Andrea Secchi, ItaliaOggi 24/10/2012, 24 ottobre 2012
APPLE RADDOPPIA, IPAD 4 E IL MINI
Due colpi in uno e a distanza ravvicinata dai precedenti: ieri Apple ha presentato due nuovi iPad, uno Mini «che sta in una mano», ampiamente annunciato dai rumors nelle scorse settimane, e «l’iPad di quarta generazione», come ha chiamato il ceo della Mela, Tim Cook, la seconda tavoletta con le stesse dimensioni delle precedenti ma più potente.
Due colpi in uno proprio nel momento in cui l’iPad ha venduto nel mondo 100 milioni di pezzi dal debutto, «più di quanto ciascun produttore di pc abbia venduto dell’intera propria linea», ha sottolineato Cook come già aveva fatto lo scorso marzo durante la presentazione del «nuovo iPad». «Vi abbiamo detto a inizio d’anno che avevamo molte sorprese, non togliamo il piede dall’acceleratore», ha aggiunto il ceo.
L’iPad Mini è la vera novità (attesa): Phil Schiller, il responsabile mondiale del marketing di Apple, ha spiegato che è del 23% più sottile del modello attuale (7,2 millimetri) e del 53% più leggero, arrivando a pesare 310 grammi «meno del vostro lettore ebook», ha sottolineato ironico Cook, e non si tratta di un elemento da sottovalutare vista la diffusione che stanno avendo gli ereader.
La particolarità è il display (non retina): non è di 7 pollici, ma di 7,9’’, quindi più grande degli schermi che siamo abituati a vedere nei tablet Android.
L’iPad Mini ha quindi più o meno la stessa grandezza nelle dimensioni esteriori dei concorrenti simili, ma spazio sul display per navigare e usare le applicazioni dal 35 al 50% più grande.
Com’era naturale, quindi, Apple ha pensato questo modello per contrastare i tablet più piccoli proposti dagli altri produttori, da Amazon a Barnes & Noble, ma soprattutto ai grandi produttori come Samsung. Il prezzo dell’iPad Mini parte dai 329 euro per la versione base da 16 giga e solo wi-fi, quindi superiore alla media dei concorrenti, anche se questo prodotto potrà contare sul catalogo dell’App store, 275 mila applicazioni che sono utilizzabili senza adattamenti perché la risoluzione è la stessa dell’iPad 1 e 2.
Le interpretazioni su questa mossa della Mela si sprecheranno d’ora in poi. Soprattutto alla luce del fatto che il fondatore Steve Jobs aveva più volte detto in pubblico che Apple non avrebbe fatto un tablet più piccolo dell’iPad: troppo grande per competere con la maneggevolezza degli smartphone e troppo piccolo per competere con il suo iPad e la sua comodità. Una volta arrivò a dire che gli utenti si dovrebbero «temperare le dita per usare questi tablet più piccoli».
Ciò che ha stupito di più ieri, però, è stata la presentazione dell’iPad di quarta generazione, che arriva ad appena sette mesi dal precedente, per altro mai chiamato iPad 3, ma solo «nuovo iPad». La differenza fondamentale è il nuovo cuore della tavoletta, il chip A6X che promette il doppio della velocità di elaborazione e della grafica del processore A5, presente nel modello attuale e nel nuovo Mini. Ci sono poi la videocamera frontale in alta definizione, il wi-fi più veloce e la connessione mobile di quarta generazione, Lte, disponibile per nuovi operatori, mentre finora era utilizzabile praticamente solo in Usa. In pratica il modello uscito solo sette mesi fa è ora già superato.
Questo modello, così come il Mini, sarà disponibile dal 2 novembre anche in Italia al prezzo di partenza di 499 euro per la versione 16 gb wi-fi. In entrambi i casi le versioni con connessione cellulare arriveranno circa due settimane dopo.
Apple ha anche annunciato che l’iPad 2 sarà scontato: il modello da 16gb, wi-fi+3G costerà 519 euro. Nessun cenno sul «nuovo iPad» quello del marzo scorso, che a questo punto probabilmente sarà destinato a uscire fuori produzione perché semplice da convertire in fabbrica nell’iPad di quarta generazione.
iPad a parte, però, ieri Apple non si è risparmiata nemmeno nella presentazione di novità sui computer desktop e nei portatili, e questo a solo un paio di settimane dall’annuncio dell’iPhone 5. Se è vero come si dice che Steve Jobs ha lasciato cassetti di nuovi prodotti, sembra che la Mela non veda l’ora di usarli.