Amedeo La Mattina, La Stampa 25/10/2012, 25 ottobre 2012
LOTTA ALFANO-SANTANCHÈ CON CROSETTO GUASTATORE
Ora primarie entro dicembre, in parallelo al Pd. Una gara forse virtuosa tra due partiti che in questi anni si sono combattuti fino all’ultimo sangue e che comunque consente al Pdl, come osserva Renato Schifani, di uscire dall’avvitamento. A questa soluzione che potrebbe consentire di aprire la strada dell’unione dei moderati, ha lavorato molto il presidente del Senato, a fianco del segretario Angelino Alfano. Il quale adesso ha ricevuto da Berlusconi la bicicletta e deve dimostrare di saper pedalare forte e in salita. Dovrà mettere in campo la sua candidatura non per la premiership ma per ridare al Pdl una chance.
La chance di trasformare il suo partito in un protagonista dello schieramento che fronteggerà la sinistra alle politiche del 2013. Protagonista non in una ridotta isolata del centrodestra berlusconiano, ma attore insieme alla lista per l’Italia di Casini e Fini, ai soggetti politici di area cattolica o che nasceranno nell’orbita di Luca Cordero di Montezemolo. E’ proprio su questo obiettivo e linea politica, che passa per l’agenda Monti e un profondo rinnovamento del Pdl, che si baserà la candidatura di Alfano che vedrà contro altri competitori agguerriti.
Sicuramente a sfidarlo ci sarà Daniela Santanchè, la più delusa del cambio di passo repentino del Cavaliere che fino a lunedì continuava a immaginare lo spacchettamento della sua creatura politica e il ritorno a Forza Italia. Una inversione a U talmente repentina, suggerita da sondaggi non proprio brillanti, da ingenerare tanti sospetti del tipo «vedremo cosa saprà fare Angelino».
La Santanchè ovviamente farà la campagna delleprimarie tutta giocata sulla critica all’Europa e alla politica economica di Monti. Molta destra e poco centro. Non sarà certo favorevole ad alleanze con i «democristiani dell’Udc». Non sarebbe tenero con Monti nemmeno Guido Crosetto, un altro potenziale candidato alle primarie (ci sta pensando seriamente) ma con una venatura nordista e fortemente liberale. Anche Mariastella Gelmini potrebbe essere della partita contro Alfano. Ma l’ex ministro dell’Istruzione è più prudente: vuole prima capire bene cosa farà Alfano; se rimarrà prigioniero dei vecchi giochi di partito, degli ex An oppure saprà incidere un profondo rinnovamento.
Ora l’ex ministro della Giustizia non ha più alibi perché Berlusconi gli ha dato una grande opportunità: se non saprà sfruttarla non è escluso che il Cavaliere torni a guardarsi attorno, non per candidarsi ma per mettere il suo peso economico e mediatico su un nuovo soggetto politico o un imprenditore. Intanto partirà la grande sfida nella quale ci dovrebbe essere il sindaco di Roma Gianni Alemanno a rappresentare un’altra area politico-culturale-geografica della destra. Esclusa invece la candidatura della Meloni, che potrebbe affiancare Alfano in un ticket insieme al grosso degli ex An.
Sono tanti ad essere tentati dalle primarie per una visibilità nazionale, come l’ex governatore veneto Galan, o da un rilancio politico, come il governatore uscente della Lombardia Formigoni. Voci, ambizioni come quelle dei formattatori che potrebbero mettere in pista il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo. Lui dice di voler continuare ad amministrare la sua città, ma sicuramente è contrario alla candidatura della Santanché: «Mi viene voglia di mettere tutto il mio impegno per dare un’altra rappresentanza al centrodestra perchè, con tutto il rispetto che ho per la Santanché - spiega - io penso a un centrodestra molto diverso».
Comunque siamo ancora ai blocchi partenza, presto per dire chi veramente si candiderà. Tra l’altro non è escluso che alla fine non si facciano primarie solo di partito. L’obiettivo di Alfano è fare una gara prima dentro il partito e poi aprire una competizione di coalizione, di tutto il fronte che vorrà contrapporsi alla sinistra di Bersani, Vendola e Nencini. Come al solito molto dipende da quale nuova legge elettorale verrà fuori o se si andrà a votare ancora col vecchio Porcellum. Così come molto dipenderà dall’esito delle elezioni siciliane. Se il candidato alla presidenza Nello Musumeci, sostenuto dal Pdl, dovesse perdere, anche le primarie per Alfano comincerebbero in salita.