Angela Frenda, Corriere della Sera 27/10/2012, 27 ottobre 2012
VITA DA MORETTI: TWEET, PASSIONI (E GAFFE) DELL’ILLUSTRE SCONOSCIUTA SCELTA DAL LEADER —
Ad essere considerata l’Illustre sconosciuta, ci è abituata. Più o meno da quando è stata nominata (a sorpresa) vicesindaco di Vicenza accanto ad Achille Variati, 59 anni, democristiano di lungo corso che oggi veste, accanto a Matteo Renzi, i panni di picconatore del Pd (sul Giornale di Vicenza ha bollato le procedure del suo partito come «riti lessati»). Così oggi Alessandra Moretti, 39 anni, portavoce della campagna per le primarie di Bersani, accoglie con rassegnazione chi, a livello locale e nazionale, la indica come «la Carneade del Pd»: «Suscito invidia per il mio ruolo. Un po’ mi sono abituata, ma a volte soffro ancora».
Avvocato, padre ex sindacalista della Cgil, madre insegnante in pensione, sposata con Tommaso, anche lui avvocato, due figli di 6 e 4 anni, Guido e Margherita, la sua biografia ufficiale recita che ha esordito con i movimenti nell’89, prima segretaria donna dell’Associazione Studenti di Vicenza. Laurea in giurisprudenza con tesi in criminologia su «Gli abusi sessuali intrafamiliari ai danni dei minori». Voto: 110 senza lode («partivo da 8 punti in meno, però»). Sgobbona, determinata, irascibile per sua stessa ammissione («ma non porto rancore»), la sua ascesa è cominciata in tv. A un certo punto ha «scalzato» Deborah Serracchiani nelle ospitate: Otto e Mezzo, Ballarò, Piazza Pulita... Moretti (straordinariamente simile a Carol Bouquet) buca il video. Poi, arriva l’investitura di Bersani: «Mi ha telefonato: ci ho pensato, fai tu il portavoce. E io, senza riflettere, ho detto sì. Che potevo fare? È un uomo autorevole dalla straordinaria normalità». Eppure la sua nomina, nel Pd veneto, è letta come uno schiaffo a Variati.
Nuotatrice, gran mangiatrice di pasta al pomodoro, ora è la voce di questa campagna per le primarie. «Troppa violenza verbale, troppa volgarità», lamenta Moretti, e il riferimento è agli avversari. Con Renzi (anche se al Lingotto nel 2009 lo elogiava tra «i volti vincenti» del Pd) non corre buon sangue: «È misogino, costruito a tavolino e maschilista. È uno che quando ti vede ti fa sempre prima un complimento su quanto sei carina, e poi parla di lavoro... A me queste cose mi fanno diventare una iena». Sentimenti che mostra spesso su Twitter, dove è arrivata a litigare con il sindaco di Firenze. Non nasconde di stimare D’Alema («intelligentissimo e simpatico. Quando l’ultima vota ha parlato in tv per difendersi mi sono commossa»), le va riconosciuto lo sdoganamento di Bersani sex symbol («è bello come Cary Grant»).
Twitta, interviene, commenta («Pier Luigi non interferisce mai»). Ammette: «Sono tutti lì ad aspettare che io sbagli...». E infatti c’è già chi ne sottolinea le gaffe. Come quella sull’elogio della cooptazione: criticata dal direttore de La nuova Vicenza in quanto paracadutata, si è difesa con una lettera pubblica in cui invitava a non demonizzare l’uso di questo metodo, anche nel suo caso. Subito attaccata da Mario Adinolfi — «La cooptazione da parte del capo premia le fedeltà e non i talenti» — che su Facebook l’ha definita in romanesco «una de passaggio». La elogia invece Luca Sofri sul Post: «Ha smontato il luogo comune della cooptazione male dei mali». Ma proprio con Sofri, Moretti su Twitter sbaglia il numero dei mandati di Bersani: dice due invece che tre. E l’errore gira in Rete. I renziani poi le contestano una candidatura nella lista «Under 35», alle provinciali 2007, in appoggio al centrista ed ex forzista Giorgio Carollo. Spiega oggi: «Eravamo giovani di sinistra e centro. Abbiamo chiesto ospitalità in una coalizione moderata. Nessun voltafaccia. Sono coerente con le mie idee di sinistra».
Ultimo, il caso della lapide. Agosto 2008: lei era insediata da poco e fece cancellare il nome dell’ex sindaco Enrico Hüllweck (FI) da quella per gli esuli istriani e dalmati apposta due anni prima in una scuola. E giù le accuse di «spoils system da lapide». Si è scusata: «Una leggerezza in buona fede». Intanto il suo look migliora, dicono. «Prima era stile oratorio, ora sembra uscita da uno shooting fotografico». Ma Moretti garantisce: «Col mio stipendio, vesto al massimo da Zara».
Angela Frenda