Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 23/10/2012, 23 ottobre 2012
ROMA, ALEMANNO VENDE I TERRENI
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, arriva alla prova del mattone. O forse sarebbe meglio dire alla prova dei terreni. Sempre alla disperata ricerca di risorse fresche, il primo cittadino della capitale ha deciso di mettere sul mercato un’area comunale di circa 30 mila metri quadrati nella zona di Pietralata, dalle parti di Roma Nord.
La base d’asta individuata è di 67 milioni di euro. Cifra non casuale, perché a tanto ammontano le risorse di cui il comune ha bisogno per coprire parte dei costi di un prolungamento della linea B della metropolitana, ovvero la tratta Rebibbia-Casal Monastero (3,8 Km). I lavori, che sono stati appaltati al terzetto Salini-Vianini (gruppo Caltagirone)-Astaldi, ha un costo complessivo di 556 milioni di euro, finanziati attraverso il ricorso al project financing. Questo significa che il raggruppamento di imprese avrà in gestione l’opera, una volta realizzata, a fronte della quale sarà corrisposto un canone. In più, sempre per contribuire alla realizzazione del prolungamento, Salini, Vianini e Astaldi si sono impegnati ad acquistare tutta una serie di aree limitrofe indicate dal comune per operazioni di valorizzazione immobiliare che guardino al residenziale, al commerciale e al direzionale. Insomma, fatti due conti, l’opera verrà ripagata con 167 milioni di soldi pubblici (regione Lazio e Roma Capitale), 133 milioni di canoni versati dai concessionari, 189 milioni provenienti dagli stessi concessionari per l’acquisto delle aree limitrofe. Per arrivare al totale di 556 milioni, mancano all’appello proprio 67 milioni, ovvero la base appena individuata da Alemanno per mettere all’asta l’area di Pietralata. Quest’ultima, infatti, era stata oggetto di tutta una serie di osservazioni critiche da parte dei concessionari dell’opera, i quali avevano ottenuto la sua esclusione dal pacchetto dei terreni da acquistare. A questo punto Roma non può che andare avanti da sola, sperando che il mercato risponda. Da rilevare che sui 29.890 mq oggetto della cessione andrà rispettato un vincolo di destinazione «terziario-direzionale». In pratica vi potranno essere edificati principalmente edifici per ospitare uffici destinati alla pubblica amministrazione. Tra le altre cose, comunica l’avviso d’asta appena predisposto dai tecnici della capitale, su due piccole parti dell’area insistono due ipoteche inscritte dal Fisco, in particolare una dall’ex servizio di riscossione dei tributi della provincia di Roma e l’altra da Gerit, società negli anni successivi confluita in Equitalia. Si tratta di pendenze ereditate dagli ex proprietari delle particelle e ora in via di risoluzione proprio con Equitalia. Le offerte dovranno pervenire entro il prossimo 29 ottobre presso la sede di Risorse per Roma spa, ovvero la società controllata dal comune che si occupa di valorizzazione immobiliare e che in questo caso ha predisposto tutta la procedura. Ma che successo può avere un’asta del genere? Difficile fare previsioni, anche se dalle parti del comune non si nascondono che l’attuale situazione del mercato non promette esiti di particolare successo. Al sindaco servono come minimo 67 milioni, con la speranza di ricavarne anche di più attraverso il meccanismo. Si vedrà. Ad ogni modo il 30 ottobre inizierà l’asta con offerte segrete e la data è tenuta in grande considerazione dal Campidoglio. La scadenza, infatti, viene considerata come un banco di prova, un appuntamento che può far capire quali margini di successo potrà avere il più generale piano di dismissioni immobiliari a cui sta pensando Alemanno per far cassa. Soprattutto dopo che è sfumata la vendita dell’Acea.