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 2012  ottobre 24 Mercoledì calendario

Affrontiamo la crisi con le (buone) idee Tre storie di “makers” italiani – Li chiamano «makers», termine che indica un movimento contemporaneo di artigiani del futuro, nato negli Stati Uniti negli anni 00

Affrontiamo la crisi con le (buone) idee Tre storie di “makers” italiani – Li chiamano «makers», termine che indica un movimento contemporaneo di artigiani del futuro, nato negli Stati Uniti negli anni 00. Sono uomini e donne, giovani e no, che hanno deciso di affrontare la crisi economica attraverso l’innovazione, startupper che stanno rielaborando in chiave tecnologica il concetto di fai-da-te. A loro Telecom Italia dedica un evento, «Italia x 10», nell’ambito del Festival della Scienza di Genova, che — come recita il titolo — porterà sul palcoscenico dieci makers italiani che si sono distinti per creatività e tenacia negli ultimi anni. L’idea dell’azienda di telecomunicazioni — come ha affermato Massimiliano Tarantino, responsabile iniziative e progetti istituzionali di Telecom Italia — è quella di creare una «piattaforma per dare visibilità a idee e progetti di chi non ha un palcoscenico a disposizione e, contemporaneamente, esempi positivi al Paese». Così lunedì 29 ottobre i dieci startupper selezionati da Telecom avranno sette minuti (più 3 di intervista) ciascuno per descrivere alla platea i loro progetti. Un gioiello di riciclo Tra di loro ci sarà Eliana Venier, 35 anni, titolare e designer di Alienina, brand di gioielleria contemporanea che produce preziosi utilizzando materiali riciclati. «La filosofia del nostro progetto — ha dichiarato Venier, che ha trasferito il laboratorio da Milano all’Umbria — è quella di allungare il ciclo di vita degli oggetti». Alienina trasforma stoppini di cotone per le lampade a petrolio, corde da barca o da arrampicata, gomme delle automobili in collane e orecchini «iperlavabili, non tossici e sostenibili», precisa la designer. Tutti i gioielli sono fatti a mano in laboratorio utilizzando tecniche di lavorazione ormai dimenticate, come l’intreccio dei tappeti. Alienina, fondata nel 2008, è stata lanciata grazie al web e oggi hanno canali di distribuzione (online e offline) in tutto il mondo. Il «caschetto» per disabili Un progetto destinato a migliorare la vita di migliaia di persone è, invece, quello proposto da Pasquale Fedele, fondatore di Liquidweb, start-up nel settore dell’Information and Communication Technologies (ICT), Insieme al suo team Fedele sta sviluppando «Brain Control», un sistema di interfacce neurali per persone affette da disabilità neurogenerativa. Grazie a un caschetto dotato di sensori Eeg (quelli che si usano per gli encefalogrammi), un tablet e una connessione senza fili, le persone affette da malattie neurodegenerative, che impediscono loro di muoversi, potranno spegnere le luci o aprire le finestre solo attraverso il pensiero. «Inizialmente abbiamo sperimentato il casco sui “sani” — spiega Fedele, laurea in Ingegneria e specializzazione in tecnologie assistive —, quando siamo passati ai disabili abbiamo scoperto che non cambia nulla: un sistema cerebrale intatto lavora allo stesso modo nelle due categorie». L’utente pensa in quale direzione muoversi e l’interfaccia del tablet reagisce consentendogli di selezionare la voce di un menu o di utilizzare la tastiera. Tra un paio di mesi la prima versione del sistema (ne sono previste quattro) verrà messa in commercio. Il balcone anti-zanzare È già in vendita dal 2007 il kit ecologico «anti-zanzare» pensato e prodotto da Eugea, spin off dell’Università di Bologna che si occupa di «ecologia privata». Il kit prevede una scatoletta contenente acqua e copepodi, piccolissimi crostacei mangiatori di zanzare allevati dagli entomologi che seguono il progetto. «Dal 2007 a oggi abbiamo prodotto circa cinquanta soluzioni per l’ecologia in città, che vengono realizzati da ragazzi disabili e da tossicodipendenti grazie al sostegno delle cooperative sociali», racconta Gianumberto Accinelli, entomologo a capo di Eugea. Recentemente è partita anche una casa editrice. Che siano oggetti o libri l’obiettivo è sempre lo stesso: «mostrare la città dal punto di vista dell’ecologo e non del cittadino o del consumatore», sottolinea Accinelli. Una sfida bella e difficile per gli stressati lavoratori metropolitani. Serena Danna