Luca De Carolis, il Fatto Quotidiano 21/10/2012, 21 ottobre 2012
POLTRONA CHIAMA POLTRONA LA VERA CASTA È DEI BOIARDI
Il Paese dei mille incarichi per pochi, sempiterni. Dove il presidente dell’Inps Mastrapasqua è anche vicepresidente di Equitalia, nonché membro dei cda di una ventina di aziende private. E il tetto ai mega-stipendi pubblici vale solo per alcuni.
La puntata di Report “Dirigenti di classe”, in onda stasera su Rai 3, racconta l’Italia dei dirigenti dagli stipendi smisurati e la carriera infinita, dove il cumulo di cariche è regola e il conflitto d’interessi dettaglio. E il merito? “Talvolta non è un criterio per la nomina”, ammette Nicola Gavazzi dell’Egon Zehnder, che per mestiere seleziona dirigenti. La giornalista Giovanna Boursier parte da qui, per il suo viaggio nel potere. Personaggio centrale è Antonio Mastrapasqua. Presidente dell’Inps, 27mila dipendenti e bilancio da 700 miliardi l’anno, e pure numero due di Equitalia di cui l’Inps possiede il 49%. Tradotto in conti correnti, l’incrocio di incarichi vale moltissimo: nel 2010 Mastrapasqua ha percepito da Equitalia 375mila euro di fisso, più 90mila euro per gli obiettivi raggiunti. “Ma nel 2012 ho rinunciato al compenso”, fa sapere via mail il manager, precisando inoltre che dall’Inps prende 174mila euro annui (nel bilancio il compenso non viene riportato).
DI RISPOSTE davanti alla telecamera Mastrapasqua non ne dà. Peccato, perché magari poteva replicare a una relazione della Corte dei Conti, che sull’Inps scrive: “Eccessiva concentrazione di poteri nel presidente”. Mastrapasqua è anche presidente del collegio sindacale di dieci società (due del gruppo Telecom, Eur Spa, Fiera di Roma) e sindaco di altre cinque, tra cui Autostrade per l’Italia e Coni Servizi. In più, è direttore dell’ospedale israeliticodi Roma. Boursier racconta: “Da anni l’ospedale compensa i debiti con gli enti previdenziali con i crediti verso la Regione Lazio. Nel dicembre 2011 devono pagare 15mila euro di contributi all’Inps, ma devono avere 264mila euro dall’Asl: invece di versare, girano all’Inps un po’ di quel credito. L’atto è firmato Mastra-pasqua, direttore dell’ospedale”. Insomma, ha trovato l’accordo con l’Inps, presieduta da Mastrapasqua. In Italia si può. Va bene così? Il ministro del Lavoro Elsa Fornero tentenna: “Diciamo che ci sono norme e vanno rispettate, quelle attuali non le abbiamo fatte noi”. Poi argomenta: al di là delle regole, “il resto sono sensibilità personali. Ne ho parlato con Mastrapasqua , mi ha detto che molti di questi incarichi sono a titolo gratuito. Mi fermo là”.
I sindacati invocano il divieto al cumulo. E il ministro concede: “Elsa Fornero come persona può dire che si è andati al di là di quanto lei avrebbe fatto”. Mastrapasqua non è un’eccezione. Massimo Varazzani, vicino a Giulio Tremonti (“siamo amici, certo”) è ad di Fintecna e commissario del debito di Roma Capitale . In euro quanto fa? “Per Fintecna prendo 650mila euro all’anno più 150mila di premio, come commissario 250mila” spiega Varazzani, stupito dello stupore: “C’è gente che ha 40 incarichi”. Ci sarebbe il tetto agli stipendi pubblici varato dal governo: 293mila euro e rotti. Ci sarebbe, perché il tetto vale pe i dipendenti pubblici ma non per i manager. Differenza tra dipendenti e manager? I primi sono assunti dallo Stato, i manager hanno contratti a tempo, da professionisti. Il filo rosso però è comune: presidenti e ad sono più o meno sempre gli stessi. Da Elio Catania, “vicepresidente Alitalia, consigliere di Telecom e Banca Intesa”, come ricorda Milena Gabanelli, al presidente delle Ferrovie Lamberto Cardia, 78 anni, 13 dei quali al vertice della Consob, i protagonisti girano: ma non cambiano.