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 2012  ottobre 24 Mercoledì calendario

L’EMIRO DEL QATAR FINANZIA HAMAS

La notizia più importante è che Israele non ha detto niente: nessun tentativo di isolare la Striscia, niente proteste o giudizi che saranno lasciati solo ai giornali di questa mattina. Così la possente figura di Sheikh Ahmad bin Khalifa al-Thani, avvolta nella lunga galabeya bianca, ha attraversato il tappeto rosso, diventando la prima autorità internazionale a visitare la striscia di Gaza.
L’emiro del Qatar è il leader politico ed economico più attivo del Medio Oriente. Nella grande mischia che sta ridisegnando la geopolitica della regione, il piccolo ma ricchissimo Paese del Golfo Persico ha un ruolo centrale. Con un assegno da 250 milioni di dollari che verrà speso per ricostruire la Striscia di Gaza, l’emiro al-Thani ha attraversato la frontiera egiziana a Rafah, non lontano dai tunnel che garantiscono la sopravvivenza e le armi ad Hamas. Lo ha accolto il premier di Hamas, Ismail Haniye, quasi stupito da tanta fortuna. Doveva esserci una grande manifestazione in uno stadio di Gaza City, ma per precauzione è stata annullata: in mattinata un soldato israeliano era stato ferito al valico di Kisufim, fra Israele e la Striscia.
La visita di Sheikh al-Thani sembra uno sdoganamento politico: quello di Hamas. Ma non è il primo passo. Da tempo Khaled Meshal e il vertice politico del movimento islamico palestinese all’estero, hanno scelto Doha come sede. Nei dieci anni precedenti erano stati a Damasco, protetti dal regime di Bashar Assad, che l’emiro del Qatar sta combattendo apertamente.
Al-Thani è il grande sponsor arabo delle Primavere, molto più attivo e determinato dei sauditi, timorosi dei rischi che comportano le rivolte popolari arabe. È sunnita e guida un Paese che dal punto di vista religioso è una versione più tollerante del wahabismo che in Arabia Saudita è invece rigido e oscurantista. Ma l’emiro ha anche rapporti decenti con Israele: quando iniziò il processo di pace, il Qatar fu uno dei primi Paesi arabi ad accogliere una missione economica dello Stato ebraico. Se i rapporti sono stati congelati è perché il processo di pace è stato congelato. Di tutti gli interessati alla visita dell’emiro a Gaza, il più preoccupato sembra Abu Mazen, il presidente della Palestina di Cisgiordania. Teme l’isolamento.