Stefano Grazioli, La Stampa 27/10/2012, 27 ottobre 2012
MATCH ELETTORALE IN UCRAINA IL PUGILE-STAR KLITSCHKO OSCURA L’EROINA TYMOSHENKO
[Tra i candidati anche l’ex campione dei Milan Shevchenko] –
Riposta la maglia della Dynamo Kiev e della nazionale ucraina dopo gli Europei giocati in casa la scorsa estate, Andriy Shevchenko non ha saputo resistere alla tentazione che molti suoi colleghi ex milanisti hanno già seguito con alterne fortune: si è buttato in politica. Per farlo ha scelto un appuntamento importante, le elezioni parlamentari, e un partito piccolo, «Ucraina Avanti!», fondato un anno fa da Natalia Karolevska, ex alleata di Yulia Tymoshenko che dopo i guai giudiziari dell’ex premier ha deciso di fare da sola.
Se le speranze di Sheva saranno coronate dal successo si saprà solo lunedì prossimo, gli analisti però ne dubitano. Alla vigilia del voto le tende sulla Kreshchatik, la via principale di Kiev che porta alla Maidan, la piazza della rivoluzione del 2004, sono in gran parte vuote e ingiallite. Stanno per affrontare il secondo inverno, piantate per protesta nell’agosto del 2011 durante il processo alla Tymoshenko, condannata poi a 7 anni di galera. Se hanno resistito al primo e anche durante Euro 2012 hanno fatto da insolito decoro alla caotica fan zone con le bandiere Free Yulia a sventolare insieme a quelle della nazionale di Oleg Blokhin, sono oggi il simbolo malandato di un’opposizione che si piega e non si spezza, ma anche di quanto in realtà la rivale numero uno del presidente Victor Yanukovich sia ormai fuori dai giochi. I fedelissimi non l’hanno certo abbandonata, la figlia Evgenia da mesi fa la spola tra le capitali europee difendendo a spada tratta la madre vittima della giustizia selettiva orchestrata dal blocco di potere che si muove intorno al capo dello Stato. L’alleato Arseni Yatseniuk che guida la lista di partiti sotto il nome di Opposizione unita combatte anche per lei, che ha fatto stoicamente campagna elettorale dall’ospedale di Kharkiv dove è ricoverata da maggio.
I protagonisti di questo voto sono però altri. Primo su tutti Vitaly Klitschko, il campione di pugilato che con il fratello più giovane Vladimir detiene tutte le corone dei pesi massimi a livello mondiale. A 41 anni suonati il dottor Pugno d’acciaio - laurea in Scienze dello sport e un destro che ha mandato al tappeto un paio di dozzine di avversari - è l’uomo nuovo della politica ucraina. Non è un novellino. Nel 2007 ha fatto le prove come candidato a sindaco di Kiev strappando un lusinghiero 29% e da allora si è allenato per combattere la battaglia nell’arena parlamentare. Ha scelto i migliori maestri, accostandosi con il suo partito Udar (il colpo) alla Cdu di Angela Merkel, e ora sembra pronto a sfondare alla Rada. Alcuni sondaggi della vigilia lo danno addirittura in seconda posizione (17,9%), dietro al Partito delle regioni di Yanukovich (23%) e davanti alla coppia Tymoshenko-Yatseniuk (16,5%).
Gli esperti dicono che sarà quasi impossibile scalzare l’attuale maggioranza che fa capo al presidente, ma bisognerà vedere cosa combineranno i nazionalisti di Svoboda (6%): l’estrema destra di Oleg Tiahnybok si è alleata in alcune circoscrizioni con Opposizione unita e potrebbe portare alla Rada un manipolo di deputati. Forte nelle regioni dell’Ovest, dove contende il primato a Klitschko e Tymoshenko, il populista Tiahnybok sembra aver giocato bene le sue carte. Non certo come Shevchenko, che rischia il grande flop con Ucraina Avanti! al di sotto della soglia del 5%. L’ex attaccante del Milan è sembrato un pesce fuor d’acqua nel suo ruolo di cacciatore di voti. Gli ucraini lo hanno snobbato, consci probabilmente del fatto che il partito guidato dalla Korolevska non é altro che uno specchietto per le allodole piazzato dai tecnocrati del potere per scompigliare i piani dell’opposizione. In Ucraina il rosso e il nero non veleggiano in fondo insieme, ma separatamente: oltre al probabile exploit della destra radicale, sono dati in gran spolvero anche i comunisti di Petro Symonenko (12,8%), segno che il Paese a oltre vent’anni dalla caduta dell’Urss fatica ancora a trovare la bussola.