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 2012  ottobre 24 Mercoledì calendario

DURA CRESCERE ALL’OMBRA DI CELENTANO


[Giacomo Celentano]
Più complicata di quanto sembri la vita dei figli di. Due dei tre di Adriano Celentano e Claudia Mori, per esempio, escono in contemporanea in libreria. La storia di Giacomo è particolarmente dolorosa: una lunga depressione che ha superato con la fede e che oggi racconta in un libro, La luce oltre il buio , edito da Piemme. Della coppia più bella del mondo è l’unico figlio maschio. E anche il solo, per il momento, che li ha resi nonni, di un Samuele che il tre novembre compirà otto anni («Com’è Adriano quando fa il nonno? Un bimbo: a suo nipote fa il solletico, gioca con lui»). Giacomo è un biondino a cui si fa fatica ad attribuire 46 anni, quieto, gentile, ma che quando sorride mostra la solida dentatura di famiglia. Vive in un appartamento attorniato da un giardino, cinque chilometri in linea d’aria da via Gluck. In soggiorno molti ritratti di Padre Pio, crocifissi, madonne di terracotta. Una chitarra in un angolo, sul tavolo il cidì di Bad di Michael Jackson.

Togliamoci subito il pensiero: come vanno i rapporti con la sua famiglia d’origine?

«Ora sono distesi. Perché sono guarito. E tutto, nella mia vita, ha cominciato a risolversi».

La sua malattia si è manifestata all’improvviso, nel settembre 1990, in una notte di tregenda. Il respiro che le mancava, la sensazione di morire. Un attacco di panico da manuale.

«Più che altro un mistero. Nessuno ha mai capito che cosa mi sia successo. Ero un ragazzo felice, avevo una fidanzata, facevo molto sport. Era appena uscito il mio primo album da cantautore, realizzato con Mario Lavezzi, prodotto da Caterina Caselli. Di punto in bianco mi sono trovato con il fiato di un vecchio di ottant’anni. Era come se mi fosse rimasto un polmone solo. Impossibile cantare, impossibile correre. Ero ridotto a un vegetale, stavo seduto a guardare la tivù e basta».

Come hanno reagito i suoi genitori?

«Se un membro della famiglia si ammala in qualche modo si ammalano tutti. Mi hanno portato dai medici, ovvio. Ho fatto tutti gli esami. Non risultava niente, e proprio questo fatto mi ha isolato, non mi credevano, mi dicevano: Giacomo, non hai niente, reagisci! »

Non è venuto in mente a nessuno di consultare un medico della mente?

«No, a nessuno. Non so perché. Uno psichiatra e i suoi farmaci sono arrivati molto dopo, attraverso Katia, la donna che mi ha salvato e che è diventata mia moglie. Ma allora, intanto, la ragazza mi aveva lasciato, gli amici erano scappati, sorelle e genitori mi avevano isolato. Non potevo contare, in quel momento, neanche sul conforto della fede e dei sacramenti».

Ha perdonato a suo padre e sua madre il fatto che l’abbiano lasciato da solo?

«Sì, ho perdonato tutti. Li amo e li comprendo».

Non stiamo a raccontare tutta la sua odissea. Limitiamoci al fatto che, a un certo punto, sembrò pronto a farsi monaco.

«Ma Padre Emilio, con cui ho tentato un cammino vocazionale, mi invitava ad andarci piano: guarda che quella strada non è per te. Il fatto è che sentivo la mia malattia come un segno, il Signore me l’aveva mandata per dirmi che non dovevo cantare. E allora, forse, voleva mandarmi in convento».

Uno psicoanalista forse direbbe che il confronto con un padre così bravo e ingombrante l’ha schiacciata, visto che aveva osato misurarsi sul suo stesso terreno.

«Resto dell’idea che la causa principale fosse la volontà di Dio. Possono esserci state delle concause, certamente».

Lei racconta anche che, dopo un litigio banalissimo con i suoi, andò a vivere con la famiglia di Katia. Quanto c’è rimasto?

«Dieci anni. La lite con mia madre è stata per una stupidaggine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho chiesto a Paolo, il padre di Katia, che ora non c’è più, se poteva ospitarmi. Avevano una casa piccola, da operai. Però tu dormi sul divano letto e Katia nel lettone con noi, mi ha detto».

Come hanno reagito Adriano Claudia?

«Male, all’inizio. Poi hanno capito. Dovevo staccarmi da loro per cominciare a crescere e a guarire»
Ora che sta bene, che progetti ha?

«Dopo il libro, un disco. L’album arriva a novembre, si chiama Via d’uscita . Il singolo, Fine del mondo , sta già andando nelle radio. C’è tanto R’n’B, ho sempre amato molto la musica black».

Li ha fatti sentire ai suoi genitori?

«Non ancora, ma succederà. Alla loro opinione tengo eccome».

Le ha viste le due serate di RockEconomy dall’Arena di Verona?

«Come no. E dopo la prima ho subito mandato un messaggino ai miei genitori per complimentarmi. Soprattutto con la mamma, ha fatto tutto lei»

Be’, anche papà, volendo.

«Di papà lo sapevano tutti che è un genio. Ma che la mamma avesse la forza di mettere insieme tutto quella strutturona, dài! ».

Claudia Mori non ha la fama di essere una donna tenera.

«Ma è tutta scena, sa? Sotto la corazza ha un bel cuore».