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 2012  ottobre 23 Martedì calendario

ITALIA FUTURA HA GIÀ UN SINDACO


Luca Cordero di Montezemolo fa shopping in casa Pd. In Emilia trova addirittura un sindaco che restituisce la tessera pidiessina e si arruola in Italia Futura. Si chiama Simone Montermini, è sindaco di Castelnovo Sotto, quasi 9 mila abitanti in provincia di Reggio Emilia. È stato folgorato sulla via di Damasco ed è il primo sindaco in funzione (s’è dimesso dal Pd non da sindaco) in forza al neomovimento montezemoliano.
Spiega: «In questi mesi ho abbracciato il movimento che, partito con un progetto social culturale, si è, ora, trasformato in partito. Premesso che mi piace fare politica, sono disponibile a mettere a disposizione del partito la mia esperienza da sindaco di un piccolo Comune. Con il nuovo partito mi trovo pienamente d’accordo sulla necessità di rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare insieme a persone nuove, motivate, di buon senso, con voglia di fare, serie, del territorio».
Montermini, classe 1979, laurea in economia con tesi sulla globalizzazione, era stato eletto a capo di una lista Pd ed era uno dei dirigenti locali pidiessini. «L’attuale governo», dice, «pur tra molti limiti, ha aperto una fase nuova, orientandosi con fermezza verso l’Europa e avviando riforme importanti per il futuro. Monti e le sue scelte politiche (perché di scelte politiche si tratta) non possono rappresentare una parentesi, ma un punto di svolta da proseguire ed estendere. Per questo oggi guardo con estremo interesse a chi si propone di sostenere e portare avanti la cosiddetta agenda Monti. Nel Pd solo una esigua, anche se qualificata, minoranza ha fatto propria questa scelta con coerenza e senza ambiguità. Questo è il motivo di fondo che mi porta ad uscire dal Pd».
È la prima coltellata che il partito di Montezemolo infligge al Pd nella sua roccaforte emiliana. La ferita fa male. «Sul piano del metodo», dice il segretario provinciale Pd, Roberto Ferrari, «non capisco questa smania di visibilità prima ancora di un confronto. Montermini avrebbe dovuto avere maggior rispetto nei confronti di un partito che lo ha eletto sindaco in una lista che portava proprio il simbolo del Pd.».
Ma obtorto collo, per non andare alle elezioni, il Pd non lo sfiducerà in Comune: «Il gruppo consigliare di maggioranza», si legge in un documento ufficiale, «alla luce delle dimissioni dal Pd del sindaco ritiene che le motivazioni da lui addotte non alterino in alcun modo l’impegno preso con elettori e cittadinanza nel giugno 2009 dall’intero gruppo di maggioranza nel programma elettorale. Tale impegno resta a tutt’oggi e per i prossimi due anni inalterato e non condizionato dalla scelta effettuata dal sindaco».
In questo modo a Castelnovo vi sarà un sindaco di Italia Futura sostenuto dal Pd. Tra l’altro il sindaco s’è portato dietro, nel partito di Montezemolo, anche il segretario locale Pd, Pasqualino Di Nobile, a alcuni iscritti, quasi una scissione di pidiessini passati armi e bagagli sul treno (alta velocità) di Lcdm.
Una situazione piuttosto anomala, tanto che l’ex-sindaco di Castelnovo, ora consigliere regionale Pd, Roberta Mori, non nasconde la sua indignazione: «Montermini si appella a Monti? Mi chiedo cosa c’entri con la sua decisione e devo dire che la sua è stata una scelta che non mi aspettavo. Partendo dal presupposto che i castelnovesi si meritano il meglio sotto il punto di vista della politica e dell’amministrazione, e considerando che c’è per chiunque libertà di opinione e di posizionamento politico, collocare la politica locale sullo stesso piano del governo Monti mi sembra una esternazione alquanto oscura. Quanto all’ex-segretario Di Nobile la sua decisione mi pare alquanto curiosa se si pensa che, fino a pochi giorni fa, organizzava i volontari per le feste Pd. Con il senno di poi, ci si può domandare con quale passione abbia svolto il suo ruolo di segretario avendo in animo di fare un salto di orizzonte così radicale».
Montermini e Di Nobile saranno tra le colonne di Italia Futura in Emilia. In questi giorni Montezemolo ha costituito il gruppo dirigente, per la verità eterogeneo. Al vertice ha collocato Massimo Bucci, imprenditore (serrature) con un passato sfortunato di banchiere, è stato nel consiglio di amministrazione di Ber, banca locale finita commissariata dal ministero dell’Economia dopo sei anni «per gravi irregolarità gestionali» e un buco di 170 milioni di euro. Accanto a lui Lcdm ha posto (come tesoriere) Sebastiano Pantaleoni, dentista odontoiatra, figlio di Nerio Pantaleoni, veneratisimo fratello deputato e gran maestro della gran loggia regolare d’Italia.
Nel board di Italia Futura in Emilia-Romagna figurano anche il responsabile politico-sindacale della Cna, l’associazione degli artigiani di Rimini, Alessandro Rapone, e un funzionario di lungo corso della Regione, ex-direttore dell’Apt (turismo), che ha poi fondato una propria società che si occupa di turismo, Stefano Ceci: «intendo contribuire», afferma, «alla costruzione di questa esperienza civica che intende soffiare aria fresca nella vita pubblica».
Poi, forse per par condicio, vi è un acquisto anche dall’area di centro. È quello di Massimiliano Mariani, avvocato quarantenne di Modena, la città di cui è diventato responsabile per Italia Futura dopo esserlo stato per Api, il movimento fondato da Francesco Rutelli. Ha salutato Rutelli e abbracciato Montezemolo: «Il mutato contesto politico, le recenti decisioni dell’Api e dei suoi esponenti hanno reso inevitabili le mie dimissioni. Con la fine del Terzo Polo e la deriva di alcuni esponenti a sinistra non ci sono più le condizioni per restare in questa formazione politica. Mi riferisco in particolare alla candidatura di Bruno Tabacci alle primarie del centrosinistra. Ora mi schiero con Italia Futura, un approdo naturale per il venir meno dei principi che mi avevano spinto a quell’esperienza politica».
È curioso che più che gli strali del Pd e dei rutelliani sulla nascita, a loro spese, di Italia Futura, siano arrivati quelli liberal de Linkiesta, giornale web nel cui consiglio d’amministrazione siede la prodiana Anna Maria Artoni (ex-leader dei giovani di Confindustria) e che ha tra i soci fondatori il ministro Alessandro Profumo e il presidente di Nomisma, Pietro Modiano. «»Risposte serie, con persone serie». Su questo slogan Luca Cordero di Montezemolo ha costruito Italia Futura», scrive il sito, «Montezemolo, insieme con i suoi soci e quadri dirigenti, ha deciso di dare un’accelerata in vista delle prossime elezioni politiche, cercando di coinvolgere più persone possibile: fino adesso di risposte ne stanno arrivando poche_ Poi si mormora che qualcuno abbia iniziato a storcere il naso vedendo i nomi della struttura in Emilia-Romagna e abbia chiesto maggiore chiarezza sui soci».
Ma Massimo Bucci, nel ruolo di plenipotenziario montezemoliano, fa spallucce alle critiche e sta pensando alle liste elettorali: «È da molto tempo che l’Italia mostra evidenti segnali di difficoltà nell’azione della sua classe dirigente ed oggi, di fronte a questa situazione così deteriorata, tutti noi, qualsiasi sia il ruolo che occupiamo nella società, dobbiamo riflettere e valutare come poter contribuire, in modo fattivo, al miglioramento di questo stato di cose».