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 2012  ottobre 23 Martedì calendario

SÌ AL RISARCIMENTO DEI RISPARMIATORI PER CIRIO E PARMALAT


Investire nelle obbligazioni Parmalat e Cirio era rischioso e le banche dovevano informare i propri clienti anche quando ancora non si parlava di default. Lo ha deciso la Corte di Cassazione con la decisione che ha dato ragione ai risparmiatori. Una decisione destinata a segnare una svolta visto che la magistratura ordinaria aveva avuto comportamenti oscillanti. Non sapendo bene che cosa fare i giudici erano andati un po’ a caso talvolta condannando le banche e tal’altra assolvendele. La Suprema Corte ha dato la parola definitiva: gli istituti di credito sono sempre e comunque colpevoli per non aver avvertito i clienti dei pericoli cui andavano incontro. Una giurisprudenza che avrà gran valore per il futuro. Nel caso specifico delle due società i riflessi saranno molto limitati: gran parte degli obbligazionisti Parmalat hanno trasformato i loro titoli in azioni del gruppo beneficiando delle successive rivalutazione. La partita Cirio è su un binario morto. La sentenza, ha affrontato il problema della valutazione, da parte delle banche, della propensione al rischio, dei risparmiatori. Ha concluso che il profilo, anche se non rivelato dal cliente, può essere desunto in via presuntiva. La Corte fissa un principio basilare per il futuro: «In ogni caso la banca è tenuta a dare le necessarie informazioni sui rischi legati agli investimenti». Secondo la Cassazione non c’è l’alibi per il solo fatto che non fosse chiaro il rischio di default delle due società e neppure possono addurre a discolpa il fatto che i titoli fossero regolarmente venduti anche da altri istituti che li consideravano convenienti. Se poi si considera che i bond Cirio e Parmalat non avevano un rating ufficiale, il loro livello di rischio era da considerarsi a tutti gli effetti elevatissimo. Soprattutto perché le banche, a cominciare dalla vecchia Capitalia aveva spostato sui clienti i suoi rischi. Il crack di Cirio e Parmalat insieme al fallimento dell’Argentina ha coinvolto più di mezzo milione di investitori italiani tra cui migliaia di pensionati, artigiani, operai e dipendenti, per una cifra di circa 15 miliardi di euro. Soddisfazione è espressa da Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che finalmente avverte efficacemente la vicinanza delle Istituzioni nei confronti dei risparmiatori traditi. Ci tiene soprattutto a informare che è ancora possibile esercitare azione legale nei confronti delle banche per ottenere la restituzione delle somme corrisposte per l’acquisto delle obbligazioni che riguardano Cirio, Parmalat, Argentina e Giacomelli.