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 2012  ottobre 27 Sabato calendario

SANTORO, LA DOMANDA E’ UN PICCOLO COMIZIO

«Ho incontrato molte volte Berlusconi, ma una in particolare mi è rimasta impressa»: con queste parole, precedute dall’inno di Forza Italia, Michele Santoro ha iniziato la sua avventura su La7 con «Servizio Pubblico» (giovedì, ore 21.10). Il conduttore ha raccontato di un suo incontro con l’ex premier ad Arcore, il tono era: «Parlandone da vivo». La «macchina» di Santoro è parsa un po’ arrugginita: mancava mordente alla trasmissione, l’andamento era lento, gli ospiti venivano trattati con ogni riguardo, specie Gianfranco Fini. Per provare qualche emozione abbiamo dovuto aspettare l’intervento di Rosanna Ferrigno, la ragazza cui la camorra ha ucciso il fidanzato per sbaglio, e quello di Rita Rossa, sindaco di Alessandria, la città di Umberto Eco e Gianni Rivera, il cui bilancio comunale è in totale dissesto, senza più un soldo per pagare gli stipendi.
Se per lungo tempo «Servizio pubblico» è parso simile a «Piazza pulita» o a «Ballarò» significa che c’è molto da rivedere, a cominciare dalla domande. Il difetto principale della trasmissione è che ogni domanda si trasforma in un piccolo comizio, in una «proposizione» come ha sottolineato il ministro Piero Giarda alla petulante Giulia Innocenzi. Per dire, a un certo punto, Luisella Costamagna (reduce da un floppone su Raitre) ha fatto due domande a Matteo Renzi e a Fini: la prima è durata tre minuti, la seconda due minuti e mezzo. Persino il monologo di Marco Travaglio sulla scarsa efficacia della legge anti-corruzione è parso di maniera. Da un’infinità di tempo non sentivamo più la battuta su Gustavo Dandolo e Godevo Prendendolo, vecchio cavallo di battaglia dell’umorismo democristiano contro i gay. Per modernizzare il programma è stato introdotto il talent «Partito liquido», che consente al pubblico di scegliere il candidato premier votando, di volta in volta, per l’eliminazione di uno dei personaggi in gioco. Fuori Alfano, dentro Maroni. CapiRai!
Aldo Grasso