Antonella Mariotti, La Stampa 29/10/2012, 29 ottobre 2012
CACCIA, BILANCIO DELLA STAGIONE
Sono gia quattordici le vittime della caccia, a circa due mesi dall’inizio del calendario venatorio. I morti per incidenti di caccia sono aumentati negli anni?
Secondo i dati dell’associazione «Vittime della caccia» il numero è quasi raddoppiato dall’anno scorso. Ma l’associazione attraverso la sua presidente Daniela Casprini, segnala che ci sono vittime «extra caccia», per incidenti domestici di vario tipo, con le armi che si usano per cacciare, dal colpo accidentale fino all’aggressione che diventa omicidio proprio perchè si ha a disposizione un fucile. Oppure incidenti come quello di ieri a Udine, dove un cacciatore di 63 è scivolato in un dirupo ed è morto.
Qual è il caso che più ha colpito l’opinione pubblica?
È il caso di un ragazzino di 16 anni, del Pavese, ucciso dall’amico del cuore, suo coetaneo. I due volevano provare a sparare e hanno preso di nascosto i fucili del padre (la vittima) e dello zio (il ragazzo che ha sparato). Sono usciti nei boschi e lì è avvenuto l’incidente. Aldo, così si chiamava il ragazzino morto, è stato ferito dall’amico a un fianco. Ma la zona dove si erano spinti era molto fuori mano e i soccorsi li hanno trovati troppo tardi. Aldo è morto dissanguato.
Come reagiscono i cacciatori quando si chiede di abolire la caccia perché pericolosa?
Alcuni responsabili di Federcaccia, una delle associazioni venatorie insieme ad Arci Caccia, rispondono attraverso i loro rappresentanti che il numero di incidenti mortali è una percentuale piccolissima rispetto al numero dei cacciatori. «In Piemonte - dice Bruno Morena, il presidente du Federcaccia - su 28 mila cacciatori gli incidenti mortali sono pochissime unità, non si proibiscono le auto perché ci sono gli incidenti stradali mortali».
Che cosa ribattono le associazioni come la «Lega abolizione caccia» o l’associazione «Vittime della caccia» sul numero dei morti e sui feriti?
Le associazioni vogliono chiedere pubblicamente un confronto sui dati, caso per caso. Daniela Casprini da quest’anno infatti pubblica ogni caso di incidente sul sito dell’associazione. «Non abbiamo problemi - dice - per un confronto, perché solo da quello emergerà che i numeri resi pubblici sono solo una parte di quanto si trova se si fa un lavoro di ricerca costante e quotidiano come facciamo noi».
Quanti sono i cacciatori in Italia?
Circa settecentomila, o poche migliaia in più secondo i dati Istat, un numero che si è dimezzato dagli Anni Settanta a oggi, quando erano oltre un milione e mezzo. E il popolo dei cacciatori è sempre meno giovane, anche se una delle proposte di legge che scatenò polemiche un paio di anni fa (presentata e poi ritirata dal senatore Franco Orsi, del Pdl) proponeva la possibilità di far sparare anche a 16 anni.
Per quanti mesi si può cacciare?
Cinque mesi, dai primi di settembre (l’inizio varia da regione a regione) fino a fine gennaio, quando comincia la stagione riproduttiva degli animali. Si può cacciare per tre giorni la settimana. Quest’anno però sono ancora in ballo parecchi ricorsi al Tar delle associazioni contro la caccia che chiedono di condannare le amministrazioni regionali che hanno anticipato l’apertura della stagione venatoria o che hanno allargato la possibilità di sparare a specie protette, o a rischio di estinzione.
Qual è il giro d’affari in Italia e in Europa?
L’ex parlamentare europeo Michl Ebner (Svp) qualche tempo fa ha fatto i conti arrivando a ipotizzare 15 miliardi di giro d’affari in tutta l’Unione europea. Per l’Unione nazionale associazioni venatorie italiane (i dati, però, risalgono al 2003) in Italia si è a tre miliardi. Un cacciatore italiano per poter uscire con il fucile spende tra i 3 mila e i 3.500 euro l’anno: dipende anche dalle tasse regionali, perché solo una parte dei permessi pagati sono statali.
Recentemente un bimbo è stato ferito da un pallino all’occhio mentre giocava nel cortile di casa. Ma che cosa dice la legge a proposito della libertà dei cacciatori di entrare nei fondi privati?
I cacciatori possono entrare nei fondi privati liberamente. È il tanto contestato articolo 842 del codice civile, negli anni anche il partito Radicale ha tentato di abolirlo senza successo. Il motivo è che la selvaggina è proprietà dello Stato e quindi di tutti. I cacciatori, però, non possono entrare nei campi, se è «periodo di coltura»: per esempio nelle vigne durante la vendemmia e in qualsiasi campo dove è in programma di raccogliere quanto seminato. Ma come è noto, i pallini o le pallottole per i cinghiali non conoscono leggi e confini.