Glauco Maggi e Maurizio Stefanini, Libero 24/10/2012, 24 ottobre 2012
NELLA CORSA ELETTORALE IRROMPE IL KU KLUX KLAN
[In Lousiana bruciata una ragazza nera, sospetti sul gruppo razzista. Inquirenti cauti. Un episodio che può influenzare il voto] –
Nessuna traccia e nessun sospettato,
per ora, sui responsabili dell’aggressione ad una ragazza nera di vent’anni, Sharmeka
Moffitt, che ha denunciato d’essere
stata attaccata da tre uomini nel parco
pubblico della sua città, Winnsboro (Louisiana),
la sera di domenica. Dopo averla inzuppata
di liquido infiammabile, le hanno
dato fuoco e hanno lasciato la loro firma,
KKK, abbreviazione per il famigerato gruppo
razzista Klu Klux Klan, sulla carrozzeria
della macchina della giovane. Secondo gli
agenti, i tre avrebbero usato del dentifricio
per la scritta, un materiale bizzarro se associato
alla determinazione di individui intenzionati
a uccidere. Sharmeka, che ha
chiamato il 911 dal parco subito dopo il fatto,
ha spento da sé le fiamme ad una fontanella
prima dell’arrivo degli agenti. È viva,
in gravi condizioni e si sta curando le ustioni
all’ospedale LSU Healt. «Il 60 per cento
del corpo è stato colpito» ha detto sua madre
Edna, che ha smentito la circostanza,
corsa subito su Internet, che la figlia avesse
addosso una maglietta di Obama. Sharmeka
non ha fornito alcun dettaglio sugli assalitori
perché, ha raccontato, vestivano magliette
bianche con il cappuccio.
IN CAMPO ANCHE L’FBI
La reazione del capo della polizia di Winnsboro,
Lester Thomas, è d’essersi sentito
«devastato», e non meno scosso s’è dichiarato
lo sceriffo Kevin Cobb, di Franklin Parish,
secondo cui «l’orribile evento ha creato
un sentimento di profondo disagio nella
comunità». La squadra di investigatori - a
Thomas e Cobb si è aggiunta l’FbiI-, non ha
ancora stabilito se l’attacco sia da considerare
un crimine d’odio razzista. «Ci sono
circostanze molto inusuali, problematiche
e preoccupanti, che non saranno prese alla
leggera» ha rassicurato Cobb dal foglio locale
“Shreveport Times”. «Seguiremo i fatti
e cercheremo giustizia. La miglior cosa ora
è pregare perché Sharmeka guarisca».
La ragazza stava passeggiando su un
sentiero nel parco, un luogo tranquillo e illuminato,
e ha chiamato il 911 alle otto di
sera: l’auto degli agenti è arrivata in 30-45
secondi. Nessuno si è finora fatto avanti
per fornire alcuna testimonianza, e la Polizia
non ha ancora chiarito le circostanze
dell’attacco - neppure se Sharmeka sia stata
una vittima scelta a caso o lo specifico
obiettivo dell’azione. Sebbene sia Cobb sia
Thomas abbiano ammesso la possibilità -
sconvolgente - che ci sia una motivazione
razziale, insieme hanno invitato la comunità
a non dare affrettati giudizi. «Chiedo
alla gente di aver fiducia in noi, stiamo facendo
le cose giuste» ha detto Thomas, che è nero. «La mia speranza è che staremo tutti
uniti mentre cerchiamo di chiarire i fatti»
gli ha fatto eco Cobb, che è bianco. Il sindaco
Jackie Johnson, il primo nero eletto alla
carica nel 2010, ha detto che la sua prima
reazione quando ha saputo dell’attacco è
stata di «incredulità», e ha aggiunto: «Non
dovremmo balzare alle conclusioni. Io non
sono completamente convinto che si tratti
di un incidente razziale. Non dobbiamo
intralciare l’inchiesta mentre la polizia sta
cercando i responsabili».
RIPERCUSSIONI POLITICHE
Il riserbo delle autorità incaricate di far
luce sulla dinamica e sui colpevoli è,come
visto, totale. Se avesse avuto una ragionevole
certezza che l’episodio fosse davvero la spia della riapparizione del KuKlux Klan
sulla scena politica, la campagna di Obama
ci sarebbe ovviamente - e in qualche
modo comprensibilmente - montata sopra
per lanciare l’allarme su un razzismo
evidentemente ancora vivo e vegeto. E anche se
il KuKlux Klan al sud fu storicamente
un fenomeno più “democratico” che
“repubblicano”, Romney pagherebbe oggi
un salatissimo conto politico per il solo fatto
di voler sfrattare dalla Casa Bianca il primo
presidente di colore. Dunque sulla vicenda,
come si dice qui, “stay tuned”, stai
in campana. La verità verrà a galla. E per il
bene dell’America tutta, più che per le
chance di Romney, c’è solo da sperare che
lo spettro del razzismo non torni ad aggirarsi
per le strade degli Stati Uniti.
DALLE BURLE A ROGHI E PATIBOLI. E OGGI SONO ANCORA IN SEIMILA –
A Pulaski, cittadina di campagna del Tennesse nei pressi del confine con l’Albama, in una vecchia casa del centro una targa ricorda la fondazione del Ku-Klux-Klan, il 24 dicembre 1865. Ku-Klux è dal greco kúklos, “circolo”; clan, modificato in klan per comporre la famosa sigla delle tre k, rappresentava un tributo alle origini scozzesi di alcuni dei fondatori. Sei giovanotti, reduci dell’esercito sudista, che incarogniti dalla noia di provincia seguita all’ebbrezza del conflitto volevano semplicemente divertirsi a spese dei negri, che per la loro ingenuità erano tradizionalmente considerati nel Sud l’obiettivo ideale delle burle. La famosa uniforme bianca col cappuccio era semplicemente un costume da fantasmi, per farsi credere soldati confederati morti.
Quasi subito su quella sorta di Amici Miei sudisti mise però le mani il generale Nathan Bedford Forrest: leggendario comandante della cavalleria confederata, colui in onore del quale la madre di Forrest Gump chiama il figlio. All’epoca il Sud era sotto occupazione militare, e la gran parte di coloro che avevano combattuto per la Confederazione erano stati esclusi dal voto, concesso invece agli ex schiavi appena liberati. Il Kkk fu dunque un equivalente dei gruppi insorgenti nella recente storia di Iraq e Afghanistan, e i negri furono colpiti come amici dell’invasore allo stesso modo che in Iraq i cristiani o in Afghanistan le studentesse. A quell’epoca risale la nomenklatura esoterica del Kkk (l’Impero Invisibile, il Gran Ciclope, il Gran Mago, i Dieci Geni...), le croci di fuoco, la tecnica dei linciaggi. Arrivato a 550.000 membri, il Kkk iniziò però a essere colpito a partire dal 1868 dagli stati d’assedio, ed entro il 1873 era stato smantellato. Va peraltro rilevato che il governo federale acconsentì anche a restituire i diritti politici alla maggioranza bianca, che sospinse i negri nel regime segregazionista.
Idealizzato nel famoso film di Griffith “Nascita di una nazione”, il Kkk fu formalmente ricostituito il 24 dicembre 1915, in un momento in cui la massiccia immigrazione stava cambiando il tradizionale volto dell’America wasp. Prendendosela non solo contro i negri ma anche contro ebrei, cattolici e sinistre, arrivò nel 1925 a 6 milioni di adepti,ma fu colpito durante l’amministrazione Roosevelt dagli accertamenti fiscali, come Al Capone. E nel 1944 fu obbligato a sciogliersi. Terza rinascita nel 1954, in connessione con la rivolta degli Stati del Sud contro la politica federale volta a imporre l’integrazione nelle scuole. Contro questo terzo Klan, arrivato attorno al 1970 a 20.000 adepti e che usò meno i linciaggi e molto più le bombe, il governo federale mandò l’Fbi. Piuttosto che sparire, il Kkk stavolta si frammentò in una miriade di gruppetti tra loro indipendenti. Tra i principali: Bayou Knights of the Ku Klux Klan, Church of the American Knights of the Ku Klux Klan, Imperial Klans of America, Knights of the White Camelia, Knights of the Ku Klux Klan.
Oggi conterebbero in tutto 6 mila adepti, e gruppi sono stati costituiti anche in Canada, in Australia, nel Regno Unito, di recente anche in Germania, dove sono stati destituiti due ufficiali di polizia che avevano aderito agli European White Knights of the Klu Klux Klan. Ma nell’epoca di Internet il Kkk sembra meno vivace che non i neo-nazisti o altri gruppi pure razzisti. Prima di quest’ultimo episodio, l’ultimo grave delitto attribuito al Kkk era stato nel 1981 l’impiccagione di Michael Donald: ultimo linciaggio della storia Usa, per il quale Henry Hays finì sulla sedia elettrica nel 1997.