Francesco Grignetti, La Stampa 27/10/2012, 27 ottobre 2012
MILITARI E POLIZIOTTI IN PENSIONE PIÙ TARDI
[Il regolamento della riforma Fornero esteso al comparto sicurezza] –
Blitz di Elsa Fornero: nonostante proteste e suppliche, ieri il consiglio dei ministri ha approvato il regolamento che armonizza le ultime pensioni che erano rimaste fuori dalla sua riforma. Ci sono minatori e ballerini che si vedono allungare l’età pensionabile. Chi lavora in miniere, cave e torbiere, ad esempio, dovrà aspettare un anno in più: da 55 a 56 anni per raggiungere l’età pensionabile di vecchiaia e almeno 37 anni di contributi per la pensione anticipata. Ed essendo un settore già in crisi profonda, l’hanno presa malissimo. I minatori della Carbosulcis sono già virtualmente sulle barricate. Annuncia Sandro Mereu, della Rsu Cgil: «Non siamo disposti ad assistere a questo scippo senza battere un colpo, siamo pronti a nuove azioni di protesta».
Ma le novità non riguardano solo gli uomini delle miniere: il regolamento coinvolge l’intero comparto sicurezza, difesa e pubblico soccorso. Sono quasi 700 mila lavoratori che vestono una divisa: soldati, carabinieri, finanzieri, poliziotti, vigili del fuoco. Anche in questo caso i requisiti saranno incrementati, ma un poco alla volta. «Vengono annuncia Palazzo Chigi -gradualmente incrementati i requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia del personale militare delle Forze armate, compresa l’Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza, le Forze di polizia a ordinamento civile e i Vigili del fuoco nel rispetto delle peculiarità ed esigenze di queste categorie». Per militari e poliziotti restano il “premio” dei cinque anni di contributi figurativi: in sostanza, 35 anni di contributi vengono conteggiati come fossero 40. Ed è salva per i militari la cosiddetta «ausiliaria» di cinque anni (che per gli agenti di polizia si chiama «moltiplicatore»). Senza entrare troppo nel dettaglio, significa che i conteggi delle pensioni, per chi l’ha maturata o sta per maturarla, sono molto più favorevoli di chi li seguirà tra qualche anno. Infine un terzo fondamentale punto: a queste categorie non si applicherà il meccanismo dell’aspettativa di vita che sposterà progressivamente all’insù l’asticella.
A poco è servito, insomma, il pressing dei sindacati di polizia e dei Cocer nei giorni scorsi. Anche l’incontro non previsto con il presidente del Consiglio, qualche giorno fa, a margine di un convegno, che pure aveva fatto ben sperare i sindacalisti, ha prodotto un bicchiere mezzo pieno: se restano i due meccanismi di favore nei conteggi, sull’innalzamento dell’età pensionabile è Elsa Fornero, in definitiva, a vincere il braccio di ferro. «Ci hanno deluso - esordisce Nicola Tanzi, segretario del sindacato autonomo di polizia Sap - perché non solo manca ancora la previdenza integrativa, ma non si rendono conto che così avranno presto una polizia geriatrica. Sommando questa misura al blocco del turn-over, che fa entrare un giovane ogni cinque agenti che se ne vanno, tra poco ci saranno 22mila poliziotti e 22mila carabinieri in meno. Il Viminale sarà costretto a chiudere commissariati. I carabinieri rinunceranno a molte stazioni. I cittadini si accorgeranno presto di quale sarà l’effetto sulla sicurezza».
Considerazioni che hanno già fatto breccia in Parlamento. Destra, sinistra e centro annunciano modifiche all’unisono. Il governo rischia una solenne bocciatura.