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 2012  ottobre 21 Domenica calendario

ED ECCO I PROSSIMI «PARCHEGGI»

[D’Alema sogna Colle o Farnesina, Veltroni la Rai, la Finocchiaro il Csm: alla faccia del ritiro] –
Me ne vado, ma tu cosa mi dai? Va bene una poltrona al Csm, in subordine anche un ministero. Il Pd ha inaugurato la stagione della rottamazione con riciclo a spese del contribuente. Almeno tre i big in lista: Anna Finocchiaro, Walter Veltroni e Massimo D’Alema. Finocchiaro, senatrice Pd, è nota come «la giustiziera». Prima di essere eletta nelle file del Pci (1987) è stata sostituto procuratore al tribunale di Catania e pretore a Leonforte. Per i Ds è stata responsabile del settore giustizia e Ogni volta che si parla di parlamentari con qualche problemino con la legge, chissà come mai affidano sempre a lei l’arringa impietosa che inchioda il collega. La «zarina del Pd» con i giudici ha una certa affinità; legalità e questione morale sono i suoi cardini, salvo poi sorvolare sul marito indagato in Sicilia e sul coinvolgimento di collaboratori dal passato non proprio specchiato. Eppure la capogruppo democratica, in Parlamento da sette legislature, cioè 25 anni e 70 giorni, pare abbia deciso di mollare lo scranno senza chiedere deroghe a Bersani, bensì un “cambio merci”: la nomina al Consiglio superiore della Magistratura, non proprio un parcheggio di serie B. Rottamata, ma sempre ben pagata dai contribuenti. A Palazzo dei Marescialli i benefit sono tanti: auto blu per girare a Roma, buoni benzina, stipendio da urlo. Poi c’è la diaria per rimborsare l’alloggio a chi viene da fuori Roma, un forfait di 209 euro netti al giorno, un’indennità di missione tra i 200 e i 300 netti e per i viaggi è il Csm a fare i biglietti. Forse qualche taglio di recente è stato fatto, ma di sicuro la Finocchiaro non rimpiangerà lo stipendio da parlamentare.
Idem per Veltroni, per il quale si profilano i piani alti di viale Mazzini. È vero che la Tarantola è appena stata eletta alla presidenza della tv di Stato e in teoria dovrebbe restarci per un po’, ma quel posto sembra tagliato su misura per l’ex sindaco di Roma, figlio di un grande giornalista Rai, lui stesso ex direttore dell’Unità, esperto e appassionato di questioni giornalistiche e cinematografiche. Veltroni, per ora, ripete ai suoi che non sa neppure lui cosa gli destina il futuro. Ma non smentisce la voce insistente di una nomina come numero uno del Festival del Cinema di Venezia, che poi è sempre stato il suo pallino anche da inquilino del Campidoglio. Insomma, sul red carpet Walter si sente a suo agio, in fondo è ancora giovane e scrivere romanzi per sempre non dà lo stesso stipendio di una presidenza.
Massimo D’Alema, come sempre, punta in alto. Per arrivare al Quirinale, con tutto il suo apparato di corazzieri, residenze e maserati, Baffino farebbe carte false. Ma, al momento per lui se vince il Pd, sarebbe disponibile il ministero degli Esteri (dove è già stato) o una poltrona super in Europa. Ovviamente pagata a peso d’oro dai cittadini. Se questo è il ritiro dalla politica...