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 2012  ottobre 26 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - BERLUSCONI CONDANNATO PER PROCESSO MEDIASET


REPUBBLICA.IT
MILANO - Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale a conclusione del processo per l’acquisizione dei diritti tv di Mediaset. In particolare, i giudici milanesi della prima sezione del tribunale hanno ritenuto prescritto il reato per il 2001, ma non per gli esercizi 2002-2003 nel corso dei quali - scrivono - è stata portata a termine "una evasione notevolissima". Dei quattro anni inflitti, tre sono stati condonati per indulto (ossia per gli effetti della legge sul condono del 2006). "I diritti erano oggetto di passaggi di mano - si legge nelle motivazioni della sentenza - e di maggiorazioni ingiustificate. Passaggi privi di funzione commerciale. Servivano solo a far lievitare il prezzo". Berlusconi, "gestiva il sistema anche dopo la discesa in campo" politica. Il giudice ha poi disposto un risarcimento dei danni all’Agenzia delle Entrate di 10 milioni di euro. L’ex premier, infine, è stato anche condannato all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, e tre anni di interdizione dagli uffici direttivi delle imprese: provvedimento che non è immediatamente esecutivo, essendo la sentenza di primo grado. La pena inflitta al Cavaliere è più dura di quella proposta nella requistoria dalla pubblica accusa, che aveva chiesto 3 anni e 8 mesi di carcere. Assolto invece Fedele Confalonieri.
Gli altri imputati. Giudicato colpevole anche Frank Agrama, l’intermediario cinematografico indicato dalla Procura di Milano come il "socio occulto" del Cavaliere nella compravendita dei diritti televisivi e cinematografici all’estero. Per lui la pena è di tre anni di reclusione. Daniele Lorenzano produttore ed ex manager Fininvest è stato condannato a 3 anni e 8 mesi mentre la pena per Gabriella Galetto, ex manager del gruppo in Svizzera, è di 1 anno e 6 mesi. Alcuni degli imputati di riciclaggio, tra cui il banchiere Paolo Del Bue, si sono visti derubricare l’imputazione in appropriazione indebita con conseguente prescrizione. Altri invece sono stati assolti nel merito. I giudici hanno disposto inoltre un versamento a titolo di provvisionale di 10 milioni di euro da parte degli imputati condannati, tra i quali Silvio Berlusconi, all’Agenzia delle Entrate.
Sei anni di processo. La sentenza arriva dopo quasi 10 anni di indagini e 6 di processo ’a singhiozzo’ tra richieste di ricusazione avanzate dai legali e l’istanza di astensione presentata dal giudice. E ancora slittamenti dovuti al Lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, legittimi impedimenti dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi e cambi di capi d’imputazione.
Una frode per creare fondi neri. Nel merito, secondo la ricostruzione della Procura, il sistema organizzato da Fininvest negli anni Novanta per acquisire i diritti dei film americani era finalizzato a frodare il fisco. Comprando i diritti non dalle major ma da una serie di intermediari e sottointermediari era possibile gonfiarne il prezzo così da poter poi stornare la "cresta" a beneficio della famiglia Berlusconi. Fininvest quindi, secondo la tesi del pm Fabio De Pasquale, avrebbe sistematicamente aumentato il prezzo dei diritti di trasmissione dei film delle major americane. Facendo così avrebbe aumentato le voci passive dei propri bilanci, con risparmi notevoli da un punto di vista dell’imposizione fiscale, riuscendo al tempo stesso a produrre fondi neri.
Secondo il pubblico ministero, Flavio De Pasquale, Fininvest avrebbe creato fondi neri con un valore che supererebbe i 270 milioni di euro. Soldi sottratti al fisco e agli altri azionisti della società, a solo beneficio di Berlusconi.
In attesa della Consulta. Sul procedimento è inoltre ancora pendente la decisione della Corte Costituzionale su un conflitto di attribuzioni con la Camera: la presidenza di Montecitorio si era rivolta alla Consulta dopo che il tribunale di Milano, nel marzo 2010, aveva rifiutato il rinvio di una delle udienze nonostante che Berlusconi, all’epoca presidente del Consiglio, fosse impegnato in attività di governo. E’ rarissimo che un Tribunale emetta sentenza mentre la Consulta deve ancora decidere su un passaggio del procedimento che è stato celebrato. Non ci sono obblighi, ma la procedura diventata prassi consolidata vuole che i giudici, in attesa di una decisione che riguarda il ’loro’ processo da parte della Corte Costituzionale, proseguano i lavori fino a sentenza, ma a quella si fermino. Ma così non ha fatto il collegio della prima sezione penale del Tribunale milanese.
La questione è di sostanza: se la Consulta dovesse decidere che quel giorno del marzo 2010 il Tribunale doveva accogliere la richiesta di rinvio avanzata dai legali dell’ex premier tutto quanto fatto dopo quella data, sentenza compresa, dovrà essere rifatto. In altre parole, verrà tirata una riga su due anni di lavoro compreso il giudizio finale. Ma, evidentemente, questo è un rischio che i giudici si sono sentiti di prendere.
No comment dalla difesa. La difesa dell’ex premier ha preferito non commentare il verdetto. "Non rilascio dichiarazioni, prima voglio leggere le motivazioni", ha detto l’avvocato Niccolò Ghedini uscendo dall’aula del processo. Anche l’altro legale Piero Longo ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

REAZIONI DI BERLUSCONI
ROMA - "È una condanna che posso tranquillamente definire politica, incredibile e intollerabile". Sono queste le parole di Silvio Berlusconi riguardo alla sentenza del tribunale di Milano che lo ha punito con 4 anni di carcere per frode fiscale nel processo Mediaset. Per l’ex premier non esiste "nessuna connessione" con la sua rinuncia a candidarsi di nuovo alla presidenza del Consiglio. "Io e i miei avvocati - spiega - ritenevamo impossibile una condanna".
Berlusconi poi sferra un duro attacco contro i magistrati: "Di certo non si può andare avanti così - aggiunge - e dobbiamo fare qualcosa: quando non si può contare sull’imparzialità dei giudici, un paese diventa incivile e barbaro e cessa di essere una democrazia. Oggi purtroppo è così". Per l’ex premier "le motivazioni della sentenza sono fuori dalla realtà". E spiega: "Sono accusato di essere socio di due imprenditori americani, uno dei quali non l’ho neppure mai conosciuto".
Il Pdl contro la sentenza. "È l’ennesima prova di un accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi". Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Un duro attacco contro la decisione dei giudici arriva da Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "Non si tratta di una sentenza - dice -, ma di un tentativo di omicidio politico visti non solo la condanna penale, ma anche l’interdizione di tre anni dai pubblici uffici". Il deputato azzurro poi aggiunge: "Purtroppo non da oggi diciamo che è in atto un uso politico della giustizia, in primo luogo contro Berlusconi". Anche Daniela Santanchè attacca: "Al generoso passo indietro di Berlusconi - spiega -, compiuto per rilanciare la sua grande battaglia per la libertà, fa oggi da contraltare un nuovo e rumoroso passo avanti della magistratura politicizzata". Poi si appella all’ex presidente del Consiglio affinché "riconsideri la sua scelta e torni in campo insieme a milioni di italiani che come me vogliono tenere alta la bandiera del garantismo e della libertà". Anche Giancarlo Galan è sulla stessa linea: ""Mi verrebbe voglia - spiega - di chiedere a Berlusconi di tornare in politica". Solidale Roberto Formigoni: ""Me ne dispiaccio - dice -, confermo il mio affetto e la mia stima".
Gli avvocati di Berlusconi. "Una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali e che è totalmente sconnessa da ogni logica giuridica". Così i legali dell’ex premier, Piero Longo e Niccolò Ghedini.
Di Pietro difende la sentenza. Agli antipodi la reazione di Antonio Di Pietro: "Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla", dice il leader dell’Italia dei valori. "Da oggi - prosegue - gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente".
La posizione del Pd. Diplomatico il commento del capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini: "Le sentenze non vanno commentate, solo rispettate. Berlusconi ha avuto sentenze positive, di prescrizione e di condanna. Ma questo non è oggetto di confronto politico. E comunque, per fortuna, non lo è più". Dà un giudizio politico Massimo D’Alema: "Quello che di Berlusconi secondo me è grave - spiega - non sono tanto i reati che non voglio giudicare, perché spetta ai magistrati, ma sono gravi i danni che egli lascia dietro di sé, pesantissimi, nella vita economica, sociale e nella finanza pubblica". Critica nei confronti dell’ex premier Rosy Bindi: "Anche se non è definitiva, questa sentenza rivela la gravità dei comportamenti di un importante imprenditore italiano, ma ciò che inquieta è che è stato a lungo presidente del Consiglio".
Casini e Fini non commentano. "Abbiamo sempre contrastato Berlusconi su piano politico e non abbiamo mai speculato sulle sue vicende giudiziarie. Non cominceremo certo adesso". Lo dice il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. "Nessun commento - afferma Gianfranco Fini, presidente della Camera -. Non l’ho fatto ieri e non lo faccio oggi".
Il dispiacere di Storace. "A me spiace per Berlusconi. Ha segnato la storia del Paese, non merita accanimento, comunque la si pensi. Galera, interdizione, che altro?". È il commento di Francesco Storace, segretario de La Destra.
(26 ottobre 2012)

La condanna dell’ex premier italiano irrompe come una ’breaking news’ sulla stampa mondiale, che dalla Bbc al Wall Street Journal, dal Financial Times alla Cnn pubblica la notizia in alto in prima pagina, nella fascia dedicata alle ’urgentissime’

I PROCESSI DI BERLUSCONI (CORRIERE.IT)
L’ex premier Silvio Berlusconi - che proprio giovedì ha annunciato di voler lasciare la vita politica - è stato oggetto di numerosi procedimenti penali, nessuno dei quali si è concluso con una sentenza definitiva di condanna (cioè al terzo grado di giudizio), per via di assoluzioni (tre: una con formula ampia, due per insufficienza di prove), altre per prescrizione e alcune per depenalizzazioni dei reati contestati.

I CONFLITTI TRA POTERI DELLO STATO - Questa condanna in primo grado nel processo Mediaset è quindi soltanto l’ultima vicenda di una lunga cronistoria giudiziaria del politico che più di ogni altro ha diviso l’opinione pubblica, spesso portando a una vera e propria contrapposizione tra istituzioni dello Stato, inasprendo i conflitti tra potere esecutivo e quello giudiziario, tra invettive contro le toghe rosse e la presunta giustizia a orologeria e le repliche al vetriolo del Consiglio Superiore della Magistratura. Questa contrapposizione ha finito per suggerire anche alcune sentenze della Consulta, chiamata a dirimere le controversie (ad esempio) sul lodo Schifani, che tutelava le 4 più alte cariche dello Stato nell’esercizio delle loro funzioni durante il loro mandato.

L’ESITO DEI PROCEDIMENTI - Alcuni dei procedimenti a suo carico sono stati comunque archiviati in fase di indagine; a seguito di altri è stato instaurato un processo nel quale Berlusconi è stato assolto. In altri processi, sono state pronunciate, in primo grado o in appello, sentenze di condanna per reati quali corruzione giudiziaria, finanziamento illecito a partiti e falso in bilancio. In alcuni casi i procedimenti non si sono conclusi con una sentenza di condanna: ciò grazie a sopravvenuta amnistia, al riconoscimento di circostanze attenuanti che, influendo sulla determinazione della pena, hanno comportato il sopravvenire della prescrizione.

(Ansa)(Ansa)
LE NORME DEFINITE AD PERSONAM - Queste norme, approvate in Parlamento dalla maggioranza di centro-destra mentre Silvio Berlusconi ricopriva la carica di Presidente del consiglio, hanno imposto una valutazione di non rilevanza penale di alcuni dei fatti contestati, poiché il fatto non è più previsto dalla legge come reato; in altri casi la riduzione della pene prevista per le fattispecie di reato contestate ha fatto sì che i termini di prescrizione maturassero prima che fosse pronunciata sentenza definitiva.

LA LISTA - Ecco la lista dei processi a carico di Silvio Berlusconi, trentatrè secondo i calcoli più aggiornati.

Processo penale "Viganò Verzellesi", con l’iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati il 28 gennaio 1995 con l’ipotesi di corruzione. Processo poi archiviato nel 2004. Il secondo procedimento relativo al presunto "falso in bilancio Fininvest libretti al portatore", archiviato poi nel 2004 con la depenalizzazione del reato. E ancora quello relativo a "Edilnord Commerciale", quello consolidato Fininvest anche qui l’ipotesi dell’accusa era di falso in bilancio (processo poi archiviato, sempre nel 2004). C’è poi tutto il filone relativo ai presunti rapporti tra Berlusconi e la Mafia palermitana. Il primo è quello contestato dalla procura di Palermo per riciclaggio archiviato nel 1998 dopo l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Poi il filone delle stragi, aperto dalla procura di Caltanissetta, per concorso in stragi e archiviato nel 2002. C’è quello relativo al progetto Botticelli e i reati contestati di falso in bilancio e frode fiscale (archiviato nel 1998). Come non dimenticare poi il lodo Mondadori e l’ipotesi di corruzione giudiziaria, conclusasi con un’assoluzione a seguito di sentenza della Corte di Appello per «intervenuta prescrizione».

(Ansa)(Ansa)
E ancora il procedimento relativo alle presunti tangenti alla Guardia di Finanza, conclusasi con un’assoluzione per «insufficienza probatoria». All Iberian 1, Berlusconi iscritto nel registro degli indagati per finanziamento illecito ai partiti. Lo assolse la Corte di Appello per intervenuta prescrizione. Poi il processo penale sulla casa cinematografica Medusa e l’ipotesi di appropriazione indebita e frode fiscale. Qui la Corte di Appello lo ha assolto per «non aver commesso il fatto». Il procedimento Corruzione Ariosto Sme, con sentenza di Corte di Appello che ha assolto il Cavaliere perché il fatto non sussiste. All Iberian 2 e l’ipotesi di falso in bilancio, con assoluzione perché l’ordinamento giuridico non lo prevedeva più come reato (da qui le accuse alle leggi ad personam varate dal suo esecutivo). Un altro procedimento ha riguardato la villa di Macherio per appropriazione indebita e frode fiscale.

E ancora il procedimento penale a seguito del trasferimento del giocatore Lentini e il reato contestato di falso in bilancio, conclusosi con la prescrizione per l’accusato con sentenza del dicembre 2005. C’è anche il filone spagnolo nell’incredibile vicenda giudiziaria dell’ex presidente del Consiglio, con l’accusa di reati contro la pubblica amministrazione nel processo Telecinco (secondo il diritto spagnolo) e poi archiviato. C’è anche l’ipotesi di corruzione giudiziaria nel processo Mills, l’intermediario di affari, conclusasosi con una sua assoluzione nel febbraio 2012 per intervenuta prescrizione. Ci sono i due filoni Mediatrade, incardinati dalle procure di Roma e Milano. In quello milanese c’è stato il proscioglimento per appropriazione indebita e frode fiscale, mentre in quello romano è in corso l’udienza preliminare. C’è quello relativo alle intercettazioni Saccà archiviato nel 2009 e quello incardinato dal Tribunale dei Ministri per la presunta corruzione di senatori, all’atto della caduta del governo Prodi nel febbraio 2008.
C’è anche quello relativo alle intercettazioni Fassino Consorte nel processo Unipol, con l’ipotesi di reato di rivelazioni di segreto d’ufficio, per il quale è stato disposto il suo rinvio a giudizio a febbraio del 2012. Senza dimenticare il filone più delicato che riguarda l’ultimo processo Ruby, con le ipotesi di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, per il quale è in corso il dibattimento.
Redazione Online

ASCA
(ASCA) - Roma, 26 ott - Silvio Berlusconi colpevole di frode fiscale nelle operazioni di compravendita di diritti televisivi e cinematografici all’estero da parte di Mediaset.

Per questo il Tribunale di Milano lo ha condannato oggi a quattro anni di reclusione (tre condonati) e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. E’ ovviamente un giudizio di primo grado e dovra’ attendersi prima l’Appello e poi probabilmente la Corte di Cassazione per poter parlare di giudizio definitivo. Ma la notizia e’ comunque di quelle ’pesanti’, anche perche’ la condanna di oggi si inserisce in un quadro di procedimenti a carico dell’ex premier in cui troviamo solo prescrizioni, amnistie, assoluzioni e archiviazioni.

Al momento il Cavaliere ha i seguenti processi in corso: prostituzione minorile (il caso Ruby), concussione aggravata (nei confronti di funzionari della Questura di Milano sempre nel caso Ruby), Unipol (rivelazione di segreto d’ufficio), diffamazione aggravata (nei confronti di Antonio Di Pietro).ù

Sono invece in corso indagini relative all’inchiesta di Trani per abuso d’ufficio per pressioni esercitate su Agcom. La Procura ha chiesto l’archiviazione. Ma quella che merita attenzione e’ la mole di sentenza che hanno, in un modo o nell’altro, permesso a Berlusconi di uscire dai tribunali senza condanne. Di seguito una sintesi della storia giudiziaria dell’ex premier. Sentenze di non doversi procedere -prescrizione: Lodo Mondadori, All Iberian 1, consolidato Fininvest, bilanci Fininvest 1988-1992, processo Lentini, corruzione dell’avvocato David Mills; -intervenuta amnistia: falsa testimonianza, acquisto dei terreni di Macherio.
Sentenze di assoluzione -il fatto non costituisce piu’ reato: All Iberian 2, SME-Ariosto (falso in bilancio); -insussistenza del fatto: SME-Ariosto (Capo A), SME-Ariosto (Capo B), tangenti alla Guardia di Finanza, Telecinco (Spagna), Medusa cinematografica, acquisto dei terreni di Macherio, Mediatrade, inchiesta Mediatrade di Roma.
Procedimenti archiviati: spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest, traffico di droga, tangenti fiscali Pay-tv, stragi del 1992-1993, concorso esterno in associazione mafiosa, caso Sacca’, abuso d’ufficio, diffamazioane aggravata dall’uso del mezzo televisivo.
fdv/mar/rl