Massimo Mucchetti, Corriere della Sera 24/10/2012, 24 ottobre 2012
E’ ORA DI DECIDERE
L’arresto dell’ex dirigente di Finmeccanica, Paolo Pozzessere, richiama il governo alle sue responsabilità di azionista e, al tempo stesso, di regista della politica industriale del Paese. L’inchiesta della magistratura si allarga all’ex ministro Scajola. Il presidente Giuseppe Orsi è sulla graticola. L’azienda, disorientata. Finmeccanica lavora su commesse pluriennali che si prendono solo attraverso investimenti e ricerca a lungo termine. I dirigenti immuni dall’inchiesta non hanno i poteri per garantire l’iniziativa strategica del maggior gruppo italiano delle alte tecnologie.
Gli indagati hanno diritto a difendersi, ma il governo deve fare la sua parte. Il ministero dell’Economia detiene il 30,2% di Finmeccanica. Di fatto è il padrone. Dunque, comandi. Il ministro Vittorio Grilli, d’intesa con i colleghi allo Sviluppo economico e alla Difesa, Corrado Passera e Giampaolo Di Paola, batta un colpo. Il premier Mario Monti si assicuri che venga battuto presto e bene.
Finmeccanica sta affrontando il passaggio più delicato della sua ristrutturazione: la cessione di Ansaldo Energia e di Ansaldo Trasporti. E lo affronta mentre, nel settore d’elezione, la difesa, l’industria europea si va concentrando. Il fatto che la fusione tra il colosso franco-tedesco Eads e quello britannico Bae Systems sia stata per ora fermata dalla Germania non riporta indietro le lancette dell’orologio. Semmai, riapre i giochi che quella fusione avrebbe chiuso. Bae Systems è ormai sul mercato. Le altre grandi imprese francesi della difesa — Thales, Dassault, Safran — già si muovono sotto l’egida dell’Eliseo. Il premier Monti aveva convocato Orsi e il direttore generale Alessandro Pansa a Palazzo Chigi per il 16 ottobre. Poi ha disdetto. Erano venute meno — questa fu la spiegazione — le nozze Eads-Bae, e dunque il pericolo della subitanea emarginazione di Finmeccanica nel mondo. Ma in questo caso il venir meno del pericolo diventa un’opportunità sol che l’azienda italiana sappia muoversi. Un’opportunità che, dato il peso politico del settore, aiuterebbe il Paese a tornare protagonista di una grande storia europea gettando il cuore oltre lo spread. E tuttavia, per sedersi al tavolo, il gruppo deve avere un vertice autorevole. Quello di oggi non lo è. A meno che non si confermi la fiducia in Orsi, nonostante le inchieste. Al governo, defilarsi non è consentito. E questo vale anche per la cessione delle due Ansaldo.
Lo Stato è il socio di controllo di Finmeccanica, soggetto venditore, ma anche della Cassa depositi e prestiti che sta costruendo una proposta d’acquisto alternativa a quella di Siemens per Ansaldo Energia, e pure delle Fs, principale cliente e partner tecnologico di Ansaldo Trasporti, oggetto del desiderio della giapponese Hitachi. Qual è l’interesse del Paese? Lo dovrebbe stabilire la politica industriale. E però se il governo non vuole o non sa dare linee guida al management, allora dovrebbe assumersi la responsabilità di mettere all’asta Finmeccanica. Scelga. Non si lasciano languire così le aziende di cui si è padroni. A beneficio dei padroni prossimi venturi.
Massimo Mucchetti