Massimo Gaggi, Corriere della Sera 26/10/2012, 26 ottobre 2012
CENA CON FAMIGLIA NELL’AZIENDA MODELLO
Se lavori a Facebook e la sera fai tardi, puoi chiamare moglie e figli e farli venire a cenare con te. Il nuovo quartier generale della società di Mark Zuckerberg, alla periferia di Menlo Park, si è appena arricchito di un viale interno pieno di negozi e ristoranti riservati al personale (prontamente e ironicamente soprannominato Zucker-Burg). Così ora è frequente vedere bambini che giocano anche a tarda sera nel campus del social network. Che coccola i suoi dipendenti anche con un assegno di 4.000 dollari quando nasce un figlio e rimborsando le spese per asili nido e puericultrici alle coppie lavoratrici che non sanno a chi lasciare i loro piccoli.
Google non è da meno, nella competizione per legare i dipendenti all’azienda coi benefit. A quelli «storici» (pasti gratis, dolciumi e succhi a volontà, palestra, lavanderia, massaggi) se ne aggiungono sempre di nuovi. Alcuni sono economici (se un dipendente muore, la famiglia riceve un assegno per 10 anni e contributo alle spese di studio dei figli), altri hanno a che vedere con la qualità della vita: medici, consulenti legali, assistenza fiscale in ufficio, e se la sera vuoi mangiare pesce ma non hai tempo per andare al mercato, ci pensa l’azienda a fartelo consegnare, fresco, in sede, il Googleplex. Anche Genentech (farmaci biotecnologici) ti fa recapitare una cena da gourmet col servizio di consegna a domicilio, se hai promesso alla tua famiglia una serata casalinga. E ti procura all’istante una baby sitter se tuo figlio si sveglia con la febbre e deve restare a casa. Altri «nuovi arrivati» delle tecnologie digitali partecipano alla gara, puntando sulla fantasia: se lavori da loro, Evernote ti offre servizi di pulizia della tua abitazione, mentre Zynga ti fa portare il cane in ufficio, dove verrà accudito, rifocillato e tenuto in forma. E Sas, un softwarista della North Carolina, arriva a ripararti le scarpe e allargarti i vestiti se ingrassi.
Un anacronistico bengodi di doni costosi per dipendenti «viziati» della Silicon Valley (e dintorni), mentre per tutti gli altri ci sono solo tagli e austerity? Non esattamente: le società tecnologiche sono più ricche, ma hanno anche problemi che altre imprese non conoscono come la difficoltà di trovare ingegneri esperti di software e di trattenerli. Riempirli di attenzioni è anche un modo per creare un legame più saldo tra azienda e dipendente. E di renderlo più produttivo: se qualcun altro risolve per lui i problemi domestici, il personale sarà più creativo e disposto a restare più ore in azienda. Puntare meno sugli incentivi economici come bonus e stock option (soprattutto dopo i disastri in Borsa di Facebook e altre società tecnologiche) e di più sulla qualità della vita e l’uso del tempo è una tendenza destinata a estendersi oltre la Silicon Valley. Già oggi, ad esempio, la società di consulenza Deloitte aiuta i dipendenti a gestire non solo i figli ma anche gli anziani che vivono con loro. Trovando, magari, una badante quando ce n’è bisogno.
Massimo Gaggi