Giulia Zonca, La Stampa 28/10/2012, 28 ottobre 2012
LIPPI, PRIMO TITOLO CINESE RE NELLA NUOVA MECCA DEL CALCIO
Senza ghirlanda e senza maglia celebrativa, il primo successo cinese di Lippi è sobrio, ancora distaccato.
Vince il campionato con il Ghangzhou Evergrande e si lascia lanciare per aria, accenna a una corsa verso il pubblico mano nella mano con la squadra poi si riaggiusta la giacca: «Vincere è bello a ogni latitudine», solo che da quelle parti è ancora strano. Il suo predecessore è stato fatto sloggiare dopo un campionato vinto, i milionari sono volubili. Certo Lippi ha un nome e uno stipendio da stella, 10 milioni l’anno, contratto per un paio di stagioni e tante incognite che la festa di ieri non ha ancora spazzato via.
La Chinese League esiste solo dal 2003, ci sono 16 squadre e dal 2006 girano parecchi soldi. È l’anno in cui Lippi ha vinto il Mondiale, il suo ultimo trofeo, l’anno di calciopoli in Italia e dello scandalo scommesse in Cina. Il torneo iper sponsorizzato ha attirato prima i malviventi e poi gli investitori. Lo scandalo ha azzerato tutto e offerto una seconda possibilità, una nuova era.
Il Guangzhou è retrocesso ed è rinato, è stato acquistato dalla Evergrande ed è tornato in vetta. L’anno scorso hanno vinto grazie all’argentino Dario Conca, 7 milioni per liberarlo dal Fluminense e 10,5 ogni anno a lui per avere i suoi gol. Questa stagione il tocco magico è di Lippi che in realtà ha già avuto le sue contestazioni quando la squadra è stata eliminata ai quarti dalla Champions League asiatica. Ora deve concentrarsi sulla Coppa di Cina, il mese prossimo sarà impegnato nella finale che si gioca in due turni poi rientrerà in Italia.
Lippi ha battuto la concorrenza di Anelka e Drogba arruolati dallo Shanghai, sempre alle stesse cifre vertiginose, ha confermato il titolo e fatto il primo passo per inserirsi nella nuova mecca del calcio.
I primi complimenti sono arrivati da Alessandro Del Piero, con il titolo «italiani all’estero», una colonia di numeri uno espatriati per prolungare la carriera. Del Piero poteva anche scegliere di stare qui, Lippi non ha trovato offerte degne di nota. Entrambi sono partiti per un nuovo mondo.