Giorgio Meletti, il Fatto Quotidiano 24/10/2012, 24 ottobre 2012
PASSERA E GRILLI, IMBARAZZO E SILENZIO
Il dramma della Finmeccanica non sono le inchieste giudiziarie in sè, ma la paralisi che provocano nel più delicato e strategico gruppo industriale italiano. Il dramma non è tanto un presidente e amministratore delegato, Giuseppe Orsi, indagato per corruzione internazionale, riciclaggio e illecito finanziamento ai partiti, quanto un governo paralizzato dall’imbarazzo, incapace di prendere una decisione. La Finmeccanica si sta sfasciando. Mentre l’antico avamposto nazionale, la Fiat, si sta vaporizzando verso un indecifrabile altrove americano, il gruppo controllato dallo Stato è rimasto l’unico presidio nella tecnologia avanzata. Sono in ballo 70 mila posti di lavoro, e la produzione di armi, aerei, elicotteri, elettronica militare, centrali elettriche e treni.
Ieri, mentre la tempesta giudiziaria si intensificava, il grido di dolore si è levato dai cosiddetti territori. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha chiesto al governo di dimissionare Orsi. “La rabbia dei lavoratori Ansaldobreda è giusta”, ha detto. L’azienda di Pistoia che produce i treni Frecciarossa è in attesa. Orsi ha detto che non è strategica e l’ha messa in vendita più di un anno fa. Rossi attacca: “Ci chiediamo cosa aspetti il governo a decidere. I processi si celebrano nei tribunali, ma la politica farebbe bene a prevenire. Orsi non è più credibile”.
A Genova il sindaco Marco Doria denuncia una situazione analoga. Orsi ha messo in vendita l’Ansaldo Energia, che detiene la tecnologia italiana sulle centrali. Il governo è perplesso e Doria, che considera Ansaldo Energia un presidio irrinunciabile, attacca: “Monti e i suoi ministri di fronte a un tema rilevante di politica industriale hanno taciuto”.
SUL PASTICCIO Finmeccanica, il silenzio è la specialità del governo dei tecnici, ma anche della sua ampia maggioranza e pure dell’opposizione. Per esempio ieri il leader della Lega, Roberto Maroni, si è chiamato fuori: “Non sta a me dire se Orsi si deve dimettere o no, non sono direttamente interessato”. Non è direttamente interessato adesso, mentre lo era meno di un anno fa, quando si vantava con Orsi al telefono di averlo spinto per la nomina al vertice. Ieri hanno taciuto, specificamente, anche il ministro dell’Economia Vittorio Grilli (“Oggi non ho commenti da fare su Finmeccanica”), e quello dello Sviluppo economico, Corrado Passera: “Quando avremo qualcosa da dire lo diremo. È un’azienda quotata”.
A proposito di società quotata. Dal giorno in cui Orsi è diventato amministratore delegato (4 maggio 2011), il titolo in Borsa ha perso il 60 per cento del valore. Oggi la Finmeccanica vale poco più di 2 miliardi di euro, 2,25 per la precisione. Gli affari vanno a rotoli. Il bilancio 2011 si è chiuso con perdite per 2,3 miliardi di euro, perché Orsi ha deciso di svalutare pesantemente gli attivi patrimoniali, secondo una classica tecnica tesa a far risaltare i disastri del predecessore, Pier Francesco Guarguaglini. Ma è la gestione industriale e commerciale a fare acqua.
NEL 2011 il gruppo Finmeccanica ha visto il fatturato crollare da 18,7 a 17,3 miliardi, e la raccolta di ordini da 22,4 a 17,4 miliardi. Nel primo semestre 2012 gli ordini sono rimasti in linea con il livello, basso, dell’anno precedente: 7,6 miliardi. I ricavi del primo semestre sono a quota 8 miliardi, in calo del 5 per cento rispetto all’anno precedente. Le cifre sono aride, ma rendono l’idea. Quando non si vendono caramelle, ma oggetti come gli elicotteri da combattimento, che richiedono un paio d’anni per essere costruiti, vedere i ricavi che superano l’acquisizione degli ordini è abbastanza preoccupante: l’indicatore è sicuramente grossolano, ma il timore che l’azienda stia perdendo il suo futuro diventa legittimo . Anche perché, analizzando i dati 2011, emerge che le attività in via di dismissione (Ansaldo Energia e Ansaldobreda) hanno portato a casa la metà dei nuovi contratti, pur rappresentando meno della metà del fatturato.
Al quadro sconfortante si aggiunge adesso un elemento di riflessione imperativo per il governo: finora si indaga su presunte tangenti pagate da Finmeccanica in India, Panama e Brasile. Poi ci sono i coming soon, Russia e Sudafrica. Ancora qualche mese così e, se l’azionista di controllo non si fa venire un’idea, Finmeccanica potrà vendere elicotteri e armi solo a San Marino.