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 2012  ottobre 24 Mercoledì calendario

PER UNA SOLA FRASE 29 AQUILANI HAN PERSO LA VITA

Il punto nodale dell’indagine, pilastro della sentenza di condanna per omicidio colposo e lesioni dei membri della commissione Grandi Rischi, è stata la riunione del 31 marzo 2009, definita il giorno prima da Guido Bertolaso all’ex assessore regionale Daniela Stati, “un’operazione mediatica” necessaria per “tranquillizzare la gente”.
BERNARDO De Bernardinis, vicecapo della Protezione civile, Franco Barberi, vicepresidente della commissione Grandi Rischi, Enzo Boschi, presidente del’Ingv, Giulio Selvaggi, direttore del Cnt, Michele Calvi, direttore di Eucentre, Claudio Eva, professore Università di Genova, Mauro Dolce, direttore Ufficio rischio sismico della Protezione civile, sono stati condannati a 6 anni di carcere con interdizione dai pubblici uffici e 7,8 milioni di euro da versare alle parti civili. Una sentenza che, prescindendo dalle motivazioni, viene mediaticamente trasformata in condanna alla scienza. Ieri infatti si è dimessa la commissione Grandi Rischi mentre la Protezione civile è andata al contrattacco: “Difficile garantire l’attività di prevenzione dopo questa sentenza”.
I terremoti non sono scientificamente prevedibili, è la difesa unanime. Ma se il terremoto non si può prevedere, non si può neppure escludere. Tant’è vero che non sono stati condannati perché non lo hanno previsto, bensì perché “sono venuti meno ai doveri di valutazione del rischio connessi alla loro funzione , anche sotto il profilo dell’informazione” e “le notizie rassicuranti hanno indotto le vittime a restare in casa”, scrivono i pm che hanno valutato le “rassicurazioni” espresse in conferenza stampa. “Lo sciame sismico in atto e cadenzato da scosse crescenti – continuano i magistrati – era da interpretarsi, alla luce della scienza, come un graduale rilascio di energia, e che erano da escludersi scosse di magnitudo superiore rispetto a quelle già verificatesi”, “colpevoli e disastrose, prive di ogni evidenza scientifica”. Pm che argomentano: “La commissione è esplicitamente composta dai massimi esperti, autorevoli scienziati, dovevano sapere quale era il peso delle loro parole e ciò rende evidente la loro colpa”. Il famoso verbale in cui, secondo l’accusa, venne espressa “una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attività della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico” fu fatto firmare sei giorni dopo come rivelò al Fatto Boschi: “Mauro Dolce mi mostra un testo che riporta in maniera confusa cose dette nella riunione, qualcuno corregge il testo alla meno peggio e Dolce ce lo fa firmare per ‘ragioni interne’ in tutta fretta all’impiedi” come prova la calligrafia incerta. Al termine della riunione De Bernardinis disse: “Nessun pericolo, tornate nelle vostre case”. E Franco Barberi rassicurò Bertolaso che si trovava alla Maddalena per organizzare il G8: “Stiamo rientrando. Mi sembra che quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto, compreso quello di dare qualche parola chiara sull’impossibilità di previsione”. L’operazione mediatica era andata a buon fine, i giornali erano stati serviti in tempo per titolare. Lo stesso avvenne il 5 aprile alle 22,58, quattro ore e mezza prima della scossa , quando ai cittadini terrorizzati venne detto di tornare a casa, nei letti divenuti per molti una tomba. Il 7 aprile, giorno dopo il sisma, occorre addomesticare i media. Bertolaso chiama Gianni Letta: “Devi gestire un po’ questa vicenda che già ti ho detto stamattina... quelli che fanno polemiche perché dicono che avevano previsto un terremoto”; “Sì, purtroppo stamattina su qualche giornale c’era” risponde Letta. “Adesso tu devi dire ai giornali che questa cosa qui la devono tenere bassa come polemica. Hai capito? Perché altrimenti andiamo a diffondere un disorientamento totale” insiste Bertolaso. “Certamente, certamente”.
DAL MESSAGGIO uscito da quella riunione, per il giudice, è dipesa sicuramente la morte di 29 persone che non hanno abbandonato le loro case perché rassicurate da parole fatali proprio per la loro autorevolezza: “Era lo Stato a dirmi di non preoccuparmi, i massimi esperti di terremoti, mica gente qualsiasi” racconta Maurizio Cora, che ha perso le due figlie e la moglie perché quella notte non le ha fatte dormire in macchina. Bertolaso, indagato per omicidio colposo dalla Procura de L’Aquila per la telefonata con l’ex assessore Stati, in risposta alla lettera di accuse di Sergio Bianchi che ha perduto il figlio, conclude: “ammetto di far parte di una classe politica che ha sbagliato”. Scienza assolta, dunque, anche per Bertolaso.