Aldo Grasso, Corriere della Sera 28/10/2012, 28 ottobre 2012
LA CORNICE IMMUTABILE: «C’E’ POSTA PER TE» - È
difficile inventarsi qualcosa di nuovo da dire sull’edizione 2012 di «C’è posta per te», il programma ideato da Maria De Filippi ormai molto tempo fa e arrivato al suo dodicesimo anno di vita, sempre garanzia di buoni risultati d’ascolto per l’ammiraglia Mediaset (Canale 5, sabato, ore 21.20). È difficile perché la forza della trasmissione sembra invece essere quella di non cambiare mai niente, di riproporre negli anni una formula che rassicura e conforta il suo pubblico di riferimento: cambiano i casi (umani) raccontati nelle puntate ma la cornice resta sempre la stessa, consolatoria e allo stesso tempo catartica, con tutte quelle lacrime a punteggiare i discorsi e le storie narrate.
«C’è posta» è un format blindato, non servono innovazioni, non servono nuovi fronzoli: ha istituzionalizzato nella tv italiana quell’idea di emotainment che ormai striscia dentro larga parte della programmazione televisiva. Ed è in fondo uno di quei programmi in cui il format coincide integralmente con il suo conduttore: «C’è posta» è Maria De Filippi, nel bene e nel male (più nel male). È una cerimonia che lei officia affidandosi a precise ritualità, a vocabolari e fraseologie ormai consolidati (i «postini», «chiudiamo la busta», «Maurizio, la signora Pina ha accettato l’invito?», «conosci un po’ la trasmissione?»). Maria è il dominus che riconcilia i cuori in conflitto, che mette ordine verbale al caos primordiale delle emozioni di chi spesso non ha abbastanza parole per esprimerle. Dolori e rancori sono esibiti senza remore ma l’aspetto più morboso del people show è forse la presenza dei vip chiamati a compartecipare, più o meno sinceramente, alle sfighe della gente comune. Ma cosa importerà mai a Cristiano Ronaldo dei drammi di chi si rivolge a Maria per trovare consolazione? Le sue saranno lacrime «a gettone»?
Aldo Grasso