alla City di Londra e la fiducia accordata alla società lussemburghese Bell (non siamo alle Cayman, ma insomma…) quando questa scalò Telecom Italia. Capisco la soddisfazione di vedere Colaninno e Gnutti che, giocando sul mercato aperto, mettono fuori gioco gli Agnelli che comandavano in Telecom con lo 0,6%. Ma la City è fatta di tanti Serra e i «capitani coraggiosi» si erano anche indebitati assai. Il mercato finanziario è un dogma per la scuola economica di Chicago. Che è di destra. Per la sinistra il mercato finanziario va governato. Per esempio, facendo in modo che una società strategica per il Paese non finisca in mano a padroni indebitati che poi non fanno gli investimenti. Da Bersani e da Renzi (ma anche dai loro omologhi del centro-destra, se ci saranno) vorremmo non solo polemiche pro e contro i Serra di turno, ma anche pensieri veri sulla finanza e l’Italia ai tempi della Grande Crisi.
Massimo Mucchetti