Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 27/10/2012, 27 ottobre 2012
UN ANNO IN PIU’ IN MINIERA. MILITARI, PENSIONE A 62 ANNI —
UN ANNO IN PIU’ IN MINIERA. MILITARI, PENSIONE A 62 ANNI — Un anno di lavoro in più per i minatori, che si vedono spostare il traguardo della pensione da quota 55 a quota 56. Stesso discorso per i ballerini, che passano da 45 a 46 anni, per gli spedizionieri doganali, per gli attori, i cantanti e gli sportivi. Militari e poliziotti, anche se gradualmente, dovranno passare da 60 a 62 mentre i poligrafici si vedranno cancellare l’abbuono di tre anni di contributi.
Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di regolamento che alza l’età pensionabile per tutte le categorie rimaste fuori dalla riforma di dicembre, inserita nel decreto salva Italia. Quello di ieri, però, è solo il primo passo. Adesso il regolamento dovrà avere il parere delle commissioni parlamentari, poi del Consiglio di Stato, per tornare infine a Palazzo Chigi dove incassare il via libera finale. Un percorso tutt’altro che scontato, e non solo per i pochi mesi che mancano alle elezioni. Le critiche più forti riguardano la norma sui minatori: «Siamo in un film horror», dice Walter Schiavella della Cgil, mente l’Italia dei valori parla di decisione «sadica». Ma la partita vera si gioca su militari e forze dell’ordine. L’armonizzazione di questi due settori alla riforma di dicembre era prevista dallo stesso decreto salva Italia.
Viste le resistenze di alcuni ministri e di tutti i partiti, che hanno approvato all’unanimità una mozione per chiedere al governo di tener conto della «specificità» del comparto, la scadenza originale del 31 luglio era già stata rinviata al 31 ottobre. Il primo passo di ieri, quindi, è arrivato in zona Cesarini. Rispetto al testo proposto dal ministro del Welfare Elsa Fornero, ieri assente alla seduta, il Consiglio dei ministri ha ammorbidito parecchio le regole su militari e forze dell’ordine. Non viene toccata l’ausiliaria, che fa salire l’assegno in cambio della disponibilità teorica a tornare in servizio, e nemmeno il bonus di cinque anni di contributi. «Alcune nostre richieste sono state accettate ma visto che già c’è il blocco del turn over la situazione è ancora difficile» dice Nicola Tanzi, segretario del Sap, il sindacato autonomo di polizia. Non basta, evidentemente.
«Lavoreremo per modificare il testo licenziato dal governo» dice per il Pd Emanuele Fiano. Mentre Maurizio Gasparri (Pdl) avverte che «non si può escludere una bocciatura». Stavolta nella strana maggioranza c’è accordo. E, appena approvato, il regolamento sembra già marciare su un binario morto.
Lorenzo Salvia